La proposta di abolizione del numero programmato nel corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, contenuta nella Legge 26/2025 e promossa dal Ministro dell’Università e della Ricerca
Anna Maria Bernini, incassa un secco “no” dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (Cnsu). L’organismo rappresentativo degli studenti universitari italiani ha espresso, in una nota ufficiale, una bocciatura unanime del provvedimento, definendolo "non sostenibile e peggiorativo" per l’intero sistema universitario.
Secondo il Cnsu, la proposta del Ministero sarebbe guidata più da intenti propagandistici che da un reale disegno riformatore: “Non si tratta di un superamento del numero chiuso, ma di una misura che scarica sulle università e sugli studenti le conseguenze di una riforma mal concepita”, si legge nella nota.
Al centro delle critiche ci sono l’introduzione di modalità didattiche telematiche e asincrone, l’assenza di garanzie per il diritto allo studio, e l’impatto insostenibile sulle strutture universitarie già oggi in difficoltà. Il Cnsu denuncia inoltre la mancanza di un confronto preventivo e una tempistica giudicata "irrealistica": con i decreti attuativi attesi a ridosso dell’inizio dell’anno accademico, gli atenei rischierebbero di trovarsi impreparati ad accogliere una platea potenzialmente molto più ampia di studenti.
“Le università italiane – avverte il Consiglio – godono di autonomia didattica garantita dalla Costituzione. Immaginare una uniformità negli insegnamenti e nelle verifiche del profitto è impraticabile.” Preoccupano anche gli effetti sul diritto allo studio: con un semestre comune esteso anche a corsi di seconda scelta, gli studenti potrebbero essere costretti a cambiare sede dopo pochi mesi, con ricadute su borse di studio, alloggi e servizi mensa.
Il Consiglio mette in guardia anche da un possibile ritorno a logiche di selezione soggettiva, affidate ai singoli docenti, con il rischio di creare distorsioni e disuguaglianze. “Il benessere psicologico degli studenti – si legge ancora – è messo a rischio da una riforma che trasforma il percorso universitario in un esercizio arido e competitivo, lontano dal suo valore formativo e umano.”
In chiusura, il Cnsu chiede un immediato passo indietro da parte del Ministero e l’apertura di un dialogo costruttivo per riformare davvero l’accesso a Medicina, coinvolgendo gli studenti sin dalla stesura dei decreti attuativi. “Non ci sottraiamo al confronto – conclude il Consiglio – ma chiediamo di essere parte attiva nella costruzione di un modello sostenibile e giusto.”