"Lockdown e vaccini non sono nel nuovo piano pandemico. Le sinistre se ne facciano una ragione". Così ieri il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, presentava su X la bozza del nuovo Piano pandemico inviato alle Regioni per il parere. Poco prima, anche il presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sull'emergenza Covid Marco Lisei (FdI), sempre sui social, spiegava come nella nuova bozza "vaccini e lockdown sono extrema ratio" per il governo Meloni, "il contrario di quanto accaduto in passato".
Giudizi tanto falsi nel merito quanto pericolosi nel metodo. Falsi innanzitutto perché non è affatto vero, come sostenuto da Bignami, che la nuova bozza non presenta la possibilità di lockdown. Allo stesso modo, non è vero che le restrizioni delle libertà restano "norme internazionali", come scrive Lisei. Il testo inviato alla Stato Regioni chiarisce che viene "escluso l'utilizzo di atti amministrativi per l'adozione di ogni misura che possa essere coercitiva della libertà personale o compressiva dei diritti civili e sociali", ma al contempo che "solo con leggi o atti aventi forza di legge e nel rispetto dei principi costituzionali possono essere previste misure temporanee, straordinarie ed eccezionali in tal senso”.
Tradotto, non norme internazionali, bensì leggi, decreti legge e decreti legislativi presentati dal Governo italiano potranno prevedere nuovi lockdown in caso di "pandemia di carattere eccezionale", ossia nei casi come quelli vissuti negli scorsi anni con il Covid. Da questo punto di vista sostanzialmente non cambia nulla rispetto al passato. Durante la gestione dell'emergenza Covid le restrizioni alla libera circolazione erano disposte con decreti legge che delegavano il presidente del Consiglio ad attuarle per mezzo di Dpcm.
Quanto ai vaccini, nella nuova bozza di Piano pandemico si sottolinea che quelli "approvati e sperimentati risultano misure preventive efficaci, contraddistinte da un rapporto rischio-beneficio significativamente favorevole; non possono essere considerati gli unici strumenti per il contrasto agli agenti patogeni ma vanno utilizzati insieme ai presidi terapeutici disponibili". Anche in questo caso dunque non è vero non sono presenti nel testo. Si aggiunge sì che devono essere utilizzati insieme ai presidi terapeutici disponibili, ma se pensiamo al Covid, gli unici farmaci specifici per la cura del Sars-Cov-2 erano quegli anticorpi monoclonali arrivati solo nel 2022. Quanto al resto, si utilizzano medicinali off label o farmaci per il trattamento sintomatico del Covid, non per la sua cura. E nulla vietava di ricorrere a questi rimedi, se necessario, pur in presenza di un vaccino disponibile.
Infine, parlavo di giudizi pericolosi nel merito. Questo perché il messaggio che si vuole lanciare sostenendo che i "vaccini non sono presenti nel nuovo piano, la sinistra se ne faccia una ragione", politicizza inutilmente un tema fondamentale di salute pubblica e pone almeno una parte della maggioranza di governo su un piano comunicativo pericolosamente allineato a quello del mondo 'no vax'. Ricordiamo che il Piano prevede e programma le risposte a possibili nuove "pandemie di carattere eccezionale", ed in una situazione di questo tipo la disponibilità di vaccini efficaci per proteggere la salute della popolazione dovrebbe essere qualcosa di fortemente auspicabile per chi dal governo sarebbe chiamato a governare una simile emergenza, di certo non qualcosa da dover evitare e dalla quale prendere in questo modo le distanze.
Giovanni Rodriquez