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Riforma costituzionale. Boschi suona il requiem per la Stato Regioni: “Spetterà al nuovo Senato la funzione di consultazione sulle nuove leggi. Alla Conferenza solo atti amministrativi” 


La ministra per le Riforme costituzionali è intervenuta questa mattina in audizione presso la commissione parlamentare per le questioni regionali nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle forme di raccordo tra lo Stato e le autonomie territoriali. “Dal mio punto di vista il superamento dell'assetto attuale della Conferenza Stato Regioni è necessitato dalla funzione del nuovo Senato".

13 GEN - Al futuro Senato è stata assegnata “in modo esplicito la funzione di raccordo tra Stato e enti costituivi dello Stato e ciò rappresenta un punto di riferimento imprescindibile anche per gli altri organismi che questa funzione già la esercitano: sarà il Senato in futuro a dover esercitare questa funzione in modo principale e, direi, in modo esclusivo". E' quanto afferma la ministra per le Riforme costituzionali Maria Elena Boschi nel corso dell'audizione alla commissione parlamentare per le questioni regionali nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle forme di raccordo tra lo Stato e le autonomie territoriali, con particolare riguardo al “sistema delle conferenze”.
 
“Dal mio punto di vista il superamento dell'assetto attuale della Conferenza Stato-Regioni è necessitato dalla funzione del nuovo Senato"
, spiega quindi Boschi osservando come quella "fase di consultazione, oggi attribuita in sede di Conferenza" e che precede l'approvazione delle nuovi leggi “forse non sarà più stringente e necessaria”. Mentre “sugli atti amministrativi si può immaginare che la Stato Regioni possa continuare a svolgere un ruolo”, aggiunge il ministro.
 
In ogni caso, ha precisato Boschi, "solo in un secondo momento si deciderà il ruolo che avranno le conferenze
. ”
Se si fa riferimento alle esperienze di altri Stati – ha riconosciuto poi la ministra – esistono comunque organismi di raccordo e condivisione tra lo Stato e le istituzioni territoriali”, ma si tratta di strutture che “hanno ad oggetto non singoli atti normativi ma un confronto su politiche ampie, molto generali, che riguardano tutto lo Stato e che vedono come rappresentanti dello Stato non sempre i vertici politici e quindi i ministri e i rappresentanti del Governo, ma molto spesso anche gli alri dirigenti delle amminstrazioni coinvolte nelle discussioni microsettoriale”. Peraltro in altre esperienze più federali come quella tedesca ci sono organismi chre garantiscono “non solo un confronto verticale tra Stato e Istituzioni territoriali, ma anche orizzontale, fra le Regioni stesse, qualcosa di paragonabile alla Conferenza dei Presidenti che però nel nostro Paese ha una organizzazione autonoma da parte delle Regioni stesse”.
 
“La presenza dei presidenti di Regione" nel futuro Senato, “non è ancora del tutto esclusa. Il governo la auspica”. Il tema verrà affrontato durante "l''esame della futura legge elettorale per il Senato". ha detto Maria Elena Boschi. “Nel primo testo messo a punto del governo - ha spiegato Boschi - la presenza dei presidenti di Regione era obbligata, ma nei vari passaggi parlamentari si è deciso di lasciare libera questa decisione. E quindi di non prevedere la presenza di diritto dei presidenti”. “La questione - ha precisato - potrà essere affrontata durante l''esame della legge elettorale del nuovo Senato. Non sarà il governo a decidere; probabilmente ci saranno iniziative parlamentari e ci dovrà comunque essere un confronto e una scelta del Parlamento".

 

“E' prematuro che in questa fase il governo presenti proprie idee e proposte” sulla legge elettorale per il nuovo Senato e questa "potrebbe essere di iniziativa parlamentare, vedremo dopo l'approvazione delle riforme”, spiega Boschi rimarcando la necessita dell' "armonizzazione" della legge elettorale per il nuovo Senato e le leggi regionali. "Sarà un lavoro complesso, anche da un punto di vista giuridico ma di certo affrontabile e realizzabile", ha aggiunto il ministro. Con la nuova legge elettorale “ci sarà una definizione non semplice criteri da applicare e andrà anche armonizzata con le leggi regionali”.

 
Con il giudizio del futuro Senato sulla Pubblica amministrazione e le politiche pubbliche sarà più semplice “dare attuazione al regionalismo differenziato” e all''attivazione della cosiddetta “clausola di supremazia” dello Stato sulle Regioni, ha sottolineato Maria Elena Boschi
“La nuova competenza” che spetterà al futuro Senato, ha spiegato la ministra, “è collegata alla clausola di supremazia” e alla devolution per le Regioni più virtuose. “La valutazione del futuro Senato di alcune politiche regionali sarà il presupposto per la scelta di valorizzare le singole Regioni” con il sistema del regionalismo differenziato “oppure di interventi di tipo più forte in cui lo Stato, con la clausola", si sostituisce alle Regioni”.

“Per il Senato ci sarà la possibilità di esaminare ancora alcune leggi, con un bicameralismo ridotto. Sulle altre leggi, di competenza della sola Camera, il Senato – conclude Boschi - avrà sempre la possibilità di proporre modifiche e di intervenire. Avrà anche iniziativa legislativa autonoma". 

13 gennaio 2016
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