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Friuli VG. Telesca scrive ai cittadini (e ai primari): “Su riforma basta allarmismi e polemiche strumentali”


L’assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, ha deciso di usare il mezzo della lettera aperta per fugare definitivamente ogni dubbio: “Nessuno ha motivo di preoccuparsi per le conseguenze della riforma della Sanità, nemmeno i primari ospedalieri. Non ci saranno tagli a reparti e servizi, ma il loro miglior funzionamento”.

09 GIU - Una lettera aperta a cittadini e primari medici per mettere definitivamente la parola fine agli allarmismi e alle polemiche sulla riforma sanitaria. E’ questa l’iniziativa dell’assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Maria Sandra Telesca. Che rassicura tutti, primari compresi, ma sottolinea: “L'unico vero interesse a dover sempre prevalere è quello dei cittadini”.

Ecco il testo della lettera diffuso dall'assessorato:

Da assessore cui è attribuita la grande responsabilità della Salute in regione, voglio rassicurare i cittadini: nessuno ha motivo di preoccuparsi per le conseguenze della riforma della Sanità. E non hanno ragione di preoccuparsi nemmeno i primari ospedalieri.

Confesso infatti che mi ha stupito la durezza dei toni nelle accuse che l'ANPO, il sindacato dei "primari", ha indirizzato a me, anche attraverso i media. Sono polemiche e strumentalizzazioni ingiustificate.

Dichiaro subito di essere pronta a dimostrare, discutendone nelle sedi preposte, che le accuse di discriminazione della componente ospedaliera rispetto a quella universitaria sono del tutto immotivate. Su questo auspico anch'io un confronto in cui spiegare le scelte fatte e dimostrarne l'opportunità.

Le recenti polemiche mi hanno allertata sul rischio che un'imprecisa conoscenza della riforma dell'organizzazione della Sanità regionale possa generare incertezza nei professionisti della salute, ma soprattutto nei cittadini.

E' necessario allora ribadire ancora una volta che l'attuazione della riforma non prevede tagli a reparti e servizi, ma il loro miglior funzionamento. Vogliamo garantire risposte concrete ed efficaci ai bisogni di salute dei cittadini, in ogni fascia d'età, creando le migliori condizioni di lavoro per medici e infermieri. Questo significherà inevitabilmente andare a toccare qualche poltrona, ma solo lì dove essa è manifestamente inutile.

Per chiarire ancora la posizione della Regione e superare le polemiche, vorrei fornire alcuni dettagli su questo processo di riforma, relativamente al "caso primari". Un ospedale è una struttura di grande complessità, che comprende una molteplicità di servizi e di figure professionali che devono essere perfettamente integrati tra loro, attraverso una precisa e funzionale organizzazione.

All'interno di questa organizzazione i direttori delle strutture operative complesse (i primari di una volta) svolgono un importante ruolo di direzione e anche di gestione delle risorse a loro assegnate. Il direttore di struttura è tale proprio perché oltre a svolgere un ruolo clinico ha anche questa ulteriore funzione organizzativa, nelle logiche del sistema di programmazione regionale e aziendale.
Non a caso la legge di riforma della sanità regionale prevede anche una riorganizzazione di queste strutture operative complesse, per permettere di garantire a tutti i cittadini cure di qualità e tempestive, anche attraverso un attento utilizzo delle risorse. Risorse che, è bene non dimenticarlo, vengono dalle tasse dei cittadini. Come sempre dichiarato nella fase di elaborazione della riforma e come peraltro previsto nella stessa legge, la Regione si è impegnata anche a uniformarsi agli standard oggi concordemente ritenuti ottimali per organizzare l'erogazione dei servizi.
In questo contesto è prevista anche la riduzione del numero delle strutture operative complesse per una logica e indispensabile ottimizzazione di un sistema che negli anni talvolta ha visto un'eccessiva ridondanza, spesso non dovuta ad effettive necessità organizzative.

La delibera che la Giunta ha adottato sui cosiddetti "primariati" prevede un ridimensionamento del numero di queste strutture, ma solo per eliminare i cosiddetti doppioni. Intendiamo infatti accorpare esclusivamente quei reparti che, in uno stesso ospedale, si ritrovano a erogare le stesse prestazioni. Reparti che spesso si trovano, per le ridotte dimensioni, a non avere quella casistica sufficiente a garantire livelli adeguati di qualità e sicurezza delle prestazioni.

Questa delibera riguarda tutte le strutture ospedaliere del Friuli Venezia Giulia, ma ha suscitato grande preoccupazione laddove operano fianco a fianco reparti ospedalieri ed universitari, nel timore che il ridimensionamento "favorisca" gli universitari.

Su questo punto ritengo importante ricordare che le regole che disciplineranno i rapporti tra ospedalieri e universitari nelle singole aziende devono ancora essere scritte. E, come ho sempre dichiarato, nella definizione di tali regole il confronto coinvolgerà tutti i soggetti interessati. Di sicuro sarà garantita pari dignità a tutte le componenti. Parallelamente sottolineo che nessuno sarà mandato via e che per la completa applicazione prevediamo tre anni di tempo.

Ecco perché ritengo non fondate le preoccupazioni che si stanno manifestando, e questo il motivo per cui sono ingiuste le accuse di azioni discriminatorie nei confronti di una categoria.

Ma soprattutto mi preme ripetere che l'unico vero interesse a dover sempre prevalere è quello dei cittadini. A loro dobbiamo assicurare un buon uso delle risorse perché solo usando bene le risorse saremo in grado di garantire l'erogazione delle migliori cure. E io confido che lo faremo con l'aiuto di tutti i professionisti impegnati nella nostra sanità.

Maria Sandra Telesca
Assessore alla Salute, Friuli Venezia Giulia


09 giugno 2015
© Riproduzione riservata

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