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Covid. La Sardegna presenta ricorso contro la zona arancione. Tar: “Il ministero chiarisca”


Dovrà essere consegnata entro oggi la relazione che il giudice ha chiesto al ministero per motivare la decisione di confermare l’inserimento dell’Isola in zona arancione, per spiegare i criteri seguiti per l’assegnazione delle colorazioni alle Regioni, nonché per riferire delle valutazioni fatte sui dati trasmessi dalla Sardegna al fine di ottenere il reinserimento in zona gialla. Solinas: “Difendiamo i nostro legittimi interessi e i diritti contro un provvedimento immotivato”. IL DECRETO DEL TAR

01 FEB - Lo aveva preannunciato, e lo ha fatto. Il Presidente della Regione Sardegna Christian Solinas ha depositato venerdì 29 gennaio il ricorso al Tar Sardegna contro il provvedimento con il quale, sempre venerdì scorso, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato la qualificazione della Sardegna come “zona arancione”.

“Difendiamo i legittimi interessi e i diritti della Sardegna contro un provvedimento immotivato – tuona il Governatore -, che danneggia gravemente il nostro tessuto economico e produttