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Eutanasia non è suicidio

di Manlio Converti

26 OTT - Gentile direttore,
ringrazio la Ministro Grillo per avere introdotto il tema post-ideologico sulla questione eutanasia, in un Paese come il nostro, in cui esponenti del suo stesso governo lavorano alacremente per restituirci a posizioni patriarcali su temi non meno importanti quali Aborto, Unioni Civili, Diritto di Famiglia, Divorzio e Adozioni per single e gay.
 
Nel merito, come psichiatra, ci tengo ad esprimere la mia modesta opinione, ricordando come il non procurare la morte e il prolungare in modo innaturale la vita, impedendo una morte naturale, giacchè la morte è un fenomeno naturale inevitabile per tutti, sia solo una parte della questione in gioco.
 
Infatti esistono altri fantasmi, primo tra tutti quello del Suicidio.
 
Eutanasia non è Suicidio, ma spesso il Sucidio, ad esempio nell'anziano o in chi scopre di avere una patologia degenerativa, è una forma di Eutanasia, una liberazione orrenda dalla vita ancora più orrenda, di persone che non possono accedere per diritto ad una morte dolce.
 
Se ci fosse l'Eutanasia, ne sono convinto, aumenteremmo il numero di anni di vita (invece di ridurlo) perché le persone che oggi si suicidano per evitare una orrenda vecchiaia o una orrenda degenerazione del proprio corpo o della propria mente, si lasceranno vivere finché sono sani, sapendo che ad un certo punto potranno ottenere una dolce morte, dignitosa, oggi loro negata.
 
Esistono poi altri problemi che la legge dovrà dirimere.
 
Primo tra tutti quello si dovrà a mio avviso garantire che si ottenga l'Eutanasia sulla base dell'esclusiva volontà del paziente, sulla base di una diagnosi e prognosi esecrabili ed inevitabili, escludendo sempre la responsabilità del medico.
 
Il Secondo punto è quello di decidere il ruolo del tutore legale per minori e pazienti non consapevoli in modo irreversibile.
 
Insomma dovremo porci queste domande post-ideologiche e risolverle in una legge a garanzia della massima libertà e dignità della persona, affinché scelga di morire con l'Eutanasia all'ultimo momento e non sia costretta al Suicidio in modo orrendo quando ha ancora anni di vita abbastanza sana e dignitosa davanti:
1) E' lecito che una persona fisicamente sana, ma psichiatricamente sofferente oltre ogni limite, in assenza di terapie possibili, chieda l'accesso all'Eutanasia?
 
2) E' lecito che un minore consapevole, con il sostegno dei genitori (e mai senza il parere del minore medesimo), chieda per la condizione miserevole del suo stato l'Eutanasia?
 
3) E' lecito che un adulto o un minore non più consapevoli, ricevano l'Eutanasia, se hanno fatto richiesta in precedenza o su richiesta di un loro tutore legale?
 
Manlio Converti
Psichiatra
Presidente AMIGAY

26 ottobre 2018
© Riproduzione riservata

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