Carenza medici in pronto soccorso. Simeu dà il via ad un’indagine nazionale e promuove l’assunzione di specializzandi da parte del Ssn

Carenza medici in pronto soccorso. Simeu dà il via ad un’indagine nazionale e promuove l’assunzione di specializzandi da parte del Ssn

Carenza medici in pronto soccorso. Simeu dà il via ad un’indagine nazionale e promuove l’assunzione di specializzandi da parte del Ssn
Proprio la raccolta dati promossa da Simeu sarà il tema principale dell’Accademia dei Direttori promossa dalla stessa società a Bologna il 19 e 20 settembre. Il presidente nazionale Francesco Rocco Pugliese: "È necessario trovare una soluzione al problema ora. La proposta di assunzione degli specializzandi da parte del Ssn garantirebbe all’emergenza di avere a disposizione nuovo personale che potrebbe contribuire alla soluzione del problema”.

Al via una nuova indagine conoscitiva per sapere quanti sono i medici che effettivamente lavorano nelle strutture dell’emergenza e quanti ne mancano rispetto al necessario. La società italiana della medicina di emergenza urgenza sta conducendo un censimento nazionale i cui risultati saranno presentati durante l’Accademia dei Direttori di Bologna. L'evento, promosso anche quest'anno dalla Simeu, si terrà il 19 e 20 settembre prossimi allo scopo di creare un'occasione per un confronto sui temi più importanti e attuali del mondo dell’emergenza sanitaria ed elaborare proposte concrete di soluzione. Sono stati invitati i direttori provenienti da tutto il territorio nazionale, indipendentemente dalla loro appartenenza societaria. 
 
“La carenza di personale di cui soffrono i nostri pronto soccorso, che con la raccolta dati avviata ci proponiamo di contribuire a misurare – dichiara Francesco Rocco Pugliese, presidente nazionale Simeu – ha una ricaduta immediata sulle condizioni di lavoro dei professionisti a cui è affidata la cura in emergenza della popolazione. Il problema è diventato ormai insostenibile per molti e senza una soluzione di sistema, istituzionale e nazionale, le aziende sanitarie, ciascuna per conto proprio oppure per regioni, si organizzano come possono per far fronte alla necessità. Con il risultato che si stanno moltiplicando corsi di poche ore con cui si pretende di mettere medici neolaureati nelle condizioni di far fronte all’emergenza, esponendo i pazienti al rischio di non ricevere le cure appropriate e i giovani professionisti di svolgere un compito assai delicato senza essere davvero preparati a farlo. Oppure ci si affida ad agenzie interinali per il reclutamento temporaneo di personale".
 
"Tutto questo lede profondamente l’identità professionale del medico dell’emergenza-urgenza, che la nostra società scientifica promuove e sostiene strenuamente da sempre, anche da prima dell’istituzione della Scuola di specialità nel 2009. L’aumento delle borse per la medicina di emergenza, 256 quest’anno contro le 181 del precedente anno accademico, è certamente una buona notizia, ma aumenterà concretamente il numero di specialisti sul territorio solo fra cinque anni, quando i nuovi professionisti formati entreranno in attività. È necessario trovare una soluzione al problema ora. Recentemente Antonio Saitta, coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni ha proposto l’assunzione degli specializzandi da parte del Servizio sanitario nazionale. Certamente, se il servizio pubblico potesse contare, tramite un’assunzione, sugli specializzandi almeno dell’ultimo anno, questo garantirebbe all’emergenza di avere a disposizione nuovo personale, debitamente formato, che potrebbe contribuire alla soluzione del problema”, conclude.

30 Luglio 2018

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