Carenza medici. Zaia: “È realtà. Una bugia affermare che la Regione non vuole assumere”

Carenza medici. Zaia: “È realtà. Una bugia affermare che la Regione non vuole assumere”

Carenza medici. Zaia: “È realtà. Una bugia affermare che la Regione non vuole assumere”
“Solo nel Veneto mancano 1.300 medici con una proiezione di 56mila in Italia. La programmazione nazionale è sbagliata. Le soluzioni ci sono a cominciare dall’abolizione del numero chiuso nelle Università, dall’inserimento negli ospedali dei giovani laureati in medicina specializzandi”. Così il Presidente della regione in occasione dell’inaugurazione dell’ospedale comunità di Bovolone

“Sulla carenza di medici circolano una verità e una grossa bugia. La verità è che ne mancano, solo nel Veneto 1.300, con una proiezione di 56mila in Italia. La grossa bugia è che mancano perché la Regione non vuole assumerli. Nessuno si permetta di dirlo, e chi lo fa indichi chiaramente dove e come questo succede e noi verificheremo con i direttori generali. Il vero motivo di questa situazione è una programmazione nazionale sbagliata, a partire dal numero chiuso nelle università, passando per la carenza di borse di specialità, il mancato utilizzo negli ospedali dei giovani specializzandi da formare in corsia sotto la guida dei loro colleghi esperti in veste di tutor, l’assurdità di non poter trovare forme per trattenere i tanti medici che vanno in pensione a 65 anni, nel pieno della loro preparazione ed esperienza, e che rimarrebbero volentieri”.
 
È quanto ha affermato Il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, all’inaugurazione dell’Ospedale di Comunità di Bovolone, in Provincia di Verona, alla presenza, tra gli altri, del Sottosegretario alla Salute Luca Coletto, del Vescovo di Verona Zenti, del Sindaco Emilietto Mirandola, di Parlamentari, consiglieri regionali e Sindaci dell’area.
 
“Le soluzioni a questa situazione ci sono – ha aggiunto Zaia – a cominciare dall’abolizione del numero chiuso nelle Università, dall’inserimento negli ospedali dei giovani laureati in medicina specializzandi affiancandoli ai colleghi più esperti, dall’accensione di contratti di tipo privatistico con i medici in pensione per riportarli all’interno del sistema, anche come tutors dei più giovani; dall’assegnazione ai Pronto Soccorso anche di giovani medici non specializzati in medicina d’urgenza, che possano imparare, sempre seguiti da un tutor, iniziando a curare i casi meno complessi”.
 
Sull’ospedale di Comunità di Bovolone (24 posti letto ricavati all’interno della struttura sanitaria del San Biagio), Zaia ha tenuto a sottolineare che “si tratta di un intervento importante, da vedere nel più ampio quadro di un’organizzazione complessiva, nella quale ogni esigenza delle persone viene trattata al meglio a seconda dell’intensità del bisogno assistenziale”.

01 Febbraio 2019

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