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Numero chiuso a Medicina. Leoni (Omceo Ve): “Se abolito causerebbe in pochi anni una pletora di medici disoccupati”

Continua il confronto sulla proposta di togliere il numero chiuso a Medicina. Da una parte c’è chi pensa che possa contrastare la carenza di medici, come il governatore Luca Zaia; dall’altra chi, come il Proff. Rosario Rizzuto, già rettore dell’Ateneo di Padova, teme che si possa finire con avere nel giro 10 anni anni “un eccesso di medici”. Giovanni Leoni (Omceo Veneto): “Attenzione a non creare una pletora di medici disoccupati”.

di Endrius Salvalaggio 
27 MAG - Vista la carenza di 3500 medici, dati ufficiali della Regione Veneto e dopo la notizia del Comitato Ristretto della Commissione Istruzione del Senato, di approvare il testo base con il quale togliere il numero chiuso in medicina, il governatore Luca Zaia, come molti altri, ha appreso con soddisfazione questa notizia, poiché tutto ciò che arriva da un punto di vista normativo che apre le porte ai futuri studenti è tutto a favore della sanità veneta e all’abbattimento delle liste che, in queste settimane sta prendendo forma un nuovo piano come abbattere le prestazioni in attesa residue, già recuperate per oltre 70 per cento, fra visite serali nei fine settimane o prenotazione in overbooking.

Era ora, dichiarava Luca Zaia, all’indomani della notizia sull’approvazione del testo con il quale, di fatto, si toglie il numero chiuso sullo sbarramento in medicina. “I grandi chirurghi e i medici si selezionano durante l’iter degli studi e poi si confrontano insala operatoria e in corsia. Non certo con un assurdo sbarramento iniziale con test a crocette. Quanti validi professionisti della sanità avremmo potuto avere nei nostri ospedali, senza il test di ingresso a medicina? Ci troviamo invece con una carenza di 50mila medici in Italia e 3500 in Veneto, per scelte sbagliate calate dall’alto a livello nazionale in passato”.

A mettere le mani avanti è però Proff. Rosario Rizzuto, già rettore del Bo di Padova, una delle università col più alto numero di matricole in Italia, il quale spiega ai microfoni di Tgr – Veneto che l’introduzione del numero chiuso fu introdotto come bilanciamento fra ingressi alle vere necessità all’interno del servizio sanitario. “Ovviamente, poi – ricorda il Proff. Rizzuto – il numero chiuso è proseguito, arrivando ad un certo punto dove i grandi numeri del passato sono andati in pensione mentre il numero chiuso non è stato adattato ai fabbisogni come era stato creato. Per questo motivo oggi abbiamo più uscite che entrate”.

Per Rizzuto però continua su Tgr Veneto se oggi a nell’Università di Padova con il numero chiuso ci sono 3000 domande e ne entrano 500, togliendo il numero chiuso presto si farà ad arrivare a 4000 domande con 4000 studenti che saranno effettivi fra oltre 10 anni. Fra oltre 10 anni il rischio però sarà quello di non avere più carenza di medici ma di eccesso.

Le istituzioni, si chiede il Proff. Rosario Rizzuto, ora direttore Dipartimento Scienze Biomediche Università di Padova, se vogliamo risolvere i problemi attuali dobbiamo chiederci perché perdiamo così tanti medici e perché tante specialità non sono coperte.

Per trattenere i medici per Rizzuto si dovrà rispondere alle reali esigenze dei nuovi medici come riconoscibilità, remunerazione economica e prestigio sociale.

Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche il presidente veneziano dell’OMCeO, Giovanni Leoni che ricorda come tiene banco sui media la questione della possibile abolizione del numero chiuso alla facoltà di Medicina dichiarando come “un errore di programmazione - ha spiegato – ha portato all'attuale carenza di medici, che con questo provvedimento non la risolve nell'immediato il problema della carenza dei 3500 medici perché avrà effetto molto più in là. Questa riforma se sarà fatta è rischiosa proprio perché rischia di creare tra qualche anno una pletora di medici disoccupati”.

Endrius Salvalaggio

27 maggio 2024
© Riproduzione riservata

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