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Proposta “free vax” del M5S Lazio. Stop a ogni obbligo, analisi pre vaccinali e anche un periodo di “quarantena” di 4-6 settimane per i bambini vaccinati prima del rientro a scuola

Previsti anche programmi di formazione per il personale vaccinatore e trasparenza su reazioni avverse e relazioni causali tra patologie e vaccini. Questi alcuni dei principali punti della proposta di legge a prima firma dei consiglieri regionali 5 Stelle Davide Barillari e Roberta Lombardi. Una legge "dal basso", frutto di un gruppo di lavoro al quale sono state invitate diverse associazioni che sostengono i genitori free-vax. IL TESTO

24 LUG - Vaccini: attenzione, maneggiare con cura. È quanto viene da pensare a leggere la proposta di legge del M5S per la revisione del sistema vaccinale della Regione Lazio, presentata a prima firma dei consiglieri regionali 5 Stelle Davide Barillari e Roberta Lombardi (in foto con Beppe Grillo durante un evento dell'ultima campagna elettorale per le regionali del Lazio).
 
Inutile usare giri di parole, una proposta tutta "free vax" oriented. Stop ad ogni obbligo, vaccinazioni personalizzate con analisi pre vaccinali e follow up, acquisto di vaccini in formato monocomponente e addirittura periodi di "quarantena" di 4-6 settimane che le scuole dovrebbero riconoscere ai bambini vaccinati, fino alla proposta di una prevenzione basata sulla "nutrizione preventiva".
 
Se per la ministra della Salute, Giulia Grillo, al di là della scelta tutta politica dell'obbligo o della raccomandazione, i vaccini rappresentano un "presidio fondamentale di prevenzione primaria", a leggere il documento del M5S Lazio si ha invece l'impressione di un mezzo cui ricorrere solo nello stretto necessario e tra mille precauzioni. "Vogliamo sostanzialmente creare un’alleanza terapeutica con i medici e attivare nuovi strumenti innovativi di consueling, di partecipazione di controllo, nella più ampia trasparenza", scrive Barillari sulla sua pagina Facebook. 
 
E prosegue: "Subito dopo la presentazione, la proposta di legge di riforma del sistema vaccinale verrà inserita nella piattaforma Rousseau, al fine di ricevere ulteriori suggerimenti e pareri, sempre più convinti che un nuovo modello di governance si attua anche con il coinvolgimento pieno e consapevole dei cittadini nelle scelte della politica".
 

 
 
Ecco, fondamentale per capire la ratio alla base della proposta di legge pentastellata è sapere quali siano stati questi cittadini cui il M5S si è rivolto per la redazione di questa "legge dal basso".
 
Sempre dalla pagina Facebook del consigliere regionale pentastellato scopriamo così che questo lavoro è stato portato avanti insieme a diverse associazioni che sostengono i genitori free-vax, come Auret (che sostiene correlazione tra vaccini e autismo), Comilva, Codacons e Corvelva (nota per i manifesti con messaggi shock sui vaccini ma che, essendo un’associazione regionale che opera in Veneto, non ha preso parte ai lavori del tavolo come ci ha precisato in una nota la stessa associazione smentendo nettamente la notizia di una condanna a loro carico per i loro manifesti che avevamo erroneamente riportato in una precedente versione di questo articolo e di cui ci scusiamo).
 

 
 
Tra gli invitati anche RIP Lazio, ossia “Riprendiamoci il Pianeta- Movimento di Resistenza Umana” un’associazione che lotta contro le scie chimiche. E gli esperti? Si spiega che Fimmg, Fimp, Simpef etc. verranno chiamati solo successivamente in audizione, una volta presentata e incardinata la legge. Il contributo di sindacati medici e società scientifiche risulta quindi tutt'altro che fondamentale per l'elaborazione di una legge sui vaccini.
 
Cosa prevede la proposta di legge regionale
Tra i "principi" declinati all'articolo 1 si spiega che la Regione "tutela e promuove il principio di precauzione anche nella pratica vaccinale, nonché la democratizzazione della medicina, la libertà di scelta terapeutica, o la collaborazione del paziente con il medico per la co-definizione del percorso terapeutico". Quasi la trasposizione del principio "uno vale uno" nel rapporto tra medico e paziente.
 
Tra le "finalità", esposte all'articolo 2, si spiegano le motivazioni per le quali va abbandonato ogni approccio coercitico: "La Regione Lazio costruisce tutte le condizioni necessarie al superamento di una pratica vaccinale coercitiva, poiché crede che, le mutate condizioni socio-sanitarie, la maggiore consapevolezza, responsabilità e maturità, siano il terreno fertile sul quale le attuali e future generazioni potranno crescere come individui e collettività". Da segnalare il passaggio sulle condizioni socio-sanitarie mutate, argomento richiamato più volte dai no vax a sostegno delle loro tesi sull'attuale inutilità del ricorso ai vaccini.
 
