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Contratto medici. Come già annunciato oggi niente firma, prossima riunione il 5 settembre


È terminata all'Aran la riunione di oggi con i sindacati rappresentativi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale della dirigenza medica e sanitaria. Naddeo: “Il clima dell'incontro di oggi è stato positivo e produttivo”.

02 AGO -

Ancora niente firma sul rinnovo del contratto della dirigenza medica e sanitaria 2019-2021. Non è una sorpresa ma la trattativa di oggi è in ogni caso servita a rasserenare gli animi in vista del rush finale di settembre.

“Il clima dell’incontro di oggi è stato positivo e produttivo - ha dichiarato il presidente Aran, Antonio Naddeo, al termine della riunione - Al centro della discussione odierna, in particolare, il tema dei servizi di guardia, l’indennità di esclusività nel part-time, il patrocinio legale. Su quest’ultimo punto vi è la disponibilità dell’Aran ad accogliere le richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali. Riprenderemo le trattative il 5 settembre”.

“Al di là delle polemiche degli ultimi giorni, la trattativa per il rinnovo contrattuale dei medici, dirigenti sanitari e veterinari prosegue” commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio al termine dell’ultima seduta prima della pausa estiva.

“Oggi abbiamo registrato un clima di collaborazione e di apertura da parte dell’Aran che ci ha consentito di analizzare i punti del contratto fino ad ora non approfonditi e di ribadire i punti cardini dell’Anaao Assomed rispetto ai quali la nostra posizione non cambia:

orario di lavoro

guardie e reperibilità

corretta distribuzione dei fondi

relazioni sindacali/maggioranze periferiche

formazione e aggiornamento.

I lavori riprendono il 5 settembre e noi – conclude Di Silverio - continuiamo a lavorare per trovare soluzioni utili a migliorare le condizioni di lavoro di 130.000 medici, dirigenti sanitari e veterinari.

Il nostro obiettivo è chiaro, la nostra azione coerente”.

“Al momento possiamo decisamente affermare che la nostra delegazione ha lavorato e continuerà a lavorare per raggiungere risultati che rispondano alle aspettative di chi rappresentiamo, medici e dirigenti del SSN” ha dichiarato Andrea Filippi Segretario Nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN. “Ma andiamo per gradi: sulle risorse economiche, che ricordiamo sono state definite dalla leggi di bilancio 2018/2020, abbiamo ottenuto di destinarle per l’80% sullo stipendio fondamentale, abbiamo introdotto finalmente un’indennità di specificità anche per i Dirigenti sanitari e delle professioni sanitarie, e la quota accessoria del finanziamento è destinata quasi tutta alle carriere ed agli incarichi. Abbiamo migliorato le relazioni sindacali, soprattutto sul capitolo del confronto, cosi come abbiamo inserito criteri più stringenti sull’utilizzo inappropriato delle sostituzioni”, continua Filippi.

“L’argomento di maggiore attenzione è quello relativo agli incarichi: come Fp Cgil abbiamo proposto ed ottenuto che le aziende ‘dovranno’ assegnare gli incarichi entro tempi definiti dal contratto nazionale, un risultato raggiunto a beneficio dei tanti professionisti che ancora non hanno l’incarico, e dei giovani che avranno certezza dei passaggi di carriera. E ancora, abbiamo definito meglio l’esonero del periodo di prova e sulla formazione abbiamo chiarito l’utilizzo delle 4 ore di aggiornamento”.

“Sull’orario di lavoro, guardie e pronta disponibilità, dopo mesi di una trattativa resa complicata dalle gravi carenze di personale in essere, ad oggi stiamo discutendo di mettere un limite chiaro all’utilizzo dell’eccedenza oraria che ci consentirebbe di non azzerarla, come invece avviene oggi nelle aziende, ma sul tema ci sono ancora dei punti da definire con più precisione, fermo restando i limiti imposti alle assunzioni di personale che il contratto non può risolvere e che per la Fp Cgil rappresenta il motivo principale della mobilitazione di questi anni con la proposta di Piano straordinario di assunzioni. Infine possiamo affermare che il contratto va nella direzione di migliorare la conciliazione dei tempi di vita-lavoro e delle carriere soprattutto nei termini delle pari opportunità”. “Allo stato mancano da definire i capitoli: del patrocinio legale, del part time e dell’indennità di esclusività per i dirigenti delle professioni sanitarie. Noi continueremo a lavorare per ottenere i migliori risultati, utilizzeremo questo tempo che intercorre fino alla prossima convocazione per informare e far partecipare le lavoratrici ed i lavoratori, affinché sia noto lo stato di avanzamento sul CCNL 19/21 e per avviare la mobilitazione sul 2022/24. Non sfugge a nessuno infatti che la chiusura di questo contratto non esaurisce le nostre rivendicazioni per le quali con la Cgil siamo pronti nei prossimi mesi alla mobilitazione”.

