Infezioni correlate all’assistenza provocano 37mila morti e sono concausa di altri 110mila. Esperti a confronto su modello Abruzzo per arginarle

Infezioni correlate all’assistenza provocano 37mila morti e sono concausa di altri 110mila. Esperti a confronto su modello Abruzzo per arginarle

Infezioni correlate all’assistenza provocano 37mila morti e sono concausa di altri 110mila. Esperti a confronto su modello Abruzzo per arginarle
Tra le cause più comuni, vi sono l’uso eccessivo degli antibiotici, la presenza di germi multiresistenti nell’ospedale, la mancanza di procedure corrette nella limitazione della trasmissione delle infezioni come il lavaggio delle mani o la sanificazione degli ambienti.

Le infezioni correlate all’assistenza costituiscono un grave problema di sanità pubblica come si evince da alcuni dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: in Europa provocano ogni anno 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza e 37mila decessi direttamente attribuibili, oltre a 110mila decessi per i quali l’infezione rappresenta una concausa; i costi diretti vengono stimati in approssimativamente in 7 miliardi di euro. Tra le cause più comuni, vi sono l’uso eccessivo degli antibiotici, la presenza di germi multiresistenti nell’ospedale, la mancanza di procedure corrette nella limitazione della trasmissione delle infezioni come il lavaggio delle mani o la sanificazione degli ambienti. Inoltre, oggi ci sono sempre più pazienti fragili, che spesso arrivano in ospedale già colonizzati da germi multiresistenti: questo impone che tutti i pazienti siano monitorizzati dal loro ingresso in ospedale.

Parte dall’Abruzzo un modello efficace per contrastare le infezioni correlate all’assistenza e l’antibiotico-resistenza, ossia le attuali emergenze infettivologiche. Dopo i buoni risultati dell’ultimo decennio, il modello si propone con un nuovo slancio, aggiungendo ai pilastri preesistenti nuovi strumenti, tra cui un corso per formare gli specialisti di diverse discipline e un coinvolgimento di tutti i diversi reparti degli ospedali, con l’infettivologo che mantiene un ruolo di regista per un problema che interessa ogni ambito. Questi temi sono al centro del Convegno “Microbiology & Infections Pescara 2023”, patrocinato dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT e dall’Associazione Microbiologi Clinici Italiani – AMCLI. Tre giornate dal 19 al 21 ottobre dedicate alle infezioni provocate dai microrganismi patogeni per capire le strategie più efficaci da adottare.

La realtà abruzzese si è distinta nell’ultimo decennio per una serie di buone pratiche che hanno portato anche a significativi risultati nella lotta alle infezioni correlate all’assistenza, che sono in procinto di arricchirsi di ulteriori strumenti. “Nel monitoraggio delle resistenze agli antibiotici, con il supporto dell’Istituto Zooprofilattico, stiamo realizzando una app con cui conoscere i germi che circolano in ciascun ospedale e contestualmente individuare gli strumenti per intervenire – sottolinea Giustino Parruti, Direttore UOC Malattie Infettive Asl Pescara e Presidente SIMIT Abruzzo e Molise – Inoltre, a gennaio partirà un corso ad hoc sulle ICA, rivolto a specialisti di diverse aree. Infine, stiamo definendo una stretta sull’infection control tramite l’uso della tecnologia e dell’Intelligenza Artificiale. Serve però il supporto dell’azienda ospedaliera per sviluppare modelli capillari che cambino l’organizzazione, eliminino il sovraffollamento, garantiscano cicli di pulizia sufficiente, monitorino tutti gli interventi, favoriscano l’informatizzazione”.

I progressi impostati per il 2024 integreranno un sistema già funzionante, caratterizzato da alcuni peculiari punti di forza. “Il Gruppo Operativo Epidemiologico della ASL di Pescara si è distinto per numerosi elementi – spiega Giustino Parruti – Anzitutto, interveniamo già nelle fasi di colonizzazione dei batteri, che precedono le infezioni, con l’obbligo di segnalare i batteri Alert, i più pericolosi per la salute dei pazienti, anticipando così l’infezione con un intervento preventivo in fase preclinica. In secondo luogo, vi sono i buoni risultati ottenuti in Rianimazione, sia nei confronti di infection control e antimicrobial stewardship, che per l’uso corretto degli antibiotici. Inoltre, vi è stata un’efficace risposta alla pandemia con il distanziamento dei pazienti, grazie alla disposizione di spazi e personale per assistere i pazienti con Covid senza dover ricorrere alla conversione delle aree di degenza. Tuttavia, serve un impegno costante e si devono fronteggiare periodiche situazioni di affollamento degli ospedali in cui si verifica una crescita notevole anche delle infezioni. Vogliamo difendere questi risultati: il paziente ha bisogno di spazi, risorse e di un numero adeguato di sanitari per essere assistito efficientemente”.

25 Ottobre 2023

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