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QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Governo e Parlamento

Covid. Terapie intensive: attivato solo 30% dei posti letto aggiuntivi previsti. Solo 3 Regioni sopra la soglia di sicurezza. I soldi ci sono ma i ritardi nella programmazione e realizzazione rischiano di mettere nuovamente in crisi il Ssn

di Luciano Fassari
immagine 13 ottobre - Trascorsi quasi 5 mesi dal Dl Rilancio che ha previsto l’incremento delle terapie intensive l’obiettivo è ancora molto lontano ma la temuta seconda ondata dell’epidemia è arrivata e, seppur ancora non vi sia emergenza, è evidente che molte regioni si avvicinano alla soglia del 30% di posti letti occupati da pazienti Covid, il punto oltre il quale diventa molto difficile trovare un posto per ricevere le cure. IL DOCUMENTO
A cinque mesi dal Dl Rilancio sono stati creati appena il 30% dei posti letto in più previsti per le terapie intensive e solo tre Regioni (Veneto, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia) sono sopra lo standard di 14 posti letto per 100mila abitanti fissato dal Governo.
 
È quanto emerge da un’elaborazione di Quotidiano Sanità sui numeri del report del commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri sullo stato di avanzamento dei lavori di potenziamento del Ssn.
 
Ricordiamo che a maggio l’Esecutivo con il Dl Rilancio ha stanziato un totale di 1,4 mld per il potenziamento degli ospedali, di cui 606 milioni per potenziare le terapie intensive con un incremento di 3.500 posti che porterebbero la dotazione nazionale a 8.679 posti e altri 601 per le terapie sub intensive con un incremento di 4.225 posti  (di questi almeno il 50% dovranno essere predisposti per essere riconvertiti in tempi rapidi in terapie intensive).
 
Inoltre sempre nel Dl Rilancio è stata prevista l’emanazione di un bando da 54 mln (scaduto il 2 settembre) per 300 posti letto di terapia intensiva, suddivisi in 4 strutture movimentabili, ciascuna delle quali dotata 75 posti letto, da allocare in aree attrezzabili preventivamente individuate da parte di ciascuna regione e provincia autonoma.
 
Ebbene, mentre per le terapie sub intensive gli interventi attuati hanno di fatto superato quanto stabilito (sono stati realizzati ben 7.670 posti per un totale della dotazione nazionale che ha raggiunto i 14.195 posti), per la terapia intensiva il risultato è assai più magro.
 
Al 9 ottobre, rispetto ai 5.179 posti pre covid ne sono stati realizzati, infatti, 1.259, appena un terzo rispetto ai 3.500 per cui sono stati predisposti i finanziamenti. Il totale ad oggi è quindi di 6.458 letti. La situazione, come al solito è a macchia di leopardo tra le varie regioni. C’è chi come il Veneto ne ha messi in pista ben oltre quanto previsto (331 rispetto ai 211 previsti dal Dl Rilancio) e c’è per esempio la Calabria che ne ha attivati solo 6 in più rispetto ai 134 finanziati o addirittura l’Umbria che non ne ha attivato nessuno.
 
Ma il dato che più preoccupa è il fatto che solo tre Regioni (Veneto, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia) sono sopra lo standard di 14 posti letto per 100mila abitanti fissato dal Governo con la Campania che ha appena 7,3 pl per 100 mila abitanti, l'Umbria (7,9) e le Marche (8,3), tutte ampiamente sotto la soglia.
 
Sui ritardi pesa certamente il sistema di regole messe in campo. Ogni Regione ha dovuto presentare un piano al Ministero della Salute. Dopo l’ok da Lungotevere Ripa la palla poi è passata al commissario per l’Emergenza. A quel punto c’è stato un confronto con le Regioni per l’attuazione dei lavori (il bando si è chiuso solo l’8 ottobre). Ad oggi sono 9 regioni che hanno ricevuto la delega da Arcuri per iniziare le opere. Per le altre si è ancora in attesa dei cronoprogrammi e del piano di governance. Insomma, a 5 mesi distanza la maggior parte dei cantieri non è ancora partito.
 
A prescindere dalle responsabilità, che appaiono di tutti i soggetti coinvolti, sta di fatto che la temuta seconda ondata dell’epidemia è arrivata e, seppur ancora non vi sia emergenza, è evidente che molte regioni (Umbria, Sardegna, Campania, Liguria, Lazio) si stanno avvicinando alla soglia del 30% di posti letti occupati da pazienti Covid, il punto oltre il quale diventa molto difficile trovare un posto per ricevere le cure.
 
Nella tabella seguente un riepilogo della situazione al 13 ottobre.
 
 

Luciano Fassari
13 ottobre 2020
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