“L’VIII edizione di FarmacistaPiù si è svolta nel segno della lettera R, ossia responsabilità, ruolo, resilienza e riconoscimento. Quattro parole chiave che hanno accompagnato lo svolgimento dei lavori congressuali. Tre giorni di intenso confronto che hanno visto la partecipazione di 130 relatori e l’organizzazione di oltre 20 convegni inerenti i temi della ricerca scientifica, della politica professionale, della governance sanitaria e della farmacia”.
Tira le somme di FarmacistaPiù Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente della Fondazione Cannavò e Presidente del Comitato scientifico del congresso, che in questa intervista ripercorre il faticoso e progressivo processo di evoluzione del ruolo professionale del farmacista e della funzione straordinaria svolta farmacie. Impegno, sacrifici e dedizione che hanno prodotto un riconoscimento sostanziale della centralità del farmacista nel sistema salute da parte della comunità e delle istituzioni.
Presidente, si sono appena conclusi i lavori della convention dei farmacisti italiani. Soddisfatto?
Molto. I farmacisti portano a casa la conferma dell’insostituibilità del loro ruolo e dell’infungibilità delle farmacie che, grazie alla loro diffusione capillare, confermano la funzione di presidi socio-sanitari polifunzionali del territorio o, come amo definirli audacemente, dei veri e propri Hub sanitari che operano in sinergia con tutti i professionisti della sanità in modo condiviso e collaborativo. In questi giorni di confronto siamo stati accompagnati da quattro parole che ben rappresentano la nostra professione: responsabilità, ruolo, resilienza e riconoscimento. Parole che rispondono anche ai concetti sui quali si è soffermata l’attenzione di tutti i relatori istituzionali intervenuti. Relatori di elevato profilo a iniziare dal ministro della Salute Roberto Speranza e dai sottosegretari Pierpaolo Sileri e Andrea Costa per poi passare al Commissario Straordinario Covid Generale Francesco Figliuolo e al presidente dell’Iss Silvio Brusaferro a cui abbiamo assegnato il Premio Leopardi 2021 a testimonianza del nostro vivo apprezzamento per l’importante lavoro che svolgono.
Cosa rappresentano per le farmacie e i farmacisti queste quattro parole?
Iniziamo con responsabilità. In questa parola si racchiude l’impegno straordinario che i farmacisti hanno assicurato alla comunità e alle Istituzioni durante la gravissima emergenza. Negli ospedali, nei servizi farmaceutici territoriali delle Asl e soprattutto nelle farmacie di comunità, i Colleghi sono stati esemplari punti di riferimento dei cittadini e loro referenti fondamentali nei giorni in cui la paura alimentava le difficoltà e creava ansia e inquietudine; ecco nel buio più oscuro, una luce verde è sempre rimasta accesa. Ovunque. Era una luce rassicurante che apriva alla speranza e rinnovava una antica vocazione al servizio che ha accompagnato la storia dei farmacisti e delle farmacia italiana. Un servizio coscienzioso e affidabile ancorato a un solidissimo rapporto di fiducia con le persone e a un patrimonio di competenze costantemente aggiornato. I farmacisti hanno fatto sacrifici enormi e oltre trenta di loro hanno immolato la propria vita per assicurare la salute alla gente. Si sono impegnati studiando per dare risposte puntuali e precise alla comunità in un momento in cui la velocità delle acquisizioni scientifiche era quotidiana. Uno sforzo enorme che abbiamo compiuto anche con l’aiuto dell’Iss attraverso appositi percorsi formativi di elevatissimo valore tra cui quelli per l’esecuzione dei test diagnostici per il Sars-CoV2, per la somministrazione dei vaccini anti-Covid e ora per quella dei vaccini antiinfluenzali. La seconda parola invece è ruolo.
Un ruolo sempre più centrale nel sistema sanitario…
Sicuramente, perché poggiato saldamente sul concetto di prossimità dal quale non si può più prescindere e al quale risponde con efficacia la rete capillare delle farmacie. Servizi di elevato valore professionale resi in loco, ma erogati anche da remoto attraverso l’uso sempre più diffuso delle moderne tecnologie digitali. Si pensi alla trasformazione di un numero, quello del codice della ricetta elettronica, in un atto dispensativo grazie al Fascicolo Sanitario Elettronico che deve essere più diffusamente utilizzato. Il LEA farmaco è stato garantito ovunque e continuativamente grazie alla tempestiva organizzazione delle farmacie italiane. Un ruolo che non ha mai tradito la vocazione naturale dei farmacisti, ma che addirittura si è esteso e ampliato talvolta anche in ambiti caratterizzati da grande innovatività.
Resilienza e riconoscimento?
La resilienza è la capacità di risposta ad un impatto violento e traumatico. La resilienza della sanità italiana, credo, abbia motivo di registrare risultati positivi, anche e soprattutto, grazie al lavoro dei farmacisti. Questo ha portato a riconoscimenti che trovano riscontro negli atti di generosa gratitudine che ci hanno reso le persone e i rappresentanti dei cittadini. Ma non solo, anche l’evoluzione del panorama legislativo è stato un atto di riconoscimento del ruolo infungibile della farmacia e della professione. Lo testimoniano la possibilità di effettuare in farmacia il prelievo del sangue capillare, la somministrazione in autonomia della vaccinazione, l’attività diagnostica attraverso i test rapidi, la remunerazione che riconosce l’onorario per la prestazione erogata più che non la percentuale sul costo del prodotto. Insomma, tutto questo è stato riconosciuto non attraverso atti celebrativi ma attraverso dichiarazioni che hanno trovato riscontro in provvedimenti di legge. E ora che la fase di sperimentazione di questo nuovo modello operativo è stato collaudato con successo, Fofi e Federfarma sapranno proseguire la loro efficace azione congiunta per consentire la prosecuzione del lavoro in condizioni stabili e permanenti anche attraverso le risorse economiche e le opportunità offerte dal Pnrr. Occorre far tesoro della esperienza pandemica per superare le gravi criticità emerse e procedere con un energica riforma della sanità territoriale in una prospettiva che garantisca meglio la continuità assistenziale ospedale-territorio.
Quindi che bilancio possiamo tirare?
Un bilancio positivo. La farmacia sta percorrendo con passo sicuro quel percorso di evoluzione e riconversione del suo ruolo e delle sue funzione: nei nostri ottocento anni di storia abbiamo dimostrato che se muore un modello siamo in grado di costruirne un altro sempre migliore del precedente in termini di efficienza, qualità e di garanzie per la comunità. E i farmacisti sono sulla strada giusta.