Si prevede, inoltre, "l'applicazione di un iter vaccinale articolato attraverso uno screening pre-vaccinale completo che permetta la valutazione delle condizioni del soggetto interessato", che si conclude con un "processo di screening post-somministrazione dell'inoculo in modo da poter valutare ogni tipo di eventuale reazione avversa". Richiamato anche un potenziamento della farmaco-sorveglianza, della ricerca sulla farmaco-genomica, della vaccino-vigilanza e dei sistemi di monitoraggio partecipativi, della verifica e del riconoscimento delle reazioni avverse attraverso l'adozione di criteri metodotogici internazionali, ed il "miglioramento della qualità degli ambienti e delle condizioni igieniche dei luoghi sociali/educaitvi aggregativi, in particolare delle scuole, e dei luoghi di assistenza e cura, in particolare i pronto soccorso degli ospedali, in modo da ridurre al minimo il rischio infettivo o il contatto con qualsiasi agente biologico che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni".
 
All'articolo 3 viene sancito il principio della "personalizzazione della pratica vaccinale". In particolare si dispone, in applicazione del principio di precauzione, che ogni eventuale trattamento sanitario sia effettuato "in un quadro di attenta anamnesi individuale e di una valutazione clinica preventiva sulle condizioni immunologiche del soggetto, in particolare le tendenze familiari all' autoimmunità, immunodeficienza e immunodepressione nonché familiarità per danni da vaccino riconosciuti o anche solo significative reazioni avverse correlate temporalmente con le vaccinazioni eseguite".
 
Si parla di un "completo e mirato protocollo di analisi" volto ad accertare: 
a) predisposizione genetica alle reazioni autoimmuni e stato immunitario al momento della valutazione pre-vaccinale;
b) analisi tossicologiche.
 
Ma non finisce qui. Si spiega infatti che, prima della vaccinazione, il Pediatra o il Medico di Medicina Generale dovrà raccogliere una "dettagliata anamnesi dei genitori, dei parenti prossimi e del bambino stesso, considerando tutti i fattori che influenzano la salute di quest'ultimo nella sua globalità, perché su di lui si ripercuotono anche le condizioni socio-ambientali del territorio in cui vive il nucleo familiare, ossia dati economici, nutrizionali, tossicologici e psico-comportamentali dei componenti della sua famiglia; pediatri e medici sono tenuti a valutare con particolare attenzione le condizioni cliniche e di analisi che prospettano la necessità dell'esonero o del differimento della vaccinazione". Prima di poter effettuare una vaccinazione, il medico dovrà quindi produrre un'attenta analisi psico-socio-antropologica allargata all'intero nucleo familiare, e questo per ogni minore.
 
Per ridurre al minimo il rischio di reazioni avverse, le vaccinazioni dovranno essere effettuate:
a) anche con vaccini in formato monocomponente
b) a partire dalla fine del secondo semestre di vita del soggetto, a meno che ci siano condizioni specifiche che consiglino un uso anticipato o posticipato di una singola vaccinazione 
c) in un intervallo minimo raccomandato di 60 giorni tra l'inoculazione delle dosi di differenti tipologie di vaccini oltre al rispetto dei tempi previsti per i richiami di ciascuna vaccinazione.
 
All'articolo 4 si spiega che, al momento della vaccinazione, "l'individuo deve essere in condizioni ottimali, sia fisiche che psichiche, e deve essere in possesso del certificato di nulla osta rilasciato nelle 24/48 ore precedenti".
 
L'articolo 5 sancisce il diritto del cittadino a ricevere ogni informazione utile al consenso informato. Il soggetto dovrà dunque essere informato dal pediatra o dal MMG e da parte della ASL, sulla "reale necessità e sul rapporto rischi/benefici di ciascun vaccino. Per una corretta e completa informazione, necessaria ad un reale consenso informato, i soggetti citati devono ricevere ogni informazione utile alla tutela della propria salute, incluse le notizie della letteratura scientifica che dimostra la correlazione causale tra vaccini e patologie".
 
Allo stesso modo, all'articolo 6, le Asl dovranno fornire ai Centri Vaccinali "tutta la documentazione relativa: ai casi aggiornati di segnalazione di reazioni avverse e quelle accertate, di una selezione esauriente di letteratura scientifica che dimostra la correlazione causale tra vaccini e patologie e le eventuali disposizioni di ritiri recenti dei lotti vaccinali. Tutto ciò deve essere a disposizione dei soggetit che volessero visionarli, congiuntamente ai foglietti illustrativi e alle schede tecniche dei vaccini proposti."
 
Arriviamo così all'articolo 7, dove si spiega che, sulla base di studi scientifici europei e internazionali, la Regione "promuove ed incentiva il ruolo che l'alimentazione svolge nel modulare (positivamente o negativamente) le funzioni del sistema immunitario. Per questo motivo sviluppa specifiche e capillari campagne di educazione nutrizionale volte ad educare verso un ottimale regime alimentare fondato sul consumo di alimenti sani ed equilibrati, privi di pesticidi e diserbanti tossici e quindi di coltivazione biologica certificata, unita ad un corretto stile di vita e ad un'attività fisica costante". L'inserimento di un intero articolo dedicato alla "nutrizione preventiva", all'interno di una legge sui vaccini, lascia intendere - seppur indirettamente - un ruolo primario che l'alimentazione può svolgere come prevenzione per alcune patologie, in via quasi sostitutiva rispetto alle vaccinazioni.
 
L'articolo 8 dispone una riorganizzazione funzionale ed operativa della rete dei centri vaccinali.
 
All'articolo 9 si prevedono programmi di formazione del personale vaccinatore. "I medici e il personale a supporto del counseling, e la loro formazione, non deve avere alcun conflitto di interesse, diretto o indiretto, con le case farmaceutiche. Le strutture Asl a cui la Regione affida la formazione del personale e dei medici devono garantire che non ci sia alcun conflitto d'interesse del personale impiegato nella formazione; che tale personale non dovrà aver lavorato in passato per società che producano o commercializzino farmaci, o per fondazioni e associazioni ad esse riconducibili". Proposta, inoltre, l'abolizione delle tabelle di retribuzione in base alle vaccinazioni fatte e il numero totale delle stesse come raggiungimento d'obiettivo dei direttori generali e dei dirigenti Asl, "in modo da risolvere tutte le problematiche legate ai conflitti di interessi".
 
I "doveri informativi del Medico vaccinatore" sono elencati all'articolo 10. Tra questi, vi è il dovere di informare esaustivamente i pazienti "sia sugli effetti, sia sulle possibili reazioni avverse di ciascun vaccino". I pazienti hanno inoltre "il diritto di prendere visione dei foglietti illustrativi dei vaccini per conoscerne le proprietà, le controindicazioni, le componenti tossicologiche e le reazioni avverse di ogni farmaco. Il medico che esegue la vaccinazione è obbligato a fornire le informazioni e la documentazione richieste".
 
All'articolo 11 in tema di rapporto tra le scuole e certificazione, si spiega che "la scuola garantisce che sia rispettato il periodo di quarantena di 4-6 settimane per il soggetto appena vaccinato con virus attenuato al fine di evitare contagi indotti dalle stesse secondo il principio di precauzione". Per una sorta di curioso contrappasso, verrebbero quindi 'penalizzati' proprio queii bambini che, per esser stati vaccinati, richierebbero di rimanere fuori dalla scuola per oltre un mese.
Inoltre, la scuola "non entra nel merito della formazione delle classi in base alle certificazioni vaccinali dei soggetti, i quali vengono inseriti nelle stesse in base ad altri criteri non di tipo sanitario ma di tipo organizzativo, stabiliti dalla scuola stessa".
 
L'istituzione dell'Osservatorio Regionale sulle Vaccinazioni che avrà la propria sede presso l'Assessorato regionale della Salute, è prevista dall'articolo 12, mentre all'articolo 13 si dettano i compiti dell'Anagrafe vaccinale regionale.
 
Tra gli strumenti e le modalità di partecipazione attiva dei cittadini disciplinate all'articolo 14, si spiega come "in ottica di trasparenza ed informazione", verranno resi disponibili ai cittadini nell'area sanità del portale regionale, "i dati relativi alle segnalazioni di sospette reazioni avverse a medicinali (compresi i vaccini) registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF). I dati, privi di riferimenti anagrafici e aggiornati con cadenza trimestrale, indicheranno la lista delle segnalazioni registrate nella RNF (suddivise per anno), il numero e la percentuale di segnalazioni per livello di gravità, per sesso e per fascia di età dei soggetti che hanno manifestato le reazioni avverse e per tipo di vaccino e/o di richiamo".
 
All'articolo 15, riguardante le gare d'acquisto, si sottolinea ancora come "la Regione Lazio promuove l'acquisto di vaccini in formato monodose per permettere la massima personalizzazione terapeutica".
 
Vengono previsti anche un Sistema di assistenza online e per il monitoraggio della pratica vaccinale, disciplinato dall'articolo 16; e un Sistema di followup per il monitoraggio post-vaccinale all'articolo 17.
 
Infine, l'articolo 18 spiega che la Regione provvederà all'attuazione della legge "mediante l'utilizzazione dei fondi previsti a valere sugli stanziamenti del bilancio di previsione 2019 e pluriennale 2019-2020".
 
Giovanni Rodriquez

24 luglio 2018
© Riproduzione riservata

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