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Endometriosi: colpisce “in silenzio” tre milioni di donne, ma la diagnosi arriva dopo 7 anni. Da Consulcesi il corso Ecm dedicato ai sanitari


In occasione della Giornata mondiale dell’endometriosi, Consulcesi Club propone un corso ECM in formato eBook per formare i professionisti sanitari su una patologia spesso sottodiagnosticata che colpisce 1 donna su 10 e ha una diagnosi mediamente tardiva di 6-7 anni. La formazione evidenzia le difficoltà diagnostiche, le terapie disponibili e l'importanza della competenza specialistica e specifica per ginecologi, mmg, chirurghi e gastroenterologi per riconoscere tempestivamente i segnali e intervenire precocemente.

28 MAR -

L'endometriosi è una patologia ginecologica caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale in sedi extrauterine – come ovaie, tube di Falloppio, peritoneo e persino l'intestino – che, pur essendo benigna, si manifesta in forma cronica e ricorrente. Recenti stime indicano che tra il 10% e il 15% delle donne in età fertile, ovvero ben 3 milioni in Italia, è affetto da questa condizione. Inoltre, rappresenta una delle principali cause di infertilità femminile, incidendo in circa il 70% dei casi e ha un impatto sociale significativo, con costi diretti che influenzano la salute e il benessere della donna, e costi indiretti elevati legati alle assenze dal lavoro e alla qualità della vita.

Dolori nascosti e sintomi ignorati: i segnali da non sottovalutare

“La diagnosi di endometriosi è spesso sottostimata, poiché è estremamente difficile e complessa. La malattia è multifattoriale e si può manifestare con una vasta gamma di sintomi, che vanno da forme lievi a quelle invalidanti: dismenorrea, forti dolori pelvici, disturbi durante i rapporti sessuali, fastidi a livello intestinale e sintomi che coinvolgono diverse aree del corpo”. A sottolinearlo, ai nostri microfoni, il dottor Alessandro Cavaliere, medico chirurgo ginecologo ed endoscopista, responsabile del Centro Polispecialistico CMED di Roma e Responsabile scientifico del corso ECM “Endometriosi: conoscerla per capirla. Natura, caratteristiche, classificazione e impatto sulla donna”, disponibile in formato ebook sulla piattaforma Consulcesi Club.

Il quadro clinico dell'endometriosi può variare notevolmente da una paziente all'altra, rendendo necessario un approccio diagnostico molto attento e specializzato. Tra i campanelli d’allarme e i segnali da non sottovalutare troviamo:

Il dolore mestruale non è sempre normale: il ritardo diagnostico e l'importanza della diagnosi precoce

Riconoscere e accertare l'endometriosi è una delle sfide più complesse della ginecologia moderna, principalmente a causa della sua natura multiforme e della sovrapposizione con altre patologie. "Tutte le pazienti che visito per sospetto di endometriosi arrivano dopo una lunga serie di visite, senza che la causa sia stata individuata, perché si tratta di una patologia molto caratteristica", spiega il dottor Cavaliere.

I sintomi lamentati dalle donne vengono frequentemente banalizzati o attribuiti a normali fastidi mestruali, il che comporta ritardi sia nella diagnosi che nella gestione terapeutica. Una delle cause principali di questo ritardo "è la rassegnazione con cui molte giovani donne, supportate da una società che tende a minimizzare tali sintomi, vivono il dolore associato alla patologia. Questa normalizzazione del dolore mestruale contribuisce a un ritardo medio nella diagnosi di circa 7-10 anni, durante i quali la malattia può progredire e pregiudicare la qualità della vita delle pazienti", evidenzia. "Ciò che cerchiamo di far passare è il concetto che prendere un antinfiammatorio per calmare i dolori mestruali non è normale - aggiunge - o comunque è il caso di effettuare una valutazione pelvica per confermare o escludere la patologia”.

Una valutazione tempestiva è cruciale per un trattamento efficace e per prevenire complicazioni future. Individuare la malattia nelle fasi iniziali riduce anche la necessità di interventi invasivi: "Le pazienti che iniziano la terapia precocemente possono mantenere una qualità della vita simile a quella di chi non ha endometriosi", afferma. Al contrario, “nelle forme avanzate, al terzo o quarto stadio della malattia, le pillole progestiniche - che oggi, in relazione a costi e benefici, offrono i risultati migliori - possono solo mitigare i sintomi, ma non risolvere la situazione, rendendo necessario un intervento chirurgico". C’è anche da dire che le prospettive future sono promettenti: lo sviluppo di test genetici, attualmente in fase di studio, potrebbe portare a un approccio diagnostico più uniforme e precoce.

