Manovra sanità. Petraglia (Sel): “Solo tagli lineari in termini di posti letto, blocco delle assunzioni e riduzione dei rimborsi per prestazioni e servizi”

Manovra sanità. Petraglia (Sel): “Solo tagli lineari in termini di posti letto, blocco delle assunzioni e riduzione dei rimborsi per prestazioni e servizi”

Manovra sanità. Petraglia (Sel): “Solo tagli lineari in termini di posti letto, blocco delle assunzioni e riduzione dei rimborsi per prestazioni e servizi”
Criticato in toto l'impianto del provvedimento. “La politica dei ticket, i tagli e gli esuberi fatti per rispondere alle politiche di austerità hanno prodotto il progressivo allontanamento dal servizio sanitario pubblico di fasce intere di cittadini, provocando di fatto una sanità pubblica più povera ed una emigrazione verso la sanità privata”. 

Il decreto Enti Locali che ha recepito, con un emendamento del Governo, l’intesa Stato Regioni del 2 luglio sui tagli al fondo sanitario “è una vergogna. Ma come si può pensare di recuperare risorse e risparmiare sulla sanità? E non raccontateci la solita storiella degli sprechi, perché una cosa è la razionalizzazione delle spese e dei costi, altro è tagliare servizi e assistenza”. Alessia Petraglia, senatrice di Sel, intervenendo in aula critica in toto l’impianto del provvedimento.

Sottolinea che “è importante ridurre ed evitare gli sprechi ma bisogna individuarli, eliminarli (e non ridurli) e lavorare per prevenirli”. Tuttavia nel testo “si parla di altro, perché voi introducete veri tagli lineari alla sanità in termini di posti letto, blocco delle assunzioni e riduzione dei rimborsi per prestazioni e servizi che ricadranno sui lavoratori esternalizzati e sulla qualità del servizio”.

In questi anni, prosegue Petraglia, “i tagli alla sanità sono stati pesantissimi. Nella legge di stabilità 2015 è stato introdotto un taglio di 4 miliardi alle Regioni, che si è sommato ai 31 miliardi di tagli degli anni precedenti. La politica dei ticket, i tagli e gli esuberi fatti per rispondere alle politiche di austerità imposte dalla troika, hanno prodotto il progressivo allontanamento dal servizio sanitario pubblico di fasce intere di cittadini, provocando di fatto una sanità pubblica più povera ed una emigrazione verso la sanità privata e della sanità delle coperture assicurative”.

Per questo “non si può pensare di risparmiare sulla salute dei cittadini e non si può introdurre il principio che solo chi può permetterselo si cura. Alcune Regioni, tra cui la Toscana, hanno pensato bene di promuovere le forme sanitarie integrative e forse oggi diciamo che non è stato un caso. La crisi economica, invece, ha portato ad un aumento della domanda di cure sanitarie pubbliche; e come rispondiamo a questa sfida? Diminuendo risorse senza pensare che sarebbe necessario investire. Il punto è sapere dove e allora ci permettiamo alcuni veloci suggerimenti: ad esempio, prevenzione e territorio”.

La senatrice di Sel riconosce che l'obiettivo di rendere appropriate le prestazioni sanitarie “è una battaglia condivisa da anni, ma vuol dire parlare di copertura del Lea, di prevenzione, di educazione sanitaria per tutti, per non assecondare l'ansia di cura dei pazienti diventati consumatori. Non si può pensare di scaricare il costo delle prestazioni a carico dei pazienti o, nella migliore, delle ipotesi, dei medici”.

Secondo Petraglia “è bene ridurre i giorni di ricovero laddove è possibile, ma deve esserci un massiccio investimento per una sanità territoriale in grado di accogliere, seguire e accompagnare la riduzione dei giorni di ricovero”. Viceversa, osserva, in questi anni è stato fatto altro. “Le risorse risparmiate da sprechi, ruberie e cattive gestioni devono essere utilizzate per rafforzare il servizio pubblico, per assumere medici, infermieri e operatori socio-sanitari, che fanno turni massacranti di dodici ore mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori stessi e – conclude – la vita dei pazienti. Ma di questo non ne parlate”.
 

28 Luglio 2015

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