Sono stati in totale 282 i casi autoctoni di febbre Dengue registrati la scorsa estate tra le città di Fano e Pesaro, 142 i casi confermati tutti sintomatici (virus DENV-2) e attualmente conclusi. Quello delle Marche è stato il focolaio più esteso, come numero di casi, finora mai registrato in Europa. In italia dal 1 gennaio al 19 novembre 2024 sono stati 685 i casi confermati, di cui 472 sono associati a viaggi all‘estero e 213 autoctoni.
Un problema socio-sanitario che è stato affrontato con successo grazie al lavoro “intersettoriale” di tutte le Istituzioni locali e al coinvolgimento diretto della popolazione.
A fare il punto della situazione il prof. Vincenzo Caputo, Direttore Generale Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria Marche, docente all’Ateneo Federico II, Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive, Profilassi e Polizia Veterinaria, nel corso del convegno One Health e Arbovirosi: Prevenzione e Controllo in Emergenza Della Dengue organizzato ad Ancona dal Centro di controllo delle malattie trasmesse da vettori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche e il patrocinio di One Healthon, rete nazionale di esperti. Un evento che ha visto la partecipazione dei principali esperti europei del controllo delle Arbovirosi, riuniti per fare il punto della situazione sull’epidemia marchigiana nel 2024, e definire le strategie da implementare per il prossimo quinquennio, alla luce data la scadenza nel 2025 dell’attuale Piano Arbovirosi.
“Gli eventi dell’estate 2024 ci hanno insegnato qualcosa che è giusto non dimenticare per debellare la Dengue è necessario combattere l’agente vettore che è rappresentato dalla zanzara tigre. Perciò è imprescindibile un coinvolgimento diretto di tutti i principali attori, comuni, regione e cittadini – afferma Caputo – fondamentale è stato il lavoro intersettoriale di Regione, Istituto Zooprofilattico attraverso il proprio Centro biregionale per le malattie trasmesse da vettori, Comuni, Aziende Sanitarie Locali. In particolare, il servizio del Dipartimento di Prevenzione con le sue articolazioni Mediche e Veterinarie”.
Sebbene il termine One Health (OH) sia stato coniato recentemente, il concetto a questo correlato è da tempo riconosciuto sia a livello nazionale che a livello globale. E ora il concetto di OH ha conquistato via via maggiori riconoscimenti tra le comunità della sanità animale e della salute pubblica.
“Attualmente – precisa Caputo – nella Regione Marche è necessario implementare tutte le strategie necessarie per il contenimento delle Arbovirosi alla luce del vasto episodio epidemico marchigiano dell’autunno 2024. Le arbovirosi sono zoonosi causate da virus trasmessi da vettori artropodi (arthropod-borne virus, come per esempio zanzare, zecche e flebotomi) tramite morso/puntura. Interessano sia l’uomo che gli animali. Al momento attuale si contano oltre 100 virus classificati come arbovirus, in grado di causare malattia nell’uomo. Per questo motivo, le arbovirosi devono essere considerate nella diagnosi differenziale in caso di storia di viaggio all’estero o in presenza di nota diffusione sul territorio nazionale”.
Alla luce di questi scenari diventa quindi essenziale un potenziamento di nuove strategie e di un Piano robusto vista l’imminente stagionale vettoriale e il relativo rischio di diffusione delle malattie a queste correlate e inquadrabili nel capitolo delle Arbovirosi.
La necessità di contenere la proliferazione della Zanzara tigre in particolare rende necessaria una pianificazione degli interventi prevedendo sinergie e collaborazioni a diversi livelli. Se agli Enti Locali spetta la gestione della disinfestazione, il Servizio Sanitario Regionale è tenuto a sorvegliare la diffusione delle malattie trasmesse da vettori e a supportare le Amministrazioni nelle attività di monitoraggio entomologico, nella programmazione degli interventi di lotta al vettore e nell’attuazione di progetti di comunicazione e coinvolgimento dei cittadini.
La lotta alle zanzare non può infatti avere esiti positivi senza un attivo coinvolgimento della popolazione: i siti a rischio di infestazione da zanzara tigre nelle aree pubbliche sono infatti solo il 20-30% del totale e il restante 70-80% delle zone a rischio è di proprietà privata.
Ecco perché è necessario che i cittadini mettano in atto misure di prevenzione e di trattamento nelle aree di loro competenza. Azioni di prevenzione che devono essere accompagnate da una campagna di informazione rivolta ai cittadini per fornire tutte le indicazioni da mettere in atto per contribuire a ridurre il livello dell’infestazione da zanzare (comportamenti corretti per la gestione dei focolai in ambito privato) ed anche i consigli per proteggersi dalle punture e precauzioni da adottare se si viaggia in Paesi a rischio.
I Comuni invece, metteranno a disposizione dei cittadini un numero telefonico per raccogliere informazioni (numero verde) e fornire suggerimenti e consigli. Promuoveranno ordinanze comunali che prevedono specifiche sanzioni in caso di gestione non corretta delle aree private e mancata esecuzione dei trattamenti. Inoltre, collaboreranno e si coordineranno con i Dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie territoriali per l’organizzazione omogenea delle attività di lotta in sintonia con le linee guida regionali-nazionali.
E.M.