Occhio esperto e personale sanitario formato e dedicato: i pilastri per la diagnosi di endometriosi

A livello di prevenzione, è sufficiente la visita ginecologica o c'è bisogno di esami di secondo livello? "Sarebbero sufficienti una visita ginecologica ed un'ecografia transvaginale, fatti, però, in un centro o con personale sanitario che tratta l'endometriosi – rileva il medico -. Naturalmente non si tratta di essere più bravi o meno bravi, ma è una patologia molto caratteristica e ci vuole un occhio un po’ allenato e un po' di training per riconoscere quella che è la sintomatologia da endometriosi”.

Le tecniche diagnostiche hanno compiuto importanti progressi negli ultimi anni, ma la diagnosi precoce dell'endometriosi resta una sfida. “Esistono ecografi che hanno una risoluzione maggiore e favoriscono la visualizzazione di determinate strutture che molto spesso possono mostrare un'ipomobilità: anche il macchinario fa la differenza. L'ecografia transvaginale è il principale mezzo di accesso alla diagnosi di endometriosi; in caso di dubbio, anche la risonanza magnetica", aggiunge Cavaliere. Prima era molto più frequente il ricorso alla laparoscopia esplorativa, "che oggi fortunatamente riusciamo a fare sempre di meno. È riservata a casi estremi o quando già pensiamo di dover intervenire chirurgicamente", precisa.

La formazione dei sanitari, come quella offerta dal corso ECM disponibile su Consulcesi Club, è quindi, fondamentale: "Medici di medicina generale, ginecologi e gastroenterologi devono prestare attenzione a qualsiasi dolore pelvico, soprattutto in ragazze e donne in età fertile", afferma il medico. Un aggiornamento continuo e mirato è fondamentale per ottimizzare l’utilizzo degli strumenti diagnostici avanzati, interpretare correttamente i sintomi e intervenire precocemente. Dati recenti indicano che la malattia viene identificata in modo accidentale in circa il 30-40% dei casi, spesso durante controlli ginecologici di routine o esami per altre patologie. Ma il ritardo, come già detto, può favorire l'aggravarsi del quadro infiammatorio, peggiorando la qualità della vita delle pazienti e aumentando il rischio di infertilità.

Sensibilizzare per prevenire: il potere dell’informazione sull’endometriosi

L'attenzione mediatica crescente e le campagne di sensibilizzazione sull'endometriosi degli ultimi anni hanno portato a miglioramenti significativi nella diagnosi precoce e nel supporto alle donne. “Le pazienti sono molto recettive e le iniziative informative degli ultimi anni hanno aumentato la conoscenza della malattia. Questo ha favorito un incremento delle visite specialistiche, anche per escludere l'endometriosi”.

È importante, infatti, effettuare una valutazione pelvica anche solo per verificare l’assenza di patologie e possibili complicanze che potrebbero avere conseguenze a lungo termine.

Dalla formazione alla cura, scopri il corso ECM sull’endometriosi

Il messaggio per i professionisti del settore è chiaro: investire nella formazione e nella sensibilizzazione è imprescindibile per garantire una valutazione tempestiva e un trattamento efficace. Il corso “Endometriosi: conoscerla per capirla. Natura, caratteristiche, classificazione e impatto sulla donna”, disponibile sulla piattaforma Consulcesi Club in formato eBook, è stato ideato per fornire un percorso formativo completo che affronta:

Non lasciarti sfuggire l'opportunità di aggiornarti e di fare la differenza nella vita di milioni di donne. Segui il corso eBook da 2.0 crediti ECM disponibile sulla piattaforma Consulcesi Club per approfondire la gestione di questa patologia così complessa. Il formato innovativo offre ai professionisti sanitari un apprendimento dinamico, flessibile con contenuti facilmente accessibili in qualsiasi momento e personalizzabili, ottimizzando il tempo e adattandosi alle esigenze di ciascun utente. Diventa protagonista di un cambiamento che può fare la differenza: perché la formazione continua è il primo passo per un futuro in cui nessuna donna debba convivere in silenzio con il dolore.

Viviana Franzellitti



28 marzo 2025
© Riproduzione riservata

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