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QS Edizioni - sabato 15 marzo 2025

Lavoro e Professioni

Le cause per risarcimento delle ferie non godute ai dirigenti medici sono triplicate, così come le vittorie. Cosa sta succedendo?

di Gloria Frezza
immagine 6 marzo - Dopo anni in cui l’atteggiamento giurisprudenziale italiano è stato respingente, oggi in tutti i gradi di giudizio il sanitario ha diritto all’indennizzo. Le Aziende Sanitarie stanno accantonando somme in previsione di ulteriori contenziosi, l’avvocato parla di una “svolta”.

Si susseguono da un anno a questa parte – e più intensamente negli ultimi sei mesi – casi di vittorie in tutte le sedi giudiziarie per il pagamento delle ferie arretrate e non godute che vedono protagonisti dirigenti medici e sanitari.

La monetizzazione delle ferie è sempre stato un tema spinoso per la giurisprudenza italiana, proprio perché il bacino dei potenziali richiedenti è molto ampio, vista la cronica difficoltà dei dipendenti pubblici sanitari di poter godere per tempo dei previsti periodi di riposo annuale. Difficoltà di cui sono coscienti anche le Aziende stesse. Fonti interne riferiscono infatti che, nei budget delle Aziende Sanitarie, ingenti somme siano state “accantonate” proprio in previsione di possibili contenziosi legati alle ferie non godute. Ma cosa è davvero cambiato?

La sentenza della Corte di Giustizia UE: sulle ferie non godute l’Italia deve cambiare

Il 2024 è stato l’anno di svolta per l’atteggiamento della giurisprudenza, come ci conferma l’avvocato Francesco Del Rio di Consulcesi & Partners, che ha vinto oltre 350 mila euro di rimborsi per medici e sanitari. “I principi della pretesa economica dei dipendenti pubblici erano già ampiamente definiti da tempo – spiega a QS – ma l’ostacolo in Italia era la legge n. 135/2012 (conversione del D.L. 95/2012), che di fatto vieta alle strutture pubbliche di riconoscere somme per ferie non godute dopo la cessione del rapporto di lavoro (dimissioni, pensionamento o licenziamento ecc..ndr), per ragioni di contenimento della spesa pubblica o per esigenze organizzative del datore di lavoro”.

Il ribaltamento c’è stato con la sentenza C-218/22 del 18/1/24 della Corte di Giustizia europea, che si è rivolta direttamente all’Italia, bacchettando un possibile orientamento giurisprudenziale che si mostrasse scorretto e irrispettoso dei diritti del lavoratore. Il caso riguardava un dipendente del Comune di Copertino che si era visto rifiutare la liquidazione dei giorni di ferie non goduti poiché si era dimesso volontariamente e non aveva avuto modo di utilizzarle.

“La CGUE ha parlato chiaro – spiega Del Rio – e da allora la questione dell'interpretazione della normativa interna non ha più potuto essere equivocata. Si è confermata l’incompatibilità tra la nostra normativa nazionale e l’art. 31 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, nonché con l’art. 7 della direttiva 2003/88, che ribadiscono il diritto di ogni dipendente pubblico al godimento delle ferie annuali retribuite senza possibilità di deroga o condizioni da applicare”. “Il diritto – prosegue l’avvocato C&P – non solo al pieno godimento delle ferie, ma anche a ricevere il pagamento dell’indennità finanziaria per quelle non godute nel momento della fine del rapporto di lavoro”. La Corte di Giustizia Europea ha chiarito che per fare la richiesta di indennità è sufficiente che sussistano solo due condizioni: un rapporto di lavoro cessato e la prova di giorni di ferie maturati e non goduti dal dipendente.

La svolta e le vittorie per i Sanitari: oltre 300 euro per giorno di ferie

Così lo scorso anno sono stati proprio i sanitari una delle categorie che ha più spesso cercato di far rispettare il proprio diritto alle ferie non godute. Mettendo nero su bianco come la carenza di personale diffusa nel SSN impedisca canonicamente ai dirigenti medici e sanitari di godere del riposo necessario.

L’avvocato illustra l’ultima vittoria su Ferie da parte di C&P, datata a febbraio 2025. “Nell’ultimo caso gestito dai legali C&P è stato finalmente riconosciuto il rimborso per un ex dirigente medico su 56 giorni di ferie non godute. Circa 23 mila euro tra indennizzo, interessi e spese legali rimborsate, ovvero oltre 300 euro per giorno di ferie. È stata ribaltata la prima sentenza del Tribunale di Roma che lamentava una mancanza di prove e la Corte d’Appello ha dato ragione alla dirigente”. In questi casi, infatti, “l’onere della prova è sempre del datore di lavoro e non – come erroneamente era stato deciso – del dipendente”. “Questo significa che è sempre l’Azienda a dover dimostrare di aver segnalato al dipendente la presenza di ferie non godute e di averlo invitato ad utilizzarle, creando le condizioni migliori perché questo fosse possibile”, motiva Del Rio.

Dirigenti Medici e Sanitari e Monte Ferie non godute: cifre record

Per medici e professionisti sanitari il riconoscimento dell’indennità per ferie non godute rappresenta la conferma di un diritto spesso negato loro da condizioni al di fuori della propria volontà. In una stima calcolata da Anaao-Assomed nel 2024, erano 5 milioni i giorni di ferie non goduti dai sanitari e oltre 4 miliardi di euro i risarcimenti da corrispondere. “Senz’altro c’è un senso di rivalsa in queste vittorie – conferma l’avvocato –, i medici ci contestualizzano spesso situazioni lavorative da cui sono scappati proprio perché il work-life balance non veniva assicurato. Purtroppo, nel Pubblico la macchina deve andare avanti e, se non arrivano nuove risorse, saranno quelle già presenti a dover assicurare il funzionamento”. Di fatto la Corte UE e, da un anno, anche la giurisprudenza nazionale riconoscono che il diritto al riposo è stato messo da parte per necessità organizzative, creando una catena di overworking fatta di ferie negate.

Le attuali vittorie sulle ferie non godute riguardano, peraltro, situazioni lavorative terminate con dimissioni, pensionamento, invalidità o licenziamento negli ultimi 10 anni. Si può però facilmente immaginare che, anche al momento attuale, la condizione dei lavoratori della Sanità e la difficoltà nel fruire delle ferie non siano migliorate.

“Il bacino delle ferie non godute in sanità non fa altro che aumentare – dice Del Rio – e dall’emergenza pandemica in poi si è raggiunto il punto di rottura. Il richiamo dell’Ue è stata una scossa, il Covid-19 ci ha mostrato che i sanitari sono la nostra speranza migliore e meritano una vita lavorativa che rispetti le loro necessità”. Compresa, ovviamente, quella del riposo.

Gloria Frezza

6 marzo 2025
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