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Risk management. I progetti della Asl di Cagliari per una moderna governance clinica e valutazione del rischio   

di Elisabetta Caredda 

Massazza: “Abbiamo presentato i primi risultati di due progetti distinti al Forum Risk Management di Arezzo. Uno studio riguarda la dimissione del paziente post acuto ed il suo inserimento, da noi agevolato, presso le strutture territoriali appropriate (CTO), l’altro verte sulla realizzazione di un sistema informatizzato di controllo del rischio infettivo nell’ospedale ‘Santissima Trinità’, che abbiamo intitolato: il Progetto ‘Bonaria’”.

06 DIC - Il tema del rischio clinico e della sua gestione è stato rappresentato anche dalla Asl di Cagliari nell’ultima recente edizione del Forum Risk Management di Arezzo attraverso due progetti di studio. Uno riguarda la dimissione del paziente post acuto e il suo inserimento presso le strutture territoriali appropriate, l’altro verte sulla realizzazione di un sistema informatizzato di controllo del rischio infettivo nell’ospedale ‘Santissima Trinità’. A parlarne a Quotidiano Sanità, il direttore sanitario della Asl8, Roberto Massazza, tra i coautori dei suddetti progetti.

“La collaborazione instauratasi tra il presidio ospedaliero del Santissima Trinità di Cagliari con le centrali operative territoriali (COT) dell’intera provincia ha consentito di raccogliere, a partire dal principio di questo anno, i dati dei pazienti ritenuti in ‘dimissione difficile’. Abbiamo valutato pertanto i dati compresi nel periodo gennaio-settembre 2023 tramite il sistema informativo aziendale della Asl, poi elaborati con i file Excel. Nel database sono state riportate le date di richiesta di trasferimento dei pazienti alle strutture territoriali ed i tempi quindi di dimissione”.

“Perché abbiamo pensato di sviluppare questo progetto – prosegue il direttore sanitario -. Il paziente in dimissione ha necessità di essere inserito in un percorso di programma di cura, gli deve essere assicurata una continuità assistenziale. Ragion per cui, le direzioni di Presidio e i reparti di degenza al momento della dimissione pianificano questo percorso di cura e la conseguente presa in carico del paziente nella cosiddetta fase ‘post acuzie’. A questo punto le COT agiscono da supporto e raccordano i servizi coinvolti che seguono la gestione di trasferimento dei pazienti dal luogo di cura o dai livelli clinici-assistenziali (RSA, Hospice, ecc.). L’obiettivo che ci siamo prefissati di sviluppare è la corretta gestione del carico assistenziale del paziente nei vari setting assistenziali post acuzie disponibili, e la valorizzazione della risorsa ‘posto letto’ negli ospedali anche per i pazienti acuti”.

I dati. “Dal 01/01/2023 al 30/09/2023 su 9.311 ricoveri – illustra Massazza -, per 242 pazienti (2,5%) è stata richiesta una procedura di ‘dimissione difficile’: il ‘valore mediano’ di permanenza in ospedale, dalla richiesta del trasferimento alle strutture territoriali appropriate, è stato di 27 gg, mentre quello dei pazienti deceduti in attesa di trasferimento, sempre a partire dalla richiesta, è stato calcolato di 13 gg di degenza. Considerato il tempo necessario per il trasferimento, nel periodo esaminato sono state rilevate 3.917 giornate di degenza inappropriate per il livello assistenziale dell’Ospedale. Inoltre, per tutti pazienti considerati, sono stati registrati 1.414 gg di degenza oltre soglia, tenuto conto dei rispettivi raggruppamenti omogenei di diagnosi (DRG). Cosa intendo quando parlo di DRG, faccio riferimento a quei sistemi che consentono di classificare tutti i pazienti dimessi da un ospedale in gruppi omogenei per assorbimento di risorse impegnate, al fine di quantificare economicamente tale assorbimento di risorse, e quindi la remunerazione spettante a ciascun caso di ricovero. Attraverso anche l’analisi dei DGR è possibile tenere sotto controllo e contenere la spesa sanitaria. Tornando al caso dei gg di degenza oltre soglia dei nostri pazienti, abbiamo riscontrato un costo eccedente di oltre 246.000 euro, a cui vanno aggiunti i costi di gestione diretti ed indiretti”.

