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Roma. Dieci arresti per maltrattamenti su ragazzi disabili

L'operazione è scattata questa mattina. Sotto accusa, per maltrattamento aggravato e sequestro di persona, è il personale del Centro di Riabilitazione giovani pazienti affetti da patologie neuropsichiatriche di Grottaferrata. L’indagine è partita un anno fa dalla denuncia dei vertici della società gestore della struttura. IL VIDEO.

08 FEB - E' scattata nelle prime ore della mattinata odierna l'operazione dei Carabinieri del NAS di Roma che, in collaborazione con i militari del Gruppo Carabinieri di Frascati, hanno dato esecuzione a 10 ordinanze di custodia cautelare (1 in carcere e 9 agli arresti domiciliari) emesse dalla Procura della Repubblica di Velletri a carico di altrettante persone accusate di maltrattamento aggravato e sequestro di persona di giovani pazienti affetti da patologie neuropsichiatriche, ospiti di un Centro di Riabilitazione con sede a Grottaferrata (Roma).
 
A darne notizia è una nota dei Nas in cui si spiega che i provvedimenti restrittivi, emessi dall’Ufficio GIP del Tribunale di Velletri, dott. Gisberto Muscolo, scaturiscono dalle risultanze investigative emerse nel corso di un’indagine condotta dal NAS e coordinata dal Sost. Proc. dott. Antonio Verdi della Procura della Repubblica di Velletri – diretta dal Procuratore dott. Francesco Prete - afferente numerosi episodi di maltrattamenti subìti dagli ospiti disabili della struttura sanitaria, tutti affetti da patologie neuro-psichiatriche e motorie, ad opera dello stesso personale che li aveva in custodia, abusando dei poteri di assistenza e sorveglianza nell’espletamento di un pubblico servizio in convenzione con il Servizio sanitario regionale.

"L’indagine - spiega la nota dei Nas - ha inizio da denunce presentate nei primi mesi del 2015 dai vertici della società gestore della struttura relative a sospetti episodi di coercizione e lesioni accaduti all’interno di un reparto, dove erano ospitati 16 ragazzi ambosessi, di età compresa tra gli 8 e 20 anni (di cui 5 minori di anni 14), ricoverati stabilmente sulla base di un quadro clinico contrassegnato da ritardo mentale, epilessia e sindromi genetiche. Le attività investigative, protrattesi per circa tre mesi e supportate anche da intercettazioni audio/video, hanno consentito di cristallizzare significativi e reiterati episodi di rilevanza penale".

In particolare, riferiscono i Nas, "dalle riprese si evince il frequente ricorso, da parte degli operatori, a strattonamenti, percosse ed insulti, utilizzati come illecito strumento di disciplina e vigilanza sui giovani pazienti che, peraltro, venivano costretti ad alimentarsi celermente con rischio di soffocamento, determinando la vanificazione dell’attività riabilitativa. Le principali figure coinvolte nella vicenda - un Educatore Professionale ed un Assistente Socio Sanitario con Funzioni Educative - si sono distinte per atteggiamenti particolarmente autoritari e violenti, tanto da creare un sistematico e diffuso clima di terrore nei giovani ospiti. Proprio uno di essi è il soggetto destinatario della misura restrittiva in carcere poiché ritenuto responsabile anche del reato di sequestro di persona, per aver segregato tre pazienti disabili nelle rispettive stanze di degenza, impedendogli la possibilità di movimento. Nell’occasione, l’intervento notturno dei Carabinieri del NAS consentiva di interrompere la condotta delittuosa e provocava l’immediato allontanamento dell’operatore da parte dei vertici della struttura".

Nel corso delle indagini sono stati documentati diversi episodi di maltrattamenti commessi dagli altri operatori che, sebbene con ruoli minori, sottoponevano i ragazzi a soprusi e violenza fisica e verbale, "quasi da ipotizzare una 'consuetudine repressiva' adottata dal personale addetto a quel reparto".

Nel contesto investigativo sono stati deferite alla competente Autorità Giudiziaria altre 6 persone responsabili di analoghi comportamenti, le cui condotte sono al vaglio della Magistratura.
 

08 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

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