"Il messaggio augurale di fine d'anno che ormai dal 2006 rivolgo a tutti gli italiani, presenterà questa volta qualche tratto speciale e un po' diverso rispetto al passato. Innanzitutto perché le mie riflessioni avranno per destinatario anche chi presto mi succederà nelle funzioni di Presidente della Repubblica". Così il Capo dello Stato nel tradizionale messaggio di fine anno agli italiani.
"Funzioni che sto per lasciare – ha continuato il Presidente Napolitano – rassegnando le dimissioni: ipotesi che la Costituzione prevede espressamente".
“L'aver tenuto in piedi la legislatura apertasi con le elezioni di quasi due anni fa – ha detto il Capo dello Stato – è stato di per sé un risultato importante: si sono superati momenti di acuta tensione, imprevisti, alti e bassi nelle vicende di maggioranza e di governo; si è in sostanza evitato di confermare quell'immagine di un'Italia instabile che tanto ci penalizza, e si è messo in moto, nonostante la rottura del febbraio scorso, l'annunciato, indispensabile processo di cambiamento”.
Grande attenzione Napolitano ha poi avuto per il tema della corruzione. “Una corruzione – ha sottolineato -capace di insinuarsi in ogni piega della realtà sociale e istituzionale, trovando sodali e complici in alto”. “Dobbiamo bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società – ha esortato il Capo dello Stato – e bisogna farlo insieme, società civile, Stato, forze politiche senza eccezione alcuna. Solo riacquisendo intangibili valori morali la politica potrà riguadagnare e vedere riconosciuta la sua funzione decisiva”.
“Ma non lasciamo occupare lo spazio dell'attenzione pubblica solo a italiani indegni. Rendiamo omaggio a italiani esemplari”, e tra questi Napolitano ha voluto citare tra gli altri due medici: “Fabrizio, il medico di Emergency accorso in Sierra Leone per curare i colpiti dal virus Ebola anche a costo di esserne contagiato e rischiare la vita”, e “Serena Petriucciolo, ufficiale medico della Marina che sulla nave Etna ha aiutato, nella notte di Natale, una profuga nigeriana a dare alla luce la sua bimba”.
Esempi che hanno anticipato le conclusioni del discorso presidenziale tutte volutamente indirizzate verso una rinascita del Paese. “Dal modo in cui tutti reagiamo alla crisi e alle difficoltà con cui l'Italia è alle prese, nasceranno le nuove prospettive di sviluppo su cui puntiamo, su cui dobbiamo puntare dall'alto e dal basso", ha detto Napolitano.
“Il cammino del nostro paese in Europa, lo stesso cammino della politica in Italia lo determineremo tutti noi, e quindi ciascuno di noi, con i suoi comportamenti, le sue prese di coscienza, le sue scelte. Più si diffonderanno senso di responsabilità e senso del dovere, senso della legge e senso della Costituzione, in sostanza senso della Nazione – ha concluso Napolitano – più si potrà creare quel clima di consapevolezza e mobilitazione collettiva che animò la ricostruzione post-bellica e che rese possibile, senza soluzione di continuità, la grande trasformazione del paese per più di un decennio”.