Dirigenti enti territoriali e sanità. Fedirets al nuovo Governo: “Per cambiare la Pa bisogna puntare sui migliori”
Tra gli auspici della Federazione c'è “un cambio di passo nelle relazioni, sia con la Funzione pubblica che nel precedente governo non ha mai direttamente convocato le organizzazioni sindacali, sia con la Salute che solitamente intrattiene un dialogo con le sole rappresentanze della dirigenza sanitaria, non considerando il ruolo strategico che la dirigenza tecnico-amministrativa riveste in ordine alla gestione e al funzionamento delle Aziende del SSN”.
11 SET -
A fiducia incassata da parte del nuovo governo Conte, anche Fedirets, la federazione dei dirigenti e direttivi degli enti territoriali e della sanità, augura buon lavoro al nuovo esecutivo e in particolare ai ministri della Pubblica Amministrazione On.
Fabiana Dadone e al ministro della Salute On.
Roberto Speranza. Ma mette anche in chiaro le proprie priorità chiedendo: “Condividendo l'esigenza di un profondo cambiamento della P.A. - afferma
Mario Sette segretario generale Fedirets in una nota -, abbiamo messo in guardia dall'ennesima riforma calata dall'alto e tarata sui dirigenti ministeriali (che sono meno di un quarto di tutta la dirigenza gestionale pubblica) o su "furbetti e fannulloni" che sono meno dell' 1 per mille di tutti i dirigenti in servizio. Basta guardare a chi timbra e non lavora! Bisogna guardare - e valorizzare - chi lavora anche prima di timbrare e anche dopo aver timbrato, portandosi il lavoro a casa. Sono la grande maggioranza e sono quelli che conoscono meglio di tutti pregi e difetti degli uffici pubblici".
"Abbiamo anche chiesto con forza l'abrogazione del comma 687 della Finanziaria 2019, che ha invaso la competenza contrattuale pretendendo collocare la dirigenza professionale, tecnica e amministrativa del SSN (5.000 in servizio) nello stesso CCNL della dirigenza sanitaria (130.000 in servizio), azzerando quindi per un'evidente questione di numeri, la possibilità di un'autonoma rappresentanza sindacale della categoria che si può avere solo col 5% degli iscritti di tutta l’Area”, aggiunge
Elisa Petrone, segretario generale aggiunto Fedirets. Da ultimo, prosegue, “abbiamo anche sollecitato l'avvio delle trattative per il CCNL 2016-2018 Area Funzioni locali, l'unico ancora fermo nel tira e molla tra Ministeri e Regioni, a mesi dall'approvazione dell'Atto di indirizzo e dopo 10 anni di blocco a livello nazionale”.
Fedirets auspica, dunque, “un cambio di passo nelle relazioni, sia con la Funzione pubblica che nel precedente governo non ha mai direttamente convocato le organizzazioni sindacali sia con la Salute che solitamente intrattiene un dialogo con le sole rappresentanze della dirigenza sanitaria, non considerando il ruolo strategico che la dirigenza tecnico-amministrativa riveste in ordine alla gestione e al funzionamento delle Aziende del SSN”.
11 settembre 2019
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