Senza se e senza ma, le farmacie e farmacisti sono stati protagonisti indiscussi sul fronte della lotta al Covid 19. Attori del sistema assistenziale e del rilancio delle ‘prossimità’, una condizioni irrinunciabile per garantire la tutela della salute.
È stata un riconoscimento corale quello incassato dalla categoria nel corso del convegno “Virus Vaccini Varianti, un viaggio con i farmacisti e le farmacie nella nuova normalità” organizzato Federazione Ordini Farmacisti Italiani e Fondazione Cannavò a Cosmofarma, alla Fiera di Bologna.
Dal Sottosegretario Ministero Salute, Pierpaolo Sileri al Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro a Guido Rasi già Direttore Generale Ema passando per Antonio Battistini, Capo Ufficio Relazioni Istituzionali della Struttura di Supporto Commissariale per l’emergenza Covid-19 delegato dal Generale Francesco Paolo Figliuolo, tutti hanno concordato sull’azione incisiva svolta, durante la pandemia e non solo, dalle farmacie italiane e dai farmacisti tutti.
Ad aprire i lavori il presidente Luigi D’Ambrosio Lettieri presidente della Fondazione Cannavò: “L’intera comunità professionale dei farmacisti, negli ospedali e nel territorio, ha dato una prova inedita della antica vocazione al servizio che ha confermato il ruolo strategico della farmacia che oggi è un vero e proprio hub vaccinale sul territorio. Un presidio di prossimità declinato in termini di efficienza che ha garantito una luce accesa alimentando la fiducia dei cittadini”.
Farmacie come hub vaccinali quindi. E proprio “il Ministero della salute in toto si è speso per renderli operativi”, ha sottolineato Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, intervenuto in collegamento. Un atout per raggiungere gli over 50 che non si sono ancora vaccinati. “Il farmacista come il medico di medicina generale – ha aggiunto Sileri – è colui che consiglia, spiega, sono un presidio prezioso. È lì che si possono fare domande e ricevere risposte”. Per il sottosegretario è un fatto che la farmacia sia entrata di diritto in questo percorso di cambiamento che ha avuto una accelerazione a causa del Covid.
E prossimità deve essere la parola del prossimo futuro: “Ricordo che farmacista insieme al medico – ha detto – è una figura di riferimento per i pazienti e i consumatori. Insieme al medico, ha fatto e potrà fare la differenza nel trasferire quella giusta informazione purtroppo mancata negli ultimi dieci-quindici anni”.
“I grandi eventi epocali vissuti hanno messo a nudo criticità e punti di forza. Sono stati enfatizzati i primi e sottovalutati i secondi, di cui invece dobbiamo tenere conto. Il primo straordinario punto di forza è che abbiamo un Ssn e la farmacia e il farmacista sono uno degli attori principali di questo sistema. E lo abbiamo toccato con mano”. Parte da qui Silvio Brusaferro presidente dell’Iss che ha ricordato come la pandemia abbia accelerato molti processi e soprattutto insegnato molto: “Ha dimostrato l’importanza di essere flessibili, penso ad esempio alla capacità di riconvertire per l’emergenza i posti letto – ha detto – ha insegnato come beni e servizi siano strategici e che vadano resi sempre disponibili. Ha insegnato come i comportamenti di ognuno di noi influenzi la comunità e viceversa”. Anche il percorso formativo ha avuto un’accelerazione enorme “la conoscenza del virus ci ha spinto a capire e approfondire una materia in continua evoluzione”. E proprio questo percorso formativo, ha visto i farmacisti protagonisti grazie alla stretta collaborazione tra Iss, Fofi e Fondazione Cannavò che ha portato alla formazione di migliaia di farmacisti vaccinatori. Per il futuro? Per Brusaferro sarà importante declinare il tema della multiprofessionalità per avere obiettivi comuni e costruirli intorno a risultati concreti.
A suggellare l’importanza del lavoro svolto dai farmacisti Antonio Battistini, Capo Ufficio Relazioni Istituzionali della Struttura di Supporto Commissariale per l’emergenza Covid-19 delegato dal Generale Francesco Paolo Figliuolo. “Da subito nella gestione dell’emergenza ci siamo resi conto dell’importanza dei farmacisti e delle farmacie – ha sottolineato – abbiamo rafforzato le farmacie ospedaliere con farmacisti dell’esercito. Sostenuto i farmacisti nella distribuzione dei farmaci per le persone al domicilio”. Ma la farmacia, ha aggiunti, già prima della pandemia aveva cambiato la sua configurazione: “Sono luogo dove si dispensa molto più dei soli farmaci, penso alla possibilità di misurare la pressione o avere analisi di laboratori prontamente disponibili. I farmacisti si stavano quindi già evolvendo”
Anche la presenza delle 19mila farmacie, un numero impressionante, ci fa capire come la loro capillarità sia strategica: “Hanno un ruolo decisivo e lo dovranno giuocare sempre di più”.
le farmacie hanno raggiunto risultati straordinari. Nelle sole 3mila farmacie operative, ha detto, sono stati effettuati oltre dieci milioni di tamponi antigenici e somministrati oltre 400mila dosi di vaccini “un’attività che auspichiamo si diffonda sempre di più”. “Abbiamo bisogno di figure professionali come i farmacisti di cui le persone si fidino e alle quali si affidano – ha aggiunto – competenza, familiarità e disponibilità al colloquio sono una caratteristica dei farmacisti indispensabile ancora di più in un momento come questo. Molte risorse di cui il Paese era in possesso sono state fin ora poco utilizzate e alcune competenze possono essere maggiormente utilizzate e tra questi ci sono le farmacie e i farmacisti”.
“Sono due i cardini del sistema italiano, uno quello della medicina generale e uno quello della farmaci” ha ricordato Guido Rasi secondo il quale la capillarità di questi “presidi” è strategica: “va pianificata e usata in maniera e sistematica per avere tutti i vantaggi”.
Ha tirato le conclusioni Andrea Mandelli, Presidente FOFI: “Siamo un punto fermo nella riorganizzazione del territorio – ha detto – una riorganizzazione che dobbiamo scrivere. Ma abbiamo la necessità e anche il coraggio di affrontare il futuro in maniera un po’ diversa. Il coraggio di essere sempre più veloci nell’allontanare alcuni tabù, come quello che le vaccinazioni siano solo un atto medico. In questo momento di ‘guerra’ – ha aggiunto – abbiamo capito che alcune cose si possono fare. Dobbiamo essere quindi in grado di allontanare i tabù e rinnovare il Paese. Abbiamo fatto un grande lavoro di squadra: dai farmacisti ospedalieri che hanno lavorato al fianco degli infettivologi ai farmacisti dell’esercito, ai farmacisti del territorio. Siamo stati una grande squadra in grado di dare una risposta importante al Paese. Una squadra che ha serrato i ranghi e che ora ha un’idea meravigliosa: far si che una professione che ha 800 anni continui svolgere ruoli importanti per guardare al futuro con ottimismo”.