Aziende sanitarie universitarie, il nodo degli emendamenti “ad personam”

Aziende sanitarie universitarie, il nodo degli emendamenti “ad personam”

Aziende sanitarie universitarie, il nodo degli emendamenti “ad personam”
Gli emendamenti "ad personam" approvati nel 2016 hanno creato gravi criticità nel sistema delle Aziende Ospedaliero-Universitarie, sottomettendo di fatto la sanità pubblica al mondo accademico. L'emendamento Lotito 63.78 rischia ora di aggravare la situazione, legittimando AOU al di fuori dei percorsi normativi nonostante il lavoro in corso per una disciplina organica da parte dei ministri Schillaci e Bernini

Si sa, i confronti tra chi governa e chi si oppone sulle leggi di bilancio (ieri leggi di stabilità e poi finanziarie) arrivano ad essere sempre rumorosi. Molto meno gli emendamenti, spesso negoziati tra gli uni e gli altri, che passano in sordina. Ciò perché molti di questi tendono a risolvere problemi ad personam delle singole Regioni (rectius, presidenti delle stesse).

Tra questi tanti e troppi sono quelli che hanno riguardato la sanità.

Due di questi, approvati con la legge di stabilità per il 2016 ai commi 546-547, produrranno difficoltà non di poco conto al Gruppo di studio costituito dalla ministra Bernini con il DM n. 607 dell’8 agosto 2025.

Il prof. Massimo Miscusi, che coordina bene i suoi dieci primati scientifici, avrà un bel da farsi nel mettere d’accordo quanto deciso con la legge 28 dicembre 2015 n. 208 – su sollecitazione, sembra, dell’allora presidente della Regione del FVG, Debora Serracchiani – con la ridefinizione regolatoria delle AOU, cui il suddetto gruppo è chiamato ad adempiere.

Un esempio, quello dell’intervenuto insediamento dell’anzidetta commissione ministeriale, da apprezzare, specie se considerato come strumento stimolativo del rilascio del Dpcm di riconoscimento all’AOU di Tor Vergata.

Il tema che certamente preoccuperà sarà quello causato dalla lettura della norma speciale insediata nella legge di stabilità per il 2016. Quella che al comma 546 ebbe a consentire alle Regioni a statuto speciale che, nel biennio precedente (2014-2015), ebbero a riorganizzare il proprio SSN ovvero «ne hanno avviato la riorganizzazione, attraverso processi di accorpamento delle aziende sanitarie preesistenti, la collaborazione tra Servizio sanitario nazionale e università può realizzarsi anche mediante la costituzione di aziende sanitarie uniche, risultanti dall’incorporazione delle aziende ospedaliere universitarie nelle aziende sanitarie locali, secondo modalità definite preventivamente con protocolli di intesa tra le regioni e le università interessate, da stipulare ai sensi del decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517».

Gli emendamenti ad personam
Quanto realizzato in FVG (e non solo) assumerà un effetto deflagrante, dal momento che determinò e determina uno stato di confusione nell’esistenza giuridica delle AOU, le uniche ad essere riconosciute dalla Stato – a mente del combinato disposto dei d.lgs. 502/1992 e 517/1999 – come entità aziendali finalizzate ad assicurare la collaborazione del sistema delle salute nazionale con quello delle università.

I suoi effetti hanno fatto, da quasi vent’anni, a pezzi il SSN, sottomettendolo al sistema universitario, cui è stata consentita una indebita invasione di campo non propriamente conforme alle leggi dello Stato. Ciò con l’avvio della rete delle Accademie private, che prolificano in ogni direzione, di utilizzare tutto (compresi gli IRCCS) pur di insinuarsi nel sistema alla pari delle AOU, ma con meno prescrizioni da ossequiare. Il tutto con il vantaggio, però, dei decisori politici di nominare i direttori generali delle Aziende senza condizionamento alcuno dei rettori delle università coinvolte.

Una tale situazione, se soggetta ad ulteriore proliferazione, sgretolerebbe l’unitarietà del sistema della salute, condizionandola all’ingombrante presenza del mondo accademico che, pieno zeppo di professori e ricercatori in organico, tenta di scaricare a valle i costi economici sempre meno sopportabili.

Una tale situazione ha generato in FVG un pericolo di sottomissione della rete di sanità pubblica ai voleri dei rettori non sempre in linea con l’interesse pubblico cui la Costituzione fa riferimento, ritenendo la tutela della salute un diritto fondamentale, in quanto tale non comprimibile. Il tutto con notevole e negativo appesantimento sulla qualità dell’assistenza alla persona a tutto vantaggio di una ricerca applicata, tutta da dimostrare nella sostanza, e di una didattica, sulla quale è naturale esprimere qualche dubbio, non essendo imperniata sulla clinica ospedaliera di spessore.

D’altronde pensare che l’assistenza territoriale, ovunque bistrattata e priva delle neo-introdotte strutture di comunità (case e ospedali) possa essere un sito adatto a raccogliere i risultati della ricerca applicata ed essere ideale sito di didattica diventa un’opera quantomeno ardua.

L’assist di Lotito
Proprio per non smentire l’effetto sorpresa dell’emendamento, ecco (per dirla alla Nando Martellini) il solito piedino di Gigi Riva a mandare la palla in rete.

Un emendamento rubricato al n. 63.78 che a definirlo di contenuto scandaloso significa essere generosi. La ratio della proposta del buon Lotito è quella di sanare ex abrupto qualsiasi sedicente AOU insediata nel Paese, 27 su 30. Non solo. Di legittimare a priori la nascita di AOU apparse in sogno ai decisori regionali, con i tentativi di metterle a terra al di fuori di ogni perimetro normativo.

La comica delle comiche: nella premessa. Il contenuto dell’emendamento ha ragione di essere proposto «nelle more della definizione di una disciplina organica e unitaria delle aziende ospedaliere-universitaria», che equivale a dire agiamo ad personam e disorganicamente, a dispetto delle leggi che ci sono!

E dire che i ministri Schillaci e Bernini, stanno facendo tanto per intervenire con una legge organica in tema di AOU, in buona compagnia dell’anzidetto gruppo di lavoro di cui al DM 607 dell’8 agosto 2025.

Ettore Jorio

Ettore Jorio

19 Novembre 2025

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