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Torna il dialogo tra il Nursind e l’Ast Toscana Sud Est. “Ma aspettiamo i fatti”, avverte il sindacato

Per il responsabile territoriale del Nursind, Claudio Cullarà, “è bene che si torni a trattare su argomenti tabù come la dotazione organica”, ma “il divario è ancora importante”. Diverse le questioni sul tavolo, e “le assunzioni programmate per l’Area vasta Toscana Sud-Est sono meno della metà del fabbisogno organico”.

09 FEB - “Apprezziamo che si torni a trattare su argomenti tabu come la dotazione organica, ma vigileremo su tempi e modi di attuazione del piano assunzioni presentato dall’Azienda Sanitaria Toscana Sud Est”. L’avvertimento arriva da Claudio Cullurà, responsabile territoriale del Nursind, sindacato autonomo degli infermieri, in risposta alle proposte avanzate dall’Azienda sanitaria nei giorni scorsi.

“Nel corso dell'ultimo incontro tra Azienda e Sindacati – spiega Cullurà - il Direttore Amministrativo, Francesco Ghelardi, Presidente della Delegazione Trattante di parte pubblica, ha inaspettatamente comunicato la volontà dell'azienda di riprendere le trattative anche su quelle materie ritenute tabu solo fino a pochi mesi fa, tra cui la definizione delle dotazioni organiche. Nella stessa sede, alla presenza del Direttore Generale Enrico Desideri, sono state gettate le basi per la costituzione di tavoli tecnici per affrontare le questioni ed addivenire rapidamente alla stesura di un contratto integrativo aziendale”.

Tutto bene quindi? “No, già in passato – sottolinea il responsabile territoriale Nursind - ci siamo arenati sulle distanze tra le richieste della parte sindacale e le proposte dell’Azienda. E il divario è ancora importante. Le assunzioni programmate per l’Area vasta Toscana Sud-Est sono meno della metà del fabbisogno organico. Continuano ad esserci carenze strutturali nei pronto soccorso e nelle sale operatorie sui territori di Arezzo, Siena e Grosseto”.

“Si sta procedendo in questi giorni all’assunzione di 86 nuovi infermieri su tutto il territorio. Una cifra assolutamente da rivedere, se paragonata all’estensione e alla popolazione dell’area della nuova azienda. Secondo le nostre stime – sottolinea Cullurà – sono almeno 250 i posti da coprire, solo per quel che riguarda il settore infermieristico”. A cui si aggiunge il personale di supporto. “Il piano prevede l’assunzione di 50 operatori socio sanitari, un numero decisamente insufficiente a tamponare la perdurante carenza di personale nei vari reparti. Chiediamo quanto meno di allinearci ai numeri proposti dalle altre aziende Toscane, come base di partenza per quanto riguarda i modelli di dotazione organica”.

“Basti pensare che solo nell’ex ASL 8 nel 2016 si sono registrati 155.551 accessi ai reparti di pronto soccorso, di cui 75.637 nella sola Arezzo, in crescita rispetto al 2015. Anche i codici rossi, ovvero quelli che impegnano maggiormente il personale medico e infermieristico – aggiunge Cullurà – sono in crescita: da 500 a 800. Inoltre vengono effettuati in pronto soccorso circa 1.600 trasfusioni di sangue e derivati, che pur non essendo prestazioni proprie di questo reparto, da sempre assorbono una grande quantità di risorse”.

“La prossima settimana inizieranno gli incontri con i vertici aziendali e metteremo sul piatto alcune questioni da risolvere: il mantenimento delle quote di produttività, che non potrà essere penalizzante per nessuno dei lavoratori delle tre ex aziende aretina e senese. La questione della mobilità interna ed interaziendale, con l’adozione di un nuovo regolamento unico.  La trattativa sull’orario di lavoro, la trasparenza nell’affidamento degli incarichi di coordinamento e delle posizioni organizzative e l’accelerazione sulle assunzioni dal concorsone Estar”.

“Le promesse non ci bastano più – conclude Cullurà – abbiamo bisogno di fatti. E in tempi rapidi”

09 febbraio 2017
© Riproduzione riservata

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