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Lista d’attesa. D’Anna (Biologi): “Senza privato accreditato non si accorciano”


Il presidente della Federazione degli Ordini dei Biologi accoglie “con sollievo” la notizia dell'intesa Ministero-Regioni per destinare lo 0,4% del Fondo Sanitario alle liste di attesa. Tuttavia, attacca D'Anna, “nella Finanziaria e nel Milleproroghe è scomparso l'annunciato stanziamento dello 0,7% destinato alla sanità pubblica a gestione privata accreditata. Un paradosso autolesionistico” basato sul “vecchio pregiudizio ideologico contro la sanità accreditata”.

23 GEN - “Liste di attesa? Senza il privato accreditato non si accorciano". Lo dice, in una nota-appello rivolta alla premier Giorgia Meloni ed al ministro della Salute Orazio Schillaci, il sen. Vincenzo D'Anna, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi (FNOB).

D'Anna, infatti, accoglie “con sollievo” la notizia appresa in merito al raggiungimento di un'intesa tra il ministero della Salute e gli assessori regionali alla Sanità, per destinare lo 0,4% del Fondo Sanitario alle liste di attesa. “Si tratta di 600 milioni di euro che si renderanno disponibili, anche per il corrente anno, per accorciare i tempi di attesa per analisi, radiografie, cura del diabete e visite specialistiche". Tuttavia, sottolinea D'Anna, “nella Finanziaria e nel Milleproroghe è scomparso l'annunciato stanziamento dello 0,7% destinato alla sanità pubblica a gestione privata accreditata. Un paradosso autolesionistico in quanto le strutture accreditate non hanno liste di attesa al contrario di quelle analoghe a gestione statale”.

Per il rappresentante dei Biologi, “il vecchio pregiudizio ideologico contro la sanità accreditata, più efficiente e meno costosa perché pagata a tariffa predeterminata, colpisce ancora una volta eliminando la libera scelta del cittadino di poter optare per il luogo di cura". "Ci aspettiamo che il bolscevismo sanitario abbia termine e che concorrenza, qualità ed efficienza trovino collocazione anche in Sanità. Questo l'appello che lanciamo al Governo Meloni ed al ministro Schillaci”, conclude D'Anna.

23 gennaio 2025
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