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Schillaci: “Fondamentale investire sul capitale umano in sanità e rendere pubblico attrattivo”. E su assistenza territoriale: “Valorizzare ruolo di medici di famiglia, infermieri e farmacisti”


"Terminata l’emergenza, è il momento di guardare al domani e rilanciare la sanità perché la pandemia, accanto alla capacità di risposta, ha fatto emergere fragilità e carenze da risolvere. In primo luogo, appare prioritario investire sul capitale umano del servizio sanitario nazionale, rendendo la sanità pubblica più attrattiva". Una importanza particolare l'avrà anche la medicina del territorio, il cui potenziamento dovrà passare "da un rafforzamento del ruolo del medico di medicina generale e delle altre figure come gli infermieri di famiglia e i farmacisti".

16 MAR -

"Terminata l’emergenza, è il momento di guardare al domani e rilanciare la sanità perché la pandemia, accanto alla capacità di risposta, ha fatto emergere fragilità e carenze da risolvere. In primo luogo, appare prioritario investire sul capitale umano del servizio sanitario nazionale, rendendo la sanità pubblica più attrattiva". Ma non solo, "l’esperienza pandemica impone anche di rivedere i modelli organizzativi al fine di costruire una sanità sempre più efficiente, innovativa, sostenibile, prossima alle persone".

A dirlo è stato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, questa mattina in occasione dell'evento "Testimonianze e prospettive dopo la pandemia:
l’esperienza dell’Ospedale Niguarda di Milano” promosso per la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus" che si svolgerà il prossimo 18 marzo.

"L’Italia è stata la prima Nazione in Occidente a essere colpita e, sin dai primi durissimi momenti, ha visto impegnati medici, infermieri e tutti gli operatori socio-sanitari che con profondo spirito di sacrificio, umanità e abnegazione hanno affrontato in prima linea e senza riserve una sfida durissima, anche a costo della loro vita. Resterà sempre vivo nella memoria di tutti gli italiani il ricordo dei professionisti sanitari e socio-sanitari che hanno perso la vita durante l’emergenza", ha ricordato Schillaci.

"Come ho sottolineato anche in altre occasioni, la pandemia nella sua drammaticità ha radicato in tutti noi la consapevolezza della centralità della salute e ha fatto emergere il grande valore delle professionalità impegnate nel Servizio Sanitario Nazionale. Un esempio virtuoso in tal senso è rappresentato proprio dall’ospedale Niguarda di Milano, una struttura di eccellenza riconosciuta a livello mondiale che durante la pandemia ha confermato di essere un imprescindibile punto di riferimento per i cittadini, sia per quanto riguarda la presa in carico dei pazienti con Covid-19 sia sul fronte della campagna di vaccinazione.

Terminata l’emergenza, è il momento di guardare al domani e rilanciare la sanità perché la pandemia, accanto alla capacità di risposta, ha fatto emergere fragilità e carenze da risolvere. In primo luogo, appare prioritario investire sul capitale umano del servizio sanitario nazionale, rendendo la sanità pubblica più attrattiva, in particolare negli ambiti che oggi registrano scarse adesioni per le condizioni di disagio e di rischio a cui è spesso sottoposto chi vi lavora. Penso a chi lavora in pronto soccorso dove ogni giorno si affrontano situazioni ad alti livelli di stress che durante la pandemia hanno raggiunto picchi che tutti conosciamo. Ricordiamo tutti le immagini di operatori veramente stremati", ha aggiunto.

"La valorizzazione del capitale umano del Servizio Sanitario Nazionale sarà la prova più eloquente di aver compreso pienamente la lezione del Covid-19. Ma l’esperienza pandemica impone anche di rivedere i modelli organizzativi al fine di costruire una sanità sempre più efficiente, innovativa, sostenibile, prossima alle persone, e capace di rispondere tempestivamente e in maniera appropriata ai bisogni di ciascuno, nonché alle emergenze attuali e future. È prioritario - ha proseguito il ministro - puntare con determinazione sulla promozione delle attività di prevenzione e sul potenziamento della medicina territoriale, anche attraverso un rafforzamento del ruolo del medico di medicina generale e delle altre figure professionali sul territorio, come gli infermieri di famiglia e i farmacisti".

"Dobbiamo realizzare sempre più una integrazione efficace tra ospedale e territorio: l’attuazione della Missione 6 Salute del Pnrr incentrata sulle Case di Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali Operative Territoriali e sul potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata va nella direzione di una sempre maggiore prossimità della presa in carico e assistenza alle persone. L’Italia ha centrato tutti gli obiettivi del Pnrr fissati per il 2022 e stiamo lavorando per il raggiungimento dei traguardi previsti per il 2023.

Di recente - prosegue Schillaci - è stato pubblicato il decreto che ripartisce alle Regioni i fondi per l’assistenza domiciliare, che nel 2026 dovrà coprire almeno il 10% della popolazione degli over 65 e dovrà saper sfruttare nel migliore dei modi le possibilità offerte dalle nuove tecnologie e dalla telemedicina che, come sperimentato durante la pandemia, costituiscono uno strumento fondamentale per dare risposte tempestive e di qualità alla domanda di servizi sul territorio, specialmente nella gestione dei malati cronici".

"A questo proposito sottolineo come l’Italia, con un accordo siglato pochi giorni fa al Ministero della Salute, sia stata la prima nazione in Europa a dotarsi di un Progetto Nazionale di Telemedicina ponendosi all’avanguardia nell’utilizzo dei fondi del Pnrr in ambito sanitario e aprendo una stagione nuova nella prospettiva di ammodernamento e razionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale. Impiego della telemedicina, potenziamento dell’assistenza domiciliare, realizzazione di nuove strutture e implementazione di un approccio integrato “One Health” sono le leve essenziali su cui investire per realizzare un nuovo modello di assistenza territoriale di prossimità, il più vicino possibile ai cittadini. In questo contesto - ha annunciato - saranno sviluppati mediante i fondi del Programma Nazionale Equità in Salute interventi mirati nelle regioni del sud Italia per garantire l’accesso ai servizi sanitari e socio-sanitari delle fasce di popolazione in condizioni di maggiore vulnerabilità".

"Tutte le nostre decisioni e azioni sono infatti orientate a garantire la piena attuazione all’articolo 32 della Costituzione superando criticità e diseguaglianze che la tragedia della pandemia ha evidenziato e acuito. Riaffermare il ruolo strategico della sanità territoriale integrata e complementare alle funzioni dell’ospedale significa, infatti, fare in modo che tutti abbiano le stesse possibilità di prevenzione, cura e assistenza. Su questo siamo impegnati con determinazione e in sinergia con tutti gli attori coinvolti, a livello nazionale e regionale. La storia ci insegna che spesso i cambiamenti più significativi vengono innescati proprio dalle crisi più profonde. L’esperienza del Covid-19 può e deve rappresentare un’occasione di rilancio e rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale", conclude il ministro.



16 marzo 2023
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