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Fabbisogno formativo. Servono 811 infermieri e 71 ostetriche

Sono questi i numeri che gli Ordini delle professioni infermieristiche della Toscana hanno trasmesso alla Regione nell’ambito della rilevazione prevista per il calcolo del fabbisogno di professionisti sanitari in regione. Per quanto riguarda l’accesso alla Laurea in Infermieristica Pediatrica, gli Ordini della Toscana confermano la previsione pari zero “in quanto nella nostra regione non è attivo lo specifico corso di Laurea”.

20 FEB - Ottocentoundici infermieri e settantuno ostetriche. Sono questi i dati elaborati dalla Fnopi - Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche circa il fabbisogno formativo della Regione Toscana per l’anno 2019. I numeri sono stati trasmessi dagli Ordini delle professioni infermieristiche della Toscana all’Assessorato alla Salute della Regione nell’ambito della rilevazione prevista al fine di arricchire il modello quantitativo di previsione del fabbisogno di professionisti sanitari in Toscana.

Nello specifico, gli Opi della Toscana hanno ritenuto congruo prevedere pari a 811 il numero di studenti da ammettere alla Laurea in Infermieristica e pari a 71 il numero di infermieri da ammettere alla Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche Ostetriche. Per quanto riguarda l’accesso alla Laurea in Infermieristica Pediatrica, “gli Ordini della Toscana confermano la previsione pari zero in quanto nella nostra regione non è attivo lo specifico corso di Laurea”, precisano gli Opi in una nota

“I dati elaborati dalla Fnopi – spiega il presidente di Opi Firenze-Pistoia, Danilo Massai - rispecchiano la necessità d’incrementare il numero degli infermieri, oggi pari a 6 per mille abitanti. La cifra è quindi stimata in 6,3 per mille entro il 2022, a 6,5 per mille entro il 2027 e a 7 per mille abitanti entro il 2032. La stima tiene conto del progressivo aumento della domanda di prestazioni e assistenza infermieristica che si è registrato negli ultimi anni in Italia, correlata al progressivo invecchiamento della popolazione, all’aumento delle fragilità e delle patologie cronico-degenerative. Anche in Toscana e, in particolare a Firenze e Pistoia, è importante che le istituzioni competenti vigilino per garantire un ricambio adeguato e un numero congruo di professionisti, tenendo conto in particolare delle nostre stime”.

20 febbraio 2019
© Riproduzione riservata

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