Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Lunedì 19 MAGGIO 2025
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Liste d’attesa. Meloni in primis esca dalla logica dello scaricabarile

di Simone Bezzini

09 MAG - Gentile Direttore,
le dichiarazioni fatte al Senato dalla Presidente del Consiglio Meloni hanno creato preoccupazione e sconcerto nel mondo sanitario e in tanta parte dell’opinione pubblica. Quando si parla di liste di attesa si tratta un tema ad altissima sensibilità e di grande complessità. È un tema dal quale passa non solo il rapporto di fiducia cittadini e sistema sanitario, ma che tocca più in generale la credibilità del sistema istituzionale.
Dobbiamo uscire dalla logica dello scaricabarile e avere il coraggio di affrontare i grandi nodi della sanità pubblica. Serve un’iniziativa all’altezza della complessità di questo momento storico.

Come si ha intenzione di contenere le liste d’attesa? Con quali risorse si pensa di far funzionare i nuovi modelli di assistenza territoriale? Come si intende governare la spesa farmaceutica? Come si risolve la questione del payback dei dispositivi medici? Questi sono i punti su cui dobbiamo ragionare.

A proposito delle liste d’attesa, su cui la Presidente si è espressa pochi giorni fa, sono solo la punta dell’iceberg di un processo che ha radici più profonde e che sta mettendo in discussione la tenuta dei sistemi sanitari pubblici e universalistici.
Partiamo da un dato: la struttura demografica e sociale è cambiata e di conseguenza sono mutati i bisogni di salute. I successi della ricerca scientifica e dell’organizzazione sanitaria hanno contribuito ad aumentare la speranza di vita: si vive infatti più a lungo, ma quasi sempre convivendo con una o più patologie croniche. E questo ha comportato un inevitabile aumento della domanda di prestazioni, ben visibile anche nei numeri.

Certo, la crescita delle prescrizioni dipende anche da altri fattori, ma il combinato tra l’aumento della speranza di vita e la cronicizzazione delle patologie è l’elemento più rilevante.
Se da una parte però aumentano le prescrizioni, le risorse a disposizione sono sempre più scarse. Oggi in Italia il rapporto tra finanziamento al Fondo Sanitario Nazionale e PIL si attesta tra i livelli più bassi d’Europa, vicino alla soglia sotto cui un sistema pubblico non può più sopravvivere.

A queste condizioni la tempesta perfetta è dietro l’angolo così come, lo ripeto, il rischio di un’erosione sempre crescente della relazione di fiducia tra sistema sanitario, persone e comunità.

Trovo inadeguato e strumentale l’approccio del Governo, che invece di lavorare a soluzioni sembra cercare capri espiatori.
Alcune delle misure del Decreto Liste d’attesa, citato in Senato dalla Presidente, sono ridondanti rispetto a quanto già attivo da tempo in diverse regioni. Ad esempio in Toscana il CUP unico è pienamente operativo da anni e gestisce oltre 28.000 agende, comprese quelle dei privati convenzionati. Monitoriamo costantemente la presa in carico anche attraverso metodologie innovative, come ad esempio la misurazione dell’indice di cattura. Promuoviamo per i primi accessi e per gli accessi successivi la corretta prescrizione e contestuale prenotazione da parte degli specialisti (nel 2024 quest’ultimo indicatore si attestato al 95%). Analizziamo costantemente l’equilibrio tra ALPI e attività (pari al 11% nel 2024) e avevamo già esteso l’apertura degli ambulatori nel fine settimana con 500mila prestazioni effettuate nel 2024.
Probabilmente il Decreto può portare all’armonizzazione dei sistemi regionali per l’accesso alle prestazioni, ma non produce vantaggi sostanziali nel contenimento delle liste di attesa.

Per quanto riguarda i poteri sostitutivi, richiamati da Meloni, è bene invece chiarire che le Regioni non si sono opposte in modo pregiudiziale. Abbiamo evidenziato il fatto che iniziative come i commissariamenti devono avvenire definendo preventivamente i parametri per le valutazioni e il perimetro temporale della durata, come previsto dalla giurisprudenza della Corte costituzionale. Questo per evitare che vengano usati discrezionalmente da chi governa non per affrontare i problemi veri, ma come clava politica per colpire gli avversari.

Resta comunque l’assenza di una strategia per affrontare il problema delle liste d’attesa. Non come un fenomeno isolato, ma come risultante di processi profondi.

Sarebbe utile per tutti uscire dalle diatribe di questi giorni tra Governo e Regioni facendo un passo in avanti. Serve una visione, un piano, un cronoprogramma: un’intesa che dovrebbe sostanziarsi su alcuni punti non più rinviabili che provo a sintetizzare qui di seguito.
Il primo è il ripristino della norma che consente alle Regioni di utilizzare in deroga ai tetti di spesa lo 0,4% del Fondo sanitario nazionale per abbattere i tempi d’attesa. Una misura utile che il Governo non ha replicato dopo aver annunciato in pompa magna la volontà di farlo.

Il secondo riguarda il varo urgente di strumenti per promuovere l’appropriatezza prescrittiva, al fine di governare la domanda di prestazioni.
Il terzo concerne l’aumento del Fondo sanitario nazionale in modo da coprire, da una parte l’aumento di costi indotti da inflazione, crescita spesa farmaceutica e rinnovo dei contratti in proporzione al personale dipendente di ogni regione, dall’altra l’incremento delle risorse necessarie per aumentare i volumi delle prestazioni erogate e l’implementazione del personale per far decollare i nuovi modelli di assistenza territoriale. Il 2026 è dietro l’angolo: centinaia di Case e Ospedali di Comunità entreranno in funzione, con un fabbisogno di personale che va garantito con finanziamenti aggiuntivi e strutturali al tempo stesso.

Il quarto fa riferimento a forme di monitoraggio e controllo, compresi i poteri sostitutivi, basati però su parametri di valutazione chiari, omogenei e condivisi, con termini di esercizio ben definiti appunto, come ho scritto sopra.

Chiudo ribadendo la necessità di trovare un’intesa complessiva che tenga conto dunque, degli aspetti organizzativi, delle risorse e di una strategia per l’appropriatezza prescrittiva. Altrimenti finiremo per alimentare il teatrino dello scaricabarile, con il risultato di picconare il sistema sanitario pubblico del nostro Paese.

Simone Bezzini
Assessore alla Sanità della Regione Toscana


09 maggio 2025
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy