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Piemonte. Giunta approva nuova delibera sul riordino degli ospedali

Integrata la precedente delibera sulla revisione della rete ospedaliera dopo verifiche con ministero e Agenas. Definiti i tempi di attuazione e potenziate alcune discipline ospedaliere. Saitta: “entro giugno anche il piano di continuità assistenziale”. Ecco cosa cambia, caso per caso. LA DELIBERA DI NOVEMBRE E QUELLA DI GENNAIO.

24 GEN - Subito dopo la “promozione” da parte del Governo, la giunta regionale del Piemonte di ieri ha dato il via libera alla delibera sulla revisione della rete ospedaliera. Prima ci sono stati incontri tecnici di affiancamento con il Ministero della Salute e con Agenas, insieme a due mesi di confronto con i territori attraverso le assemblee dei sindaci e consultazioni con le aziende sanitarie alla base della delibera - approvata ieri mattina dalla Giunta regionale - che contiene importanti integrazioni al provvedimento del novembre scorso sulla revisione della rete ospedaliera.
 
Rispetto alla prima stesura vi sono alcune integrazioni frutto di "un confronto duro e aspro con i territori - dicono il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino e l'assessore alla Sanità, Antonio Saitta - che ha portato a una conclusione non arrendevole in cui abbiamo fatto prevalere la domanda di salute e gli interessi generali senza cedere a esigenze individuali”. 
 
Si tratta di un "piano di riorganizzazione credibile", aggiunge Chiamparino, che presenta "pochi cambiamenti rispetto all’impianto iniziale, a conferma della competenza e della precisione con cui era stata elaborata la prima bozza". Saldo totale invariato, dunque: 668 strutture complesse pubbliche aperte.
 
“La definizione completa delle unità operative complesse, semplici e dipartimentali, l’individuazione delle discipline assegnate genericamente ai presidi delle ASL - spiega Saitta - potrà essere effettuata solo con la definizione degli atti aziendali al termine di un percorso che prevede la determinazione della rete territoriale, la definizione delle linee guida dei nuovi atti aziendali, la nomina dei nuovi direttori generali delle aziende entro fine aprile, l’approvazione dei nuovi atti aziendali”.
 
Nel testo sono state inserite integrazioni a garanzia dell’intero sistema di emergenza che hanno portato, con riferimento alle discipline a scavalco tra hub e spoke (cioè con un bacino di utenza tra i 400mila e gli 800mila abitanti) come ad esempio chirurgia vascolare, pneumologia e gastroenterologia, al potenziamento in alcuni Spoke: “Abbiamo voluto garantire una maggior efficace copertura territoriale tenendo conto in particolare dei tempi di percorrenza sul territorio piemontese” aggiunge Saitta che prima della seduta di Giunta si era lungamente confrontato con i consiglieri regionali nella seduta di IV Commissione.
 
In conclusione l’assessore Saitta e il direttore Fulvio Moirano hanno ribadito che entro giugno sarà presentato al Ministero anche il piano per la continuità assistenziale “indispensabile – precisa al’assessore – perché la sua attuazione dovrà procedere di pari passo con la revisione della rete ospedaliera. Non si taglia nessun posto letto, non si chiude nessun reparto ma si definisce il percorso virtuoso che passa da una minore ospedalizzazione ad una maggiore assistenza domiciliare in tutto il Piemonte”.
 
Vediamo qualche dettaglio, caso per caso:
 
TORINO
Rispetto alla delibera di novembre al San Luigi di Orbassano vengono reinserite una medicina-chirurgia d’urgenza (mcau) ed una medicina ad indirizzo ematologico; a Città della Salute una ematologia in più in attesa di una soluzione logistica per la sua collocazione al San Giovanni Bosco mentre al S.Anna si reinserisce una terapia intensiva neonatale.
Per quanto riguarda il ruolo nella rete emergenza-urgenza dei presidi Gradenigo e Ospedale Martini si evidenzia che afferiscano a due aree omogenee distinte (Torino Nord e Torino ovest) e che la scelta programmatoria di mantenere Martini come DEA di I livello sotto osservazione e Gradenigo come pronto soccorso collegato funzionalmente col Giovanni Bosco (Hub dell’area) discende da un numero di passaggi in Pronto Soccorso complessivamente alto e un bacino di utenza aderente alla propria Area di riferimento: nel primo caso 70.000 accessi (fonte EMUR 2013) e un numero di ricoveri da pronto soccorso che per 3/4 di provenienza dalla propria area omogenea; nel secondo caso 45.000 accessi (fonte EMUR 2013) con un numero di ricoveri da pronto soccorso che per i 2/3 di provenienza dalla propria area omogenea.
 