“Nonostante rimanga irrisolto, e non affrontato oggi, il problema dell’orario di lavoro e del numero massimo di guardie e pronte disponibilità mensili, attendiamo con ansia il nuovo testo, che dovrebbe includere le novità annunciate dal Presidente Aran Antonio Naddeo – dichiara Guido Quici, Presidente della Federazione Cimo-Fesmed -. Abbiamo intrapreso un percorso molto produttivo, che conferma come il non voler concludere subito, a tutti i costi, la trattativa fosse una posizione corretta e abbia iniziato a dare i suoi frutti. L’obiettivo delle delegazioni CIMO E FESMED sedute al tavolo continuerà ad essere, fino al termine del confronto, il miglioramento della qualità della vita dei medici e della sicurezza delle cure per i pazienti”, conclude.

“Dopo alcune resistenze la negoziazione ha riacquistato i presupposti collaborativi e l’Aran ha opportunamente avviato una più ampia riflessione sui punti nodali per un avvicinamento delle posizioni”, afferma il presidente di Fvm, Aldo Grasselli.

“L’Agenzia – prosegue - non ha presentato una bozza di preintesa per proporre delle soluzioni definitive alle richieste delle OoSs e si è riservata di avanzare un testo a fine agosto. La trattativa si sposta, quindi, a settembre. Non ci si devono fare illusioni sull’aumento delle risorse economiche che sono ormai esaurite nelle diverse destinazioni pattuite, ma ci sono questioni ancora aperte da definire che saranno trattate senza eccessiva urgenza. I risultati molto importanti sin qui ottenuti non andranno persi e le possibilità di migliorare il testo normativo del CCNL sono modeste ma merita, a questo punto, preservare l’unità della parte sindacale e trovare le necessarie motivazioni che consentano a tutti di sottoscrivere un contratto importante che arriva in un momento molto delicato per il Servizio sanitario nazionale”.

“Oggi – continua - è bene ricordare alle parti datoriali che il contratto 2022/2024 non è finanziato e che il Governo, pur preannunciando “interventi” per dare riconoscimenti al personale sanitario, non ha ancora chiarito quali siano questi interventi e a quanto ammontino i fondi necessari. La chiusura del CCNL 2019/2021 è estremamente tardiva per la sequenza burocratica della contrattazione delle Aree della PA che poco si addice al mondo tumultuoso della sanità invasa da crisi subentranti che, tra le altre cose, hanno indotto alterazioni nel mercato del lavoro con l’innovazione senza limiti dei gettonisti cui si associa come beffa il sottofinanziamento del contratto dei dipendenti che non consente di remunerare i carichi di lavoro esuberanti”.

“Siamo in prossimità della scadenza del contratto successivo non ancora finanziato e in un periodo di inflazione pesante che non sarà mai ristorata adeguatamente. La chiusura del CCNL 2019/2021 non è lontana ma è la pagina finale di una stagione. Subito dopo se ne apre una nuova in cui Governo e Regioni non potranno imputare ad altri i deficit e le disattenzioni, e così come siamo pronti a sottoscrivere questo CCNL siamo altrettanto pronti a metterli in mora su tutto quello che questo CCNL non ha potuto portare ma che resta essenziale per evitare fughe, prepensionamenti e scarsa attrattiva per i giovani medici e sanitari rispetto alla sanità privata. Speriamo di vedere una inversione di tendenza anche se sembra che “la nostra Nazione” preferisca essere debole con le consorterie, le lobby, le rendite di posizione e gli evasori fiscali e avaro con chi garantisce un diritto costituzionale fondamentale”, conclude.

“La riunione di oggi in ARAN, che si è svolta in un clima propositivo dopo le aspre difficoltà emerse nell’ultimo incontro del 26 luglio, lascia sperare che l’accordo sulla pre-intesa del CCNL 2019-2021 possa chiudersi quanto prima, auspicabilmente nel mese di settembre” – afferma Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC.

