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Violenza nelle relazioni. Da Ordine Psicologi della Campania le linee guida per le vittime Lgbtqi+

Le persone trans hanno quasi il doppio delle probabilità di subire violenza da partner. Le persone bisessuali hanno una probabilità due volte più alta di subire violenze sessuali. Sono alcuni dei dati che hanno indotto l'American Psychiatric Association ad elaborare, nel 2019, delle linee guida per il trattamento dei pazienti Lgbtqi+ vittime di violenza intima tra partner. Il documento arriva ora in Italia grazie all’Ordine degli Psicologi della Campania. LE LINEE GUIDA

22 FEB - “Le persone trans hanno quasi il doppio delle probabilità di subire violenza da partner (Ipv) negli spazi pubblici rispetto alle persone che non si identificano come trans. Le persone trans di colore hanno 3,69 volte maggiori probabilità di subire comportamenti di Ipv negli spazi pubblici, rispetto alle persone di colore che non si identificano come trans. Le persone bisessuali riportano una probabilità di due volte superiore di subire violenze sessuali rispetto alle persone non bisessuali. Sono solo alcune statistiche, ricavate dai pochi studi disponibili, che certificano l'incidenza del fenomeno”.
 
Ad accendere i riflettori sulla violenza all’interno delle relazioni tra persone Lgbtqi+ è l’Ordine degli psicologi della Campania, che per migliorare la gestione degli interventi all’interno di questo fenomeno, ha fatto proprie le linee guida della American Psychiatric Association adattandole in italiano.

"Nel 2019 - spiega l'Ordine in una nota - l'American Psychiatric Association ha elaborato delle linee guida per il trattamento dei pazienti Lgbtqi+ vittime di violenza intima tra partner. Per la prima volta in Italia, le linee guida sono state adattate per il nostro Paese dal Comitato pari opportunità e cura delle relazioni dell'Ordine degli Psicologi della Campania”. Un lavoro che è stato presentato oggi nel corso di un webinar organizzato dall'Ordine e che vuole essere “un supporto per gli operatori che operano nei Centri antiviolenza e nei Centri per il recupero degli autori maltrattanti, considerata anche l'assenza di riferimenti normativi e leggi specifiche a tutela delle persone Lgbtqi+ vittime di violenza da partner, che nelle linee guida vengono denominati ‘survivor’”.

“I metodi utili per determinare se una persona sta subendo o perpetrando Ipv nell’ambito della sua relazione intima - si legge nell’adattamento delle linee guida - dovrebbero concentrarsi non sul sesso, sull'identità di genere o sull'espressione di genere della persona, bensì su un'approfondita valutazione dell'empatia, del senso di autoefficacia e del diritto”. Si suggerisce inoltre l'utilizzo di un linguaggio “inclusivo e non giudicante”, di pianificare strategie di protezione per garantire la sicurezza dei soggetti coinvolti, favorire la connessione dei 'sopravvissuti' con agenzie e organizzazioni che lavorano in particolare con la comunità Lgbtqi+, creare materiale informativo inclusivo anche per accrescere il livello di consapevolezza della popolazione sul fenomeno.

“Il Comitato pari opportunità e cura delle relazioni sta lavorando intensamente nel portare avanti un lavoro scientifico e culturale – spiega Liliana D’Acquisto, vicepresidente dell’Ordine e coordinatrice del Comitato – consapevoli della necessità di rafforzare saperi e competenze operative rivolte al contrasto alle diseguaglianze e discriminazioni. Queste linee guida rispondono alla volontà di lavorare alla sensibilizzazione, formazione e informazione al tema della violenza nelle relazioni intime Lgbtqi+. Un’azione necessaria al fine di gettare luce su un fenomeno le cui caratteristiche, diffusione e prassi connesse alle attività di supporto/sostegno all3 survivor, nonché i percorsi di recupero dell3 autor3 violent3 sono pressoché inesistenti nel nostro Paese”.

“La violenza intima tra partner Lgbtqi+ è una questione invisibile al punto che, a differenza degli Usa, nel nostro Paese sono assenti statistiche e dati ufficiali relativi alla prevalenza e all’incidenza del fenomeno – sottolinea Francesco Garzillo, componente del Cpo&Cr - Abbiamo quindi voluto fornire la nostra comunità di strumenti relativi allo screening e assessment del rischio e alle best practices cliniche, con il fine di rendere riconoscibile la violenza nelle relazioni intime Lgbtqi+, perché è solo promuovendo la consapevolezza che potremo iniziare a intervenire sul fenomeno”.

22 febbraio 2022
© Riproduzione riservata

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