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Offerta ospedaliera, dotazioni di posti letto e personale


26 SET - Posti letto
Rispetto al tetto di posti letto da ultimo indicato dalla Spending review, secondo i dati 2010 (fonte: Ministero Salute) molte Regioni erano ancora ben lontane dal raggiungimento di detto limite. La Legge n°135/2012 impone, infatti, il raggiungimento di un livello di posti letto complessivo di 3,7 ogni 1.000 abitanti, di cui 3,0 per acuti e 0,7 per lungodegenza post acuzie e riabilitazione.

Stando ai dati disponibili [TAVOLA 16], nel 2010 solo Umbria, Campania e Sicilia rispettavano il limite;  peraltro dati più recenti, relativi al 2012, del Ministero della Salute, mostrerebbero che anche l’Umbria è teoricamente inadempiente sulla base del puro dato di offerta e popolazione.
Peraltro la norma, eppure in modo non facilmente interpretabile dispone di considerare anche mobilità, di fatto configurando una deroga al tetto massimo per le Regioni con un saldo di mobilità attiva. Inoltre, lo standard è il frutto dell’applicazione di tassi di ospedalizzazione standardizzati per età alla popolazione media nazionale, di cui è indicato solo il valore medio fissato in 160 per 1.000 abitanti (in acuzie);  si dovrà quindi tenere conto anche delle diverse demografie regionali, standardizzando di conseguenza il dato.

Le recenti valutazioni ministeriali incorporano tali correttivi, il cui congiunto effetto porta la Liguria (la Regione con la popolazione più anziana di Italia) ad avere uno standard di riferimento di 3,37 posti letto per 1000 abitanti, seguita dalla Emilia Romagna con 3,32;  all’altro estremo troviamo la Campania con 2,62, seguita dalla Calabria con 2,68. [TAVOLA 17]

Si è poi voluto ricalcolare i tetti (per gli acuti) considerando la sola correzione in base alla struttura demografica, quindi utilizziamo la popolazione pesata: in tale contesto, solo Umbria e Piemonte sarebbero coerenti con il tetto del 3% (in media nazionale), fermandosi al 2,91 e 2,94.
Escludendo le Regioni a statuto speciale, gli eccessi maggiori si rilevano in Sardegna e Emilia Romagna. [TAVOLA 18]
 
Personale
Larga parte delle politiche tese alla razionalizzazione del SSN si fondano su riduzioni di offerta e nello specifico di posti letto ospedalieri: ancora di recente la Spending review ha rideterminato gli standard di posti letto.

I risparmi attesi sono, come è evidente, in larga misura legati alla riduzione dell’organico, derivante dal combinato disposto del taglio dei posti letto e del blocco del turn over.

Per valutare l’efficacia di queste politiche risulta quindi essenziale valutare la coerenza delle dotazioni organiche regionali.
Considerando come target gli indicatori delle Regioni "più virtuose", qui convenzionalmente intese come le prime 3 con il minor numero di personale infermieristico per posto letto e le prime 5 con il minore rapporto medici per infermiere, si desume quanto ancora l’organico non sembri omogeneamente distribuito. Applicando tali standard (ovviamente in via di prima elaborazione, non tenendo per esempio conto del diverso case mix dei pazienti trattati) a tutte le Regioni, si ottengono scostamenti dal target decisamente rilevanti, che toccano il 23% per il personale infermieristico nelle Regioni del Centro, e oltre il 30% per medici e odontoiatri (rispettivamente -34% e -31% nel Centro e nel Sud). Anche il Nord, se pur più “virtuoso”, dovrebbe ridurre infermieri e medici del -13% e -14%.

Complessivamente si evidenzia un surplus di personale di infermieri e medici e odontoiatri, rispettivamente di circa 28.800 e 18.800 unità, senza tenere conto degli ulteriori tagli di posti letto previsti dalla Spending review. [TAVOLA 19]
In altri termini, i risparmi attesi dal taglio dei posti letto è lecito dubitare che abbiano potuto dare i pienamente i vantaggi sperati, in quanto l’adeguamento del personale risente di una forte inerzia, essendo quasi esclusivamente generato dal blocco del turn over, il quale pure pone problemi non indifferenti alle aziende, sia per l’invecchiamento medio dell’organico, sia per i rischi di scostamenti qualitativi fra le competenze necessarie e quelle disponibili.

26 settembre 2013
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