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Odontoiatria. Serena (Cao FVG): “I Dpi non si trovano, come facciamo a riaprire?”. Chiesto l’intervento della Regione 

La Commissione Albo Odontoiatri del Friuli Venezia Giulia chiede alla Regione un aiuto per individuare canali “sicuri, fuori da ogni possibile sequestro e ad un prezzo congruo” dove rifornirsi di mascherine da mettere a disposizione dei dentisti. “Dai nostri fornitori abituali non riusciamo ad approvvigionarci e, quando riusciamo, incontriamo una bolla speculativa che varia dai 400 al 500% di aumento”. A fine marzo Cao, Andi e Aio avevano scritto all'assessore Riccardi per chiedere l'accesso agli stessi fornitori della Regione. Ma dalla Regione nessuna risposta.

26 MAG - “Prima dell’emergenza sanitaria negli ambulatori odontoiatrici i dispositivi di sicurezza riuscivamo ad acquistarli normalmente, adesso che stiamo riaprendo gli ambulatori, il rischio chiusura è dietro l’angolo perché non riusciamo a trovare i DPI che ci servono per lavorare”. A lanciare l’allarme è Alessandro Serena, presidente della Commissione Albo Odontoiatri (CAO) del Friuli Venezia Giulia.

La questione era emersa già negli scorsi mesi. A fine marzo, infatti, Cao, insieme ad And e Aio del FVG, avevano scritto al vicegovernatore con delega alla Salute Riccardi Riccardo, e per conoscenza al presidente Massimiliano Fedriga, per chiedere di poter accedere agli stessi fornitori individuati dalla Regione per l'approvvigionamento di Dpi da mettere a disposizione dei dentisti, considerate le note difficoltà a reperire mascherine riscontrate a livello nazionale già da primi giorni di lockdown. Ma dalla Regione nessuna risposta.

Oggi il problema persiste, al punto che i dentisti rischiano di dovere chiudere di nuovo gli ambulatori perché a corto di Dispositivi di protezione individuale. “Il nostro servizio medico odontoiatrico è un servizio di pubblica utilità e copre per il settanta per cento il fabbisogno regionale – evidenzia Alessandro Serena – L’altro trenta per cento viene assorbito dalle strutture pubbliche, che, però, oltre a quello non sarebbero in grado di affrontare. Nei mesi di febbraio - aprile le nostre strutture hanno coperto tutte le emergenze/urgenze andando avanti con le scorte di DPI. Ora che tutto sta ripartendo, rischiamo un altro stop a causa della grande difficoltà di approvvigionamento dei sistemi di protezione. Saremo presto a corto di mascherine, visiere e tutto quello che ci serve per lavorare in sicurezza”.
 
“Dai nostri fornitori abituali - spiega Serrena - non riusciamo ad approvvigionarci e, quando riusciamo, incontriamo una bolla speculativa che varia dai quattrocento al cinquecento per cento di aumento. Qualcuno potrebbe chiedere :ma il prezzo ora non è fisso? Prima dell’emergenza una scatola di mascherine chirurgiche da cinquanta pezzi le pagavamo dai sette agli otto euro. Ora con il prezzo calmierato, la stessa scatola ci costa dai venticinque ai quarantacinque euro”.

Da qui il rinnovo dell’appello alla Regione: “Ci aiuti a fornirci su canali sicuri, fuori da ogni possibile sequestro e ad un prezzo congruo, per poter curare appropriatamente ed in sicurezza i nostri pazienti”, conclude il presidente Cao FVG.
 
Endrius Salvalaggio

26 maggio 2020
© Riproduzione riservata

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