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Personale sanità. Saitta: “Basta strumentalizzazioni, Regione Piemonte ha ripreso ad assumere con l’uscita dal piano di rientro”

La replica dell’assessore al sindacato Nursind che accusava la Regione di avere “risparmiato 21 milioni tra il 2016 e il 2017 sulla pelle dei lavoratori”. “Nell'ultimo biennio abbiamo assunto oltre 3.500 lavoratori del comparto sanitario e questo è stato possibile unicamente grazie all'azione di risanamento effettuata”, spiega Saitta.

25 LUG - “Ci è perfettamente noto, e dovrebbe essere noto anche a chi invece preferisce strumentalizzare, che per molti anni e fino al 2017 la sanità piemontese è stata sottoposta ai vincoli del piano di rientro, per altro per responsabilità non certo riconducibili all'attuale Giunta regionale. In tutte le regioni italiane sottoposte a piano di rientro e commissariate la spesa per il personale è decisamente inferiore a quella delle altre regioni, per l'effetto del blocco del turnover, che è una delle misure che sono imposte a livello ministeriale per ottenere il riequilibrio economico”. Lo precisa l'assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta in merito alle accuse, per la Regione "di carattere strumentale”, mosse dal Nursind, secondo il quale “il confronto tra i tetti di spesa assegnati e la spesa realmente utilizzata negli anni 2016 e 2017 dimostrano che la Regione ha risparmiato oltre 21 milioni di euro sulla pelle dei lavoratori”. Questo in quanto, secondo il sindacato, “nel 2016 sono circa 18 milioni quelli risparmiati e colpevolmente non utilizzati per il personale. Nel 2017, anche con lo sblocco del turn over, proprio sulla base di questo risparmio la Regione ha assegnato 13 milioni in meno e nonostante questo, le aziende sono riuscite a non utilizzare la spesa assegnata. Sono infatti oltre 3 milioni di euro i soldi risparmiati sulla pelle dei lavoratori anche nel 2017”.
 
Sulla qustione è intervenuto Davide Bono, vicepresidente commissione sanità M5S Piemonte, chiedendo spiegazioni a Saitta. “Il timore fondato – per Bono - è che le ASL possano non arrivare ai tetti di spesa, assumendo personale tramite cooperative (medici e infermieri) e tramite partenariato pubblico privato (tecnici di radiologia) inquadrando i costi fra le spese di servizio (anziché di personale). Con il personale esternalizzato si perdono competenze e collaborazione fra i diversi comparti della sanità, svilendo il servizio pubblico”.


L’assessore risponde spiegando che “il Piemonte è uscito dal piano di rientro soltanto nel corso del 2017, e dunque è evidente che per tutto il 2016 sulla spesa per il personale hanno inciso i vincoli fissati dal piano stesso. Come testimoniano gli stessi dati, gli effetti dell'uscita si iniziano a vedere solo a partire dalla seconda metà del 2017, quando la Regione Piemonte ha potuto riprendere ad assumere personale sanitario, e si vedranno pienamente alla fine del 2018. Nell'ultimo biennio abbiamo assunto oltre 3.500 lavoratori del comparto sanitario e questo è stato possibile unicamente grazie all'azione di risanamento effettuata”.

“Devo purtroppo rilevare – conclude Saitta - che c'è chi anziché apprezzare il lavoro compiuto dal Piemonte, unica regione a essere uscita dal piano di rientro in questi anni, sceglie di polemizzare senza fare in alcun modo l'interesse dei lavoratori”.

25 luglio 2018
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