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Salute, benessere e cronicità. Come affrontare le nuove sfide

Reti ospedaliere per intensità di cura con servizi per sub-acuzie e post-acuzie. CentriHub&Spoke e centri labor intensive capillarmente distribuiti sul territorio. Queste le soluzioni per affrontare le cronicità emerse al convengo “Invecchiare in salute e cronicità cronica” che conclude il mini tour nelle principali Regioni organizzato da Motore Sanità

17 GIU - “Percorsi multidisciplinari e approccio olistico per la salute di una popolazione anziana in continuo e costante aumento su tutto il territorio regionale e la realizzazione di interventi volti al raggiungimento e al mantenimento di uno stato fisico e mentale sano”.
 
Sono questi alcuni degli atout per affrontare le sfide future nella sanità toscana, presentate da Stefano Scaramelli, Presidente della Terza Commissione Sanità e Politiche Sociali Regione Toscana che ha aperto a Firenze “Invecchiare in salute e cronicità cronica”. Un incontro che conclude il mini-tour della Salute nelle principali Regioni italiane organizzato dall’associazione Motore Sanità.
 
“In Toscana – ha ricordato Scaramelli – ogni mille euro del bilancio regionale investiti in sanità, 680 euro vengono spesi per la cronicità. Dobbiamo produrre strategie preventive mirate al miglioramento dello stile di vita e passare alle cure più appropriate che tengano conto della cronicità, ma anche delle condizioni sociali della popolazione anziana”.
 
Tema principe della kermesse è stato il progressivo invecchiamento della popolazione e quindi capire come affrontare le sfide future necessarie a curare pazienti complessi, con compromissioni multiorgano, portatori di una o più patologie croniche, per i quali il processo di cura si conclude spesso con perdita di autosufficienza. Uno scenario nel quale tecnologie big data, devices, telemedicina, monitoraggio a distanza del paziente, svolgono un ruolo fondamentale, come ha evidenziato Lorenzo Benussi, membro del Tavolo Agenda Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
 
Dal convegno è emersa l’importanza di avere una Rete di risposte sanitarie multispecialistiche e multiprofessionali con lo scopo di facilitare la dimissione da ospedale; la necessità di prevenire accessi inappropriati al pronto soccorso e negli ospedali; strategie preventive di riacutizzazioni con interventi mirati di slow medicine e sullo stile di vita. Occorre anche collaborare con la Medicina Generale nella gestione delle malattie croniche; sostenere il paziente e la famiglia con le cure domiciliari adeguate; dare supporto al paziente e alla famiglia nel percorso di fine vita.
 
È anche necessario sviluppare e potenziare una efficiente rete ospedaliera per intensità di cura ed una Rete di servizi per sub-acuzie e post-acuzie per intensità di assistenza.Occorre creare una rete di offerta di servizi sanitari di tipo hub & spoke con centri labor intensive capillarmente distribuiti sul territorio che si occupino della presa in carico di soggetti a rischio (prevenzione primaria e secondaria) e centri di eccellenza ad alta intensità di capitale.
 
Sono stati inoltre illustrati i dati aggiornati sull’Hiv e Aids.“In Italia – ha detto Francesco Menichetti, Direttore Uoc Malattie infettive Aoup, Pisa – contiamo 120mila infetti di cui 90mila in trattamento. Nell’Unità di malattie infettive di Pisa sono trattati 1.200 pazienti di cui il 30% ultrasessantenni. Nel paziente con Hiv l’invecchiamento è ancora più rapido e determinato dal virus stesso”.

17 giugno 2016
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