Regione che vai, regole sul ticket farmaceutico che trovi. E i cittadini, esclusa la parte che decidono di pagare per avere il medicinale di marca, contribuiscono per 441 milioni di euro alle case regionali come compartecipazione obbligatoria. Una cifra che è in aumento del 4% rispetto al 2023. E' quanto emerge analizzando i dati del monitoraggio della spesa farmaceutica 2024 dell'Agenzia italiana del farmaco e quello della spesa sanitaria 2024 della Ragioneria di Stato.
I criteri che variano a seconda del luogo di residenza confermano che lo stesso farmaco può costare diversamente al cittadino. E non perché il prezzo sia diverso alla fonte, ma perché c’è il ticket che lo fa lievitare quando si arriva alla cassa in farmacia.
La buona notizia è che, come noto, esiste un buon numero di regioni che non fanno pagare il ticket sulle ricette. Sono 9 regioni e una Pa: si tratta di Piemonte, Pa Trento, Toscana, Umbria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Basilicata ed Emilia Romagna, quest'ultima però a partire dal 2 maggio ha previsto l'introduzione di un ticket di 2,20 euro a confezione di medicinale, fino a un massimo di 4 euro per ricetta.
Ma andiamo per ordine in altre 5 regioni (Valle d’Aosta, Lombardia, Pa Bolzano, Veneto e Liguria) le cifre sono più o meno simili. Un non esente deve pagare 2 euro a confezione (max 4 euro a ricetta). E anche gli esenti devono pagare: in media 1 euro a confezione ma in Lombardia si può arrivare anche fino a 6 euro a ricetta. Ma lo stesso, seppur con cifre diverse, accade in quasi tutte le Regioni che impongono una compartecipazione tanto che ormai il termine 'esente' appare del tutto inappropriato. Simile a queste regioni il sistema della Calabria che fa pagare 2 euro a confezione fino ad un massimo di 4 euro a ricetta a cui però viene aggiunto 1 euro a ricetta.
Nelle altre 6 regioni (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Sicilia) vige invece un sistema a scaglioni. Per esempio nel Lazio non si paga il ticket per una lista di farmaci definita dalla Regione mentre per quelli che non sono presenti nella lista si pagano 2,5 euro a confezione se il prezzo del farmaco è inferiore a 5 euro mentre si pagano 4 euro se il prezzo del farmaco supera la soglia dei 5 euro. In Campania invece si pagano 2 euro a ricetta per i farmaci in lista di trasparenza mentre per quelli fuori lista 1,5 euro a confezione (max 3 euro a ricetta) più 2 euro fissi a ricetta.
E le stesse diversità si ritrovano anche sui farmaci in Dpc (Distribuzione per conto). Una giungla di disuguaglianze che non accenna a cambiare negli anni.