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All’Aou Maggiore di Novara il progetto di arte e terapia “Opera condivisa”

L’idea è quella di rendere più confortevole il periodo di degenza delle persone più fragili, compromesse ed allettate, per lo più anziani. Ai pazienti è stato chiesto di realizzare fili di carta valina arrotolata, poi colorati con la tecnica della spugnatura ed inseriti all’interno di un telaio di legno che costituisce il prodotto artistico.

25 LUG - La Struttura Complessa Medicina Interna 2 dell'Aou Maggiore di Novara, diretta dal dott. Mauro Campanini, è stata teatro di un’iniziativa di Terapeutica Artistica frutto del progetto di tesi “Trame interiori” del Corso di laurea di II livello di Francesca Leone.

“L’idea – spiega l’Aou in una nota - è quella di rendere più confortevole il periodo di degenza delle persone più fragili, compromesse ed allettate, per lo più anziani”.

Il progetto consiste nell’utilizzare la carta velina, materiale leggero e morbido da manipolare, per realizzare dei fili di carta arrotolata. “La scelta di produrre fili di carta si riconduce al significato culturale del filo: c’è il filo del pensiero, il filo del discorso, il filo di voce. Ma il filo è anche metafora della vita che nasce, prosegue, si aggroviglia, si unisce ad altri fili per creare la trama e l’ordito”.

Tutti i fili creati vengono poi colorati con la tecnica della spugnatura ed inseriti all’interno di un telaio di legno che va a costituire il prodotto artistico “che, in virtù della partecipazione alla sua realizzazione anche da parte di operatori e di visitatori oltre che dei pazienti e degli studenti in Terapeutica Artistica, prende il nome di Opera Condivisa. La condivisione nel realizzare un’opera d’arte comune rende tutte le persone partecipanti sullo stesso piano: infermieri, medici, pazienti, parenti, artisti, lavorano unitamente mantenendo intatta la propria individualità e personalità”.

La nota dell’Aou evidenzia come “durante le fasi della messa in opera del progetto, che ha avuto come tutor aziendale la psicologa dott.ssa Silvia Beltrami, gli aderenti all’attività hanno sperimentato una dimensione emozionale di gratificazione intessendo una rete dialogica artistica che valorizza il contributo individuale rafforzando il senso di padronanza e capacità andando al contempo ad agire incrementando l’autostima, il tutto con un ritorno di senso di appartenenza ad un gruppo che conferma e restituisce dignità alla persona”.

“La formazione biennale in Terapeutica Artistica – spiega la nota - si realizza in un percorso innovativo che sviluppa nell’artista le competenze del terapista al fine di giungere ad una qualificazione idonea ad operare in ambito educativo socio-sanitario. A partire dai suoi esordi la Terapeutica Artistica opera in reparti ospedalieri, associazioni, centri psico-sociali, scuole e carceri. Pertanto gli attori di questo fare artistico condiviso hanno provenienze e caratteristiche estremamente eterogenee e proprio come le voci di un coro caratterizzate da tante tonalità e colori trovano una possibilità partecipativa ed un riconoscimento della propria identità nell'Opera Condivisa”.

La Struttura Semplice Psicologia Clinica, diretta dalla dott.ssa Daniela Cella, “che sempre più spesso negli ultimi anni è stata coinvolta in attività per la realizzazione di risposte formative e progettuali flessibili adattabili ai diversi contesti ospedalieri”, parallelamente ad attività di sviluppo delle competenze terapeutiche psichiche e relazionali degli operatori, lo scorso anno ha aderito alla proposta di attivazione della Convenzione con l’Accademia di Belle Arti di Brera finalizzata a sostenere il ruolo professionale dell’Artista terapista tirocinante nell’Aou di Novara e ha sostenuto e supervisionato lo sviluppo del primo dei percorsi progettuali attivati in azienda.

25 luglio 2017
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