“Dopo mesi di lavoro, fatto di proposte e di confronti costruttivi nonostante alcuni tentativi in parte riusciti di fare melina ad opera di qualche Sigla Sindacale che magari ha poca simpatia per il CCNL del pubblico impiego per il quale comunque è titolata a negoziare, siamo fiduciosi che le ulteriori possibilità di apertura oggi preannunciate dall’Aran sull’ultima bozza di testo pervenuta nell’incontro del 26 luglio abbiano lasciato intravedere la fine del lungo e travagliato tunnel che è stato percorso da febbraio scorso.

Riteniamo che saranno ancora possibili altri significativi miglioramenti già nel prossimo incontro fissato al 5 settembre, purché tutte le OO.SS., o almeno quasi tutte, giungano a quell’appuntamento con la concreta intenzione di porre un punto fermo, nel modo migliore possibile e nel più breve tempo utile, a questo sofferto rinnovo 2019-2021, sia affinché se ne possano applicare al più presto i non trascurabili miglioramenti normativi già ad oggi ottenuti rispetto al CCNL 2016-2018 ancora vigente, già scaduto da quasi 5 anni, sia per le ricadute economiche sugli arretrati e sugli aumenti delle diverse voci stipendiali a cui hanno diritto i Colleghi che rappresentiamo. Ma soprattutto affinché sia possibile dar il via al successivo rinnovo per il periodo 2022-2024 senza attenderne la scadenza del periodo nominale di applicazione, anche in prospettiva di ulteriori finanziamenti, che fino a quello step sono bloccati.

Passi in avanti – senza dubbio – sono stati già fatti ed altri ve ne potranno essere per quel che riguarda soprattutto: relazioni sindacali più chiare, sede e orario di lavoro meglio definiti, incarichi da attribuirsi in ragione delle dotazioni organiche oltre che della complessità del lavoro (concetto mai finora contrattualizzato, che è stato ab initio una nostra richiesta poi condivisa da quasi tutte le altre OO.SS.), fondi, part time, attività aggiuntive (altro istituto per noi molto importante), guardie e pronte disponibilità (una vera e propria giungla per i nostri Medici), indennità di Pronto Soccorso (che per noi non devono andare ai Pronto Soccorso cosiddetti “specialistici”), patrocinio legale (su cui abbiamo offerto il nostro contributo tecnico acquisito in oltre 20 anni di esperienza anche assicurativa), tutti capitoli nei quali in particolare l’AAROI-EMAC è sempre intervenuta con proposte ben strutturate, altrettanto ben motivate, e chiaramente esposte al tavolo per quanto è stato possibile fare in un clima non sempre compliante in tutti gli incontri, per molte delle quali proposte abbiamo fatto da apripista in collaborazione sinergica con diverse altre Sigle.

Ma poco importano ad oggi le difficoltà già superate; in agosto l’AAROI-EMAC non andrà in ferie, ma continuerà a lavorare sui testi come fatto finora, per superare tutte le poche criticità residue, sia per quanto concerne in generale il lavoro dei Medici Ospedalieri, sia – soprattutto – per quanto riguarda le peculiarità di quelli che rappresentiamo negli ambiti ARTID e MEU. Su queste peculiarità abbiamo in particolare profuso ogni energia, e abbiamo già registrato via via, con tutte le bozze di testo che si sono succedute, importanti risultati, oltre ad aver già tracciato la strada per altri significativi miglioramenti che ci batteremo per ottenere, alcuni dei quali per l’AAROI-EMAC restano fondamentali e decisivi per la firma della pre-intesa, che resta comunque urgente da raggiungere anche per restringere l’applicabilità del comma 3 dell’art. 15 della Legge 502/92, la quale nell’assenza di una regolamentazione contrattuale, che ad oggi non è mai stata adottata in nessun nostro CCNL, viene sempre più interpretata e applicata dalle Amministrazioni Aziendali in senso estensivo, cancellando ai Medici, in quanto Dirigenti, centinaia di ore lavorate oltre alle 34 + 4 contrattualmente dovute.

Su tutti questi temi, molti dei quali saranno ancora da definirsi con una negoziazione degna di questo nome e non influenzata da tattiche estranee alla reale raggiungibilità di un buon esito della contrattazione, attendiamo con fiducia la prossima bozza di testo che l’Aran ci invierà prima della convocazione del 5 settembre”.



02 agosto 2023
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