IVREA 
Si assegna rispetto alla delibera di novembre la struttura di radioterapia
 
SUSA
L’ospedale di Susa resta aperto, attivo e funzionante classificato come ospedale di area disagiata con un polo di ortopedia e traumatologia necessario per il comprensorio sciistico, un pronto soccorso h24 (con il sostegno dei reparti di medicina e ortopedia), e con una chirurgia (week surgery).
Il punto nascite non può essere mantenuto per l’insufficiente parametro di attività che non garantisce la sicurezza alle mamme e ai nascituri. (il Patto per la salute stabilisce che i Punti nascite possono essere mantenuti solo nei Dea di I e II livello e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato in 1.000 parti la soglia dei Punti nascite). Si ribadisce che nel contesto della Valle di Susa il riordino della rete ospedaliera avverrà contestualmente alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale: verrà valorizzata l’esperienza del Cap di Avigliana per offrire concrete risposte ai bisogni di salute della popolazione e rilanciata come modello in tutto il Piemonte.
 
ALESSANDRIA
All’Asl di Alessandriaria relativamente all’impianto della rete ospedaliera dell’Emergenza-Urgenza (DEA di II livello, DEA di I e Ospedale di Base con Pronto Soccorso), si conferma quanto definito dalla delibera del novembre scorso. Tuttavia, in relazione all’area della post-acuzie si è ritenuto opportuno prevedere una struttura complessa di RRF/Fisiatria aggiuntiva rispetto al testo di novembre nel territorio dell’Asl, mantenendo anche una struttura complessa di lungodegenza ad oggi prevista in delibera. Di fatto, viene assegnata una struttura complessa aggiuntiva di riabilitazione funzionale la cui collocazione (ad esempio a Tortona) sarà decisa con l’approvazione degli atti aziendali
Per quanto riguarda la riconversione delle cardiologie non più previste come strutture complesse al di fuori dei Dea, si prevede la loro riconfigurazione da complesse a semplici con letti di appoggio per l’attività di chirurgia interna, mantenendo i servizi in relazione al fabbisogno del territorio ed in coerenza con gli Ospedali Dea di riferimento. Analogamente i servizi di emergenza-urgenza potenziati da una maggiore diffusione della disponibilità delle elisuperfici ad utilizzo notturno garantiranno un adeguato funzionamento della rete specialistica cardiologica indirizzando i pazienti presso la struttura più idonea in rapporto alla complessità della patologia. Infine per quanto concerne le attività cliniche, con particolare riferimento alle attività di supporto alle chirurgie, verrà garantito il supporto anestesiologico rianimatorio anche attraverso il mantenimento di letti di terapia intensiva e/o di sub intensiva coerenti con il bisogno generato dalle attività assegnate.
 
CASALE MONFERRATO
Si inserisce rispetto alla delibera di novembre l’assegnazione all’ospedale di Casale della radioterapia-oncologia e della pneumologia.
 
ASTI
All’Asl di Asti restano confermate le specialità di radioterapia, chirurgia vascolare, gastroenterologia, centro trasfusionale e geriatria.
Malattie infettive verrà messa sotto osservazione per i prossimi due anni che è l’arco temporale di attuazione della delibera. In tutti i casi in cui verrà meno la Struttura complessa, ma resteranno garantite le attività in coerenza con l’Aso e gli altri presidi dell’Asl di Alessandria.
I servizi di natura territoriale come diabetologia, medicina legale, psichiatria, neuropsichiatria infantile, etc che la delibera non prende in considerazione in quanto non relativi all’Emergenza/Urgenza, saranno trattati negli atti aziendali. Per quanto riguarda il presidio sanitario della Valle Belbo si conferma l’impegno della Regione a reperire le risorse per completare la struttura.
 
VERCELLI
All’Asl di Vercelli, l’emodinamica dell’ospedale S. Andrea di Vercelli resta operativa e verrà messa sotto osservazione fino 31.12.2016;restano confermate le strutture complesse di pneumologia e di malattie infettive che rimarranno presso il presidio S. Andrea secondo una logica di quadrante, in coerenza con le relative strutture complesse dell’Aso di Novara; in tutti quei casi in cui verrà meno la struttura complessa (per esempio il centro trasfusionale), restano sempre e comunque garantiti i servizi;i servizi di natura territoriale come diabetologia, medicina legale, psichiatria, neuropsichiatria infantile, etc che la delibera non prende in considerazione in quanto non relativi all’Emergenza/Urgenza, saranno trattati negli atti aziendali; il punto nascite dell’ospedale di Borgosesia resterà operativo e messo sotto osservazione.
 
BIELLA
Il tema della geriatria sarà risolto, individuando le modalità migliori, durante l’approvazione degli atti aziendali
 
NOVARA
Si inserisce rispetto alla delibera di novembre l’assegnazione della chirurgia pediatrica e dell’ortopedia pediatrica
 
BORGOMANERO
Si inserisce rispetto alla delibera di novembre l’assegnazione della oncologia, medicina-chirurgia d’urgenza e anatomia patologica
 
CEVA
Si inserisce rispetto alla delibera di novembre l’assegnazione della struttura di recupero e rieducazione funzionale
 
MONDOVI
Si inserisce rispetto alla delibera di novembre l’assegnazione della medicina-chirurgia d’urgenza

24 gennaio 2015
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