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PS di Adria. Madre e figlio “parcheggiate” in garage in attesa dell’esito del tampone Covid

La foto di un bambino, avvolto dalla propria madre con una coperta per proteggerlo dal freddo, sembra un’immagine estrapolata dalle cronache di Kiev. Invece, siamo al pronto soccorso di Adria – Rovigo e mamma e figlio aspettano l’esito del tampone Covid. Il Dg risponde alle polemiche: “Il personale in servizio ha interpretato la norma troppo rigidamente”. Ma il Nursind rimanda al mittente le accuse: “Sono tre anni che facciamo stazionare le persone in questo posto in attesa di triage, dal momento che è un ‘locale’ previsto dalla direzione”.

di Endrius Salvalaggio 
22 DIC - Polemiche al pronto soccorso di Adria in provincia di Rovigo dopo l’immagine, pubblicata su Facebook, di una madre che avvolge il figlio in una coperta per proteggerlo dal freddo nel garage delle ambulanze del pronto soccorso di Adria – Rovigo mentre aspettano l’esito del tempo Covid. A denunciare l'accaduto, è il padre del bambino pubblicando sulla propria pagina facebook lo scatto. “Non è nel mio carattere lamentarmi ed esporre certi problemi su Facebook ma questa non potevo non pubblicarla. A voi le considerazioni”, scrive l’uomo.




Alla famiglia arrivano, quindi, le scuse da parte della direzione dell'Azienda Ulss 5 Polesana, che fa sapere attraverso la stampa che l’accaduto “rappresenta il risultato di una troppo rigida interpretazione delle norme senza tenere conto dei conseguenti effetti sui cittadini” e che, per l’appunto, la direzione avvierà anche un’indagine interna a verificare eventuali responsabilità. Per il Dg Patrizia Simionato si dovrà verificare le responsabilità di quanto accaduto, “nella certezza che sarebbe bastato applicare le direttive regionali, inviando i bambini subito in area pediatrica, trovando contemporaneamente un locale adeguato per chi come quel bambino è in attesa dell’esito del triage”.

Una interpretazione, quella di Simionato, che non è andata giù a Egidio Busatto, segretario del Nursind Veneto, che sottolinea come in questi casi non si possa puntare il dito contro al personale di turno che ogni giorno sta lavorando in situazioni critiche e non solo a causa dell'inadeguatezza strutturale, ma anche a causa della carenza di posti letto dell'ospedale di Adria, oltre ad una cronica carenza di operatori. “Sul personale infermieristico ricade sempre più spesso anche il peso della carenza di altre figure professionali – dichiara il segretario Nursind – come ad esempio proprio in questi giorni per l'insufficienza di numero di tecnici di laboratorio analisi, l'azienda ha deciso di chiudere il servizio di notte e di far processare gli esami del sangue urgenti notturni per l'ospedale di Adria passando dal personale infermieristico del pronto soccorso, aggravandolo ulteriormente i carichi di lavoro”.

“Non vi è dubbio - spiega Busatto - come più volte segnalato che un locale dove stazionano regolarmente le ambulanze, non è adatto alla permanenza né di un bambino in attesa dell'effettuazione del tampone e del suo esito, né di un anziano o un adulto. Quel locale è stato individuato dall'azienda ritenendolo idoneo, per cui il personale infermieristico anche in questa occasione non poteva esimersi dalle indicazioni aziendali, come fa tra l’altro da quasi tre anni a questa parte”.

Endrius Salvalaggio

22 dicembre 2022
© Riproduzione riservata

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