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Toscana. Corte dei Conti approva parificazione rendiconto 2015. Disavanzo in crescita, ma “situazione non particolarmente critica”

Il rendiconto 2015 si è concluso con un saldo finanziario negativo per 620,72 milioni, in peggioramento rispetto ai 237,44 del 2014. Considerate però le risorse vincolate e i residui perenti, il saldo negativo arriva a 3,5 mld. Ma i giudici rassicurano. Per quanto concerne la sanità, c’è fiducia nei confronti della riforma sanitaria ma preoccupa lo sforamento della farmaceutica ospedaliera. La relazione in sintesi

27 LUG - La Sezione di controllo della Corte dei conti per la Toscana ha approvato il giudizio di parificazione del rendiconto generale regionale del 2015. Dai dati emerge che il rendiconto 2015 si è concluso con un saldo finanziario negativo per 620,72 milioni, in peggioramento rispetto ai 237,44 del 2014. “Per il terzo anno consecutivo, la Regione Toscana presenta dunque un disavanzo formale”, osservano i giudici contabili evidenziando, tuttavia, che “considerato l’ammontare della parte vincolata delle risorse e i residui perenti, si genera un saldo negativo assai superiore che rappresenta il disavanzo sostanziale della Regione. Dai dati di consuntivo risulta che le economie vincolate ammontano a 1.756,69 milioni, mentre i debiti in perenzione sono pari a 1.126,52 milioni. Il disavanzo sostanziale risulta quindi pari a 3.503,93 milioni”.

Al risultato negativo, si spiega nella relazione, contribuisce anche la necessaria costituzione di un fondo, per un importo di 659,4 milioni, relativo alla parte sanitaria del bilancio, per la copertura delle spese previste dal d.l. n. 35/2013, relative alla sterilizzazione degli ammortamenti del comparto sanitario, di cui tuttavia è previsto per legge il differimento del rimborso in trenta rate annuali di pari importo. Il disavanzo sostanziale è principalmente generato da investimenti pregressi riportati da un bilancio all’altro, finanziati nei bilanci di previsioni con mutui che non venivano contratti.

Per il procuratore regionale Andrea Lupi, “nonostante parte di tale risultato negativo sia dovuta alla decisione della Regione di non ricorrere ad ulteriore indebitamento, l'andamento del disavanzo effettivo necessita di attento monitoraggio”. Ma la Regione Toscana, rassicurano i giudici contabili, “nonostante il disavanzo, appare in una situazione finanziaria non particolarmente critica”.

Questo perché “le anticipazioni di cassa autorizzate non sono state utilizzate. Il debito regionale, in lieve diminuzione a 1.967,7 milioni, costituisce un livello modesto nel confronto con le altre regioni”.

Per quanto concerne in particolare la sanità, la Corte dei Conti osserva come la riforma della sanità sia attuata “celermente” con la l.r. 84 del dicembre 2015 e “appare di straordinario rilievo” in quanto “riduce le Asl da 12 a 3, e crea una complessa struttura di coordinamento delle politiche sanitarie di area vasta. Si propone importanti risparmi e razionalizzazioni che andranno monitorati e verificati negli anni a venire”.

Dai dati risulta che la spesa sanitaria complessiva passa da 7.595 milioni del 2011 a 7.767 nel 2015 “grazie a una buona capacità di contenimento della spesa per il personale, che diminuisce dai 2.580 milioni del 2011 ai 2.495 del 2015”. Cresce invece la spesa per acquisto di beni e servizi da 1.244 milioni nel 2011 a 1.461 milioni nel 2015.

Appare tuttavia “critica”, per i giudici contabili, “la tendenza alla crescita della spesa farmaceutica. Infatti, mentre la Toscana rispetta il tetto per la spesa farmaceutica territoriale (760,5 milioni) pari all’11,12%; la spesa farmaceutica ospedaliera è risultata essere di 436 milioni pari al 6,4% in sforamento rispetto al tetto del 3,5%”.

Per quanto riguarda la Gestione Sanitaria Accentrata di competenza regionale la Sezione ha segnalato “perplessità sull’inserimento in essa delle spese di
gestione dell’agenzia per l’ambiente Arpat”.

In materia di acquisti di beni e servizi sanitari – “settore particolarmente critico” – la Relazione ha svolto una prima analisi del funzionamento dell’Estar, centrale unica di acquisto, per le quali individua “ampi margini di miglioramento in termini di efficienza e di eliminazione di duplicazioni di procedure, per esempio nel settore delle gestioni degli immobili”.

27 luglio 2016
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