La salute mentale e quelle proposte di riforma destinate a rimanere tali
di Andrea Angelozzi
14 FEB -
Gentile Direttore, riusciamo a immaginare una compagnia aerea che è senza piloti, aerei e carburante e pensa di risolvere la situazione sviluppando un progetto di ristrutturazione centrato nel facilitare la vendita di biglietti, il check-in, i trasporti dentro l’aeroporto e la condivisione delle rotte (che non ha) con le altre compagnie?
Sarebbe un programma interessante ma della cui efficacia mi permetto di dubitare.
Ho letto le proposte emerse nell’incontro promosso dalla Johnson & Johnson in collaborazione con diversi interlocutori regionali del Sistema Salute e tenutosi presso il Consiglio Regionale della Campania, a Napoli, di cui
ci dà notizia Quotidiano Sanità. Trovo sempre lodevole ogni iniziativa che porti alla attenzione le questioni della Salute Mentale e non mi sentirei di dissentire da nessuna delle 10 proposte fatte, compresa l’istituzione di ulteriori tavoli e di una ulteriore giornata della salute mentale.
Il primo dubbio è tuttavia se queste iniziative siano in grado di operare realmente cambiamenti in quella che, stando ai dati del Sistema Informativo della Salute Mentale del 2023 è una situazione oggettivamente difficile. Non conosco direttamente la realtà della Campania ma se vedo i dati SISM, non posso che esprimere preoccupazione. I dati ci parlano infatti di una salute mentale che ha in modo significativo meno strutture psichiatriche territoriali e meno della metà dei posti residenziali rispetto alla media nazionale, oltre a circa la metà dei posti letto ospedalieri di psichiatria. il personale è posiziona a 49,7 operatori per 100.000 abitanti contro una media italiana di 58,3. Fa il 60% delle prestazioni territoriali per utente rispetto alla media nazionale ed un numero di accessi semiresidenziali che è un settimo nel confronto nazionale. E spende a livello pro-capite esattamente la metà della pur non esaltante media nazionale. Ha rilevanti problemi nella capacità di intercettare il disagio, con una incidenza del 17% inferiore alla media nazionale ed una prevalenza del 34% inferiore, che è improbabile ascrivere a una minore presenza di psicopatologia.
E, se oggi l’occasione per questa riflessione ce la offre la Campania, va subito precisato che questi non sono problemi solo della Campania, dal momento che tutte le situazioni regionali sono in difficoltà, qualcuna più di altre.
Le 10 proposte formulate sono importanti e colgono punti essenziali per migliorare una psichiatria che non abbia queste difficoltà, ma temo che nessuna di esse possa agire veramente su questi problemi a cui abbiamo accennato. Ed ancor meno agire sui tanti problemi strutturali che la salute mentale in Italia sta attraversando.
Il secondo dubbio è perché non si parli di questi problemi, anzi, perché non venga nemmeno accennato alla loro esistenza.
E d’altra parte vedo poche prospettive anche in proposte lanciate con post Instagram quale quello del PD riportato da
Quotidiano Sanità che parla di 5, 5 miliardi in più solo per la Salute Mentale quando l’intera sanità ha avuto la metà, piani straordinari per le assunzioni ed aumenti di retribuzioni non si comprende con quale dispositivo e contratto, senza quindi che ci sia la vaga indicazione di come questo sia possibile nella realtà attuale. E senza anche in questo caso affrontare i nodi strutturali della attuale organizzazione della salute mentale.
Anche in questo caso non si può certo dissentire. Ma allora è forse qui il centro della questione, che si formulano proposte con le quali non si può che essere d’accordo, sulle quali è certo il consenso, ma alla fine rimangono solo proposte.
E tutto rimane sempre fermo …
Andrea AngelozziPsichiatra
14 febbraio 2025
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore