Una strategia integrata per la salute pubblica, in cui il territorio diventa il fulcro di un nuovo welfare di prossimità, sostenibile e umano. Dalla salute mentale alla rigenerazione urbana, passando per l’approccio One Health e la digitalizzazione. Per Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera - intervenuto a Camerae Sanitatis, il format editoriale multimediale promosso da Quotidiano Sanità - la parola d’ordine sembra essere una: concretezza.
Uno psicologo nelle Case di Comunità, accessibile e senza stigma Il primo fronte su cui Ciocchetti ha acceso i riflettori è la salute mentale in un’ottica di prossimità. Come primo firmatario di una proposta di legge per l’istituzione dello psicologo di assistenza primaria, punta a garantire una risposta immediata e non stigmatizzante al disagio psicologico, soprattutto giovanile, in forte aumento dopo la pandemia. “Le persone devono avere un primo punto d’ascolto, senza prescrizione e senza passare per i DSM, spesso vissuti come luoghi per ‘malati mentali’”, ha dichiarato Ciocchetti. L’idea è quella di inserire questa figura professionale direttamente nelle 1.038 Case di Comunità che entreranno in funzione entro giugno 2026.
Il problema, tuttavia, resta quello delle risorse: servono almeno 90 milioni per avviare il progetto. “Abbiamo definito un testo unico da più di un anno e stiamo dialogando con Ministero della Salute e MEF per ottenere i finanziamenti necessari. Undici Regioni hanno già legiferato in materia, ma serve una norma nazionale per garantire equità territoriale”, ha spiegato.
One Health: ambiente, antibiotico-resistenza e sicurezza alimentare Altro pilastro della visione di Ciocchetti è l’approccio One Health, che integra salute umana, animale e ambientale. “Da oltre un anno e mezzo è attivo l’intergruppo parlamentare One Health, che include più di 30 parlamentari. Con il supporto di un tavolo tecnico-scientifico, abbiamo già ottenuto risultati concreti”, ha ricordato. Tra questi: l’inserimento degli antibiotici innovativi nella legge di bilancio 2025 e l’adesione dell’Italia all’Alleanza internazionale per la ricerca di nuovi antibiotici.
Anche sul fronte della sicurezza alimentare, i risultati non mancano: “Abbiamo ridotto del 70% l’utilizzo di antibiotici negli allevamenti grazie a provvedimenti specifici e al lavoro con gli istituti zooprofilattici”. Ora l’attenzione si sposta sull’ambiente urbano: “Vogliamo capire come l’urbanistica e l’organizzazione delle città possano migliorare la salute pubblica. Per questo, stiamo istituendo un tavolo tecnico con esperti accademici e ministeriali”.
Rigenerare le città per rigenerare il benessere La terza proposta riguarda la rigenerazione urbana. Anche qui Ciocchetti è primo firmatario di una proposta di legge che punta a limitare il consumo di suolo e a recuperare il patrimonio edilizio esistente. “Abbiamo bisogno di quartieri con più servizi, più verde e infrastrutture moderne. Rigenerare significa non solo ristrutturare edifici ma ripensare l’intero contesto urbano”, ha affermato.
L’obiettivo è creare una legge quadro nazionale, “semplice e chiara”, che dia linee guida a Regioni e Comuni in una materia a competenza concorrente. Fondamentale anche il coinvolgimento dei professionisti italiani, “spesso ignorati a favore delle archistar straniere”, promuovendo concorsi di progettazione per valorizzare la qualità architettonica.
Liste d’attesa: prime risposte, ma la strada è ancora lunga Infine, Ciocchetti ha affrontato il tema delle liste d’attesa, definendolo “una vera rivoluzione in corso”. Con il decreto liste d’attesa del 2024 sono state introdotte regole stringenti e criteri di trasparenza. “Nel Lazio, per esempio, il sistema Recup è passato da 133 a oltre 11.000 strutture collegate, grazie all’obbligo di adesione per tutte le strutture pubbliche e private accreditate”, ha spiegato.
Il prossimo passo sarà la digitalizzazione completa, con un portale unico nazionale interoperabile entro giugno 2026, previsto dal Pnrr. A questo si affiancherà la piena attuazione del DM 77/2022 e una riforma dell’assistenza primaria, con una nuova disciplina per medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, “superando l’attuale modello basato solo sul contratto nazionale”.