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Antibiotico-resistenza. Migliorano i dati delle filiere avicole, ma suini e bovini restano il punto debole. Cresce l’allarme per i carbapenemi. I dati del Ministero 


Sebbene in Italia la multi-resistenza sia ampiamente diffusa in tutte le produzioni animali sono emersi risultati incoraggianti grazie alle misure di contenimento messe in atto nella filiera avicola, ma rimane l’urgenza di interventi più incisivi nel comparto suino e bovino.  I dati del nuovo rapporto del Ministero della Salute sulla l’andamento della resistenza antimicrobica (AMR) nei batteri zoonotici e commensali tra il 2014 e il 2023

30 GIU - Nonostante la resistenza agli antibiotici sia ancora molto diffusa in Italia lungo le filiere degli animali destinati alla produzione di alimenti, le politiche di riduzione dell’uso degli antimicrobici, laddove applicate con costanza, mostrano dati incoraggianti.

Dal 2014 al 2023, ci sono stati segnali di miglioramento nel contrasto all’antibiotico-resistenza nelle filiere avicole, con una riduzione significativa dei ceppi multiresistenti di Escherichia coli e un aumento degli isolati pienamente suscettibili, sia nei polli da carne che nei tacchini. Tuttavia, permangono gravi criticità, soprattutto nei settori suinicolo e bovino, che richiedono interventi mirati e urgenti per evitare che diventino focolai persistenti di batteri multiresistenti.

Preoccupa l’emergere di ceppi di E. coli produttori di carbapenemasi, rilevati per la prima volta nei suini dal 2019, con una diffusione crescente. Si conferma anche la presenza massiva e resistente del sierotipo Salmonella Infantis nel pollame.

Questo il quadro tracciato dalla Relazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali negli animali destinati alla produzione di alimenti e nelle carni derivate pubblicata dal Ministero della Salute. I dati del report indicano che gli sforzi di contenimento dell’uso degli antibiotici nel settore avicolo stanno dando risultati tangibili. Tuttavia, la persistenza di alti livelli di multiresistenza nei suini e nei bovini, unita all’allarme crescente per l’emergere di ceppi resistenti ai carbapenemi, richiede un rafforzamento delle misure già in atto.

Lo studio, basato su dati raccolti in dieci anni di monitoraggio nazionale (2014-2023), è parte integrante del Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) e fotografa un fenomeno che rimane centrale nell’approccio “One Health”.

Sotto la lente polli da carne, tacchini da ingrasso, suini da ingrasso e bovini di età inferiore ai 12 mesi, con una cadenza di campionamento alternata. I dati includono test su contenuto intestinale e carne al dettaglio.

Pollame: calano i ceppi multiresistenti, crescono quelli suscettibili Nelle filiere avicole (polli e tacchini) i risultati mostrano un chiaro miglioramento: E. coli commensale MDR (multiresistenti a ≥3 classi di antibiotici) è diminuito sensibilmente. Nel pollo da carne è passato dall’80% (2014) al 40% (2022), con un parallelo aumento degli isolati pienamente suscettibili (FS), saliti al 27,6%; nel tacchino da ingrasso, la prevalenza MDR è scesa dal picco del 2016 (80,6%) al 45,8% del 2022, mentre gli isolati FS hanno raggiunto quasi il 30%.

La tendenza al miglioramento è stata confermata anche nei campioni di carne venduta al dettaglio, dove si osservano percentuali di resistenza in calo e un aumento della suscettibilità agli antibiotici testati.

Suini e bovini: resistenza elevata e sostanzialmente invariata Nel comparto suinicolo e bovino, il quadro resta critico: nei suini, nel 2023 il 67% degli isolati di E. coli commensale intestinale era multiresistente, con i FS fermi al 12,9%, valori analoghi a quelli del 2015; nei bovini <12 mesi, nel 2023 la quota MDR ha raggiunto il 72,3%, mentre gli FS si fermano al 14,1%. Le variazioni rispetto agli anni precedenti risultano marginali.

Tra gli aspetti più allarmanti evidenziati dal report c’ è la diffusione di E. coli produttori di ESBL/AmpC, enzimi che conferiscono resistenza a cefalosporine di terza e quarta generazione. Nel pollame è stato registrato un calo importante: nel tacchino, la prevalenza intestinale è passata dal 78,4% (2016) al 30,2% (2022). Nei suini e bovini, i valori restano elevati: 71,3% nei suini (2023) e 89% nei bovini <12 mesi. In entrambi i casi, si conferma una resistenza persistente ben al di sopra della media europea.

Emergenza carbapenemasi: rilevati i primi ceppi nei suini e nei bovini A partire dal 2019 è stata rilevata per la prima volta la presenza di E. coli produttori di carbapenemasi in suini da ingrasso e negli anni successivi anche in bovini <12 mesi, ed in modo sporadico anche in polli e tacchini da ingrasso. Nei suini da ingrasso, nel 2023 si rileva una prevalenza del 6,3%. Nei bovini <12 mesi, l’incidenza è del 1,3%. Nei polli e tacchini, singoli isolati sono comparsi solo nel 2022.

Dati che, rileva la relazione, impongono la necessità di un monitoraggio continuo di E. coli produttori di carbapenemasi nell’allevamento nazionale.

Salmonella spp.: migliorano i dati nel tacchino, resta dominante S. Infantis nel pollo Tra le salmonelle, si segnala: nel tacchino da ingrasso, un netto miglioramento nel 2022: il 50,5% degli isolati era pienamente suscettibile, a fronte di un MDR al 32,4%; nel pollo da carne, domina la Salmonella Infantis, spesso multiresistente e associata alla produzione di ESBL. Nel 2022 rappresenta l’88,3% degli isolati con un incremento della quota ESC-R (resistenti alle cefalosporine a spettro esteso) fino al 19,1%.



30 giugno 2025
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