“Detto ciò – sottolinea il direttore sanitario -, i dati che abbiamo raccolto dimostrano come la dimissione del paziente post acuto ed il suo inserimento presso le strutture territoriali a minor carico assistenziale, che noi abbiamo il compito di agevolare, riduce il rischio clinico legato ad una degenza prolungata, ancor più se inappropriata. Questo porta, inoltre, ad aumentare la disponibilità di posti letto per acuti, liberatisi a seguito del trasferimento dei pazienti, e di riflesso ad un minor tempo di attesa per i ricoveri effettuati dal Pronto Soccorso, ed anche ad una migliore gestione delle liste d’attesa per i ricoveri programmati”.

Passando all’altro progetto, “riguarda - spiega Massazza - la realizzazione di un sistema informatizzato di controllo del rischio infettivo nell’ospedale “Santissima Trinità” della ASL n. 8, dove abbiamo il reparto delle malattie infettive, che abbiamo intitolato: il Progetto ‘Bonaria’. La gestione del rischio infettivo, che è una branca del rischio clinico, è presa in considerazione anche per la crescente incidenza di germi multi-resistenti rilevati in ambito assistenziale. Cosa ha pensato di fare la direzione di presidio ospedaliero del ‘Santissima Trinità per gli operatori sanitari, ha messo loro a disposizione uno spazio all’interno dell’intranet aziendale (portale web aziendale privato) per l’accesso ai contenuti principali quali i capitolati d’appalto, le disposizioni operative, le raccomandazioni ministeriali ed il sistema di segnalazione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA). Ciò è stato consentito dal presidio ospedaliero per ‘accompagnare’ gli operatori sanitari verso una maggior consapevolezza del rischio clinico”.

“Il progetto – approfondisce il direttore sanitario - per la raccolta dati adopera il ‘software open source Limesurvey®’, ed il protocollo utilizzato per il sistema di segnalazione delle infezioni correlate all’assistenza è quello noto della Point Prevalence Survey. Ancora, il progetto prevede che ogni facilitatore del rischio clinico possa accedere al sistema tramite link su intranet. Per ogni compilazione, l’operatore riceve le e-mail, stampa le risposte e può consultare le statistiche. Il software che ho accennato è stato già utilizzato per fornire le precauzioni standard ed aggiuntive per le malattie infettive e per il tracciamento dei microrganismi alert”.

“Il test del sistema, denominato ‘Portale Sistema Informativo SS. Trinità’, ha avuto avvio nell’ottobre 2021 con la check-list (lista di controllo) per la sanificazione, la prenotazione vaccinazioni dipendenti, le sorveglianze delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) ed altro, per un totale di 3.143 compilazioni. Sono state inserite dalla direzione di presidio del ‘Santissima Trinità ben 485 segnalazioni di microrganismi alert del laboratorio, significative ad avviare tempestivi interventi di prevenzione. Con la condivisione digitale delle precauzioni da attuare in corso di infezioni, in quest’ultimo trimestre si sono registrati 67 accessi al Portale e 7 feedback ricevuti”.

“Ad oggi, i risultati preliminari del test del sistema mostrano che gli strumenti interattivi di raccolta dati e di monitoraggio costante delle ICA consentono di poter intervenire con rapidità. Sempre il sistema in questione, al massimo potenziale, sarà in grado di rappresentare nel settore Risk Manager uno strumento valido per una moderna governance clinica e della valutazione del rischio, grazie anche all’uso di intelligenza artificiale predittiva. In programma vi è ora la formazione dei facilitatori del rischio clinico, professioni indispensabili per portare al massimo potenziale il Portale”.

“Concludo citando con un ringraziamento quanti hanno reso possibile la realizzazione di entrambi questi progetti, ed in particolare i colleghi Emanuele Lampis, Francesco Pisano, Raffaela Sanna, Alessandra Sotgiu, Susanna Cadeddu, Roberto Palmas, Roberta Porceddu (Direzione sanitaria del PO SS. Trinità), Marcello Tidore (DG ASL 8)” – termina Massazza.

Elisabetta Caredda

06 dicembre 2023
© Riproduzione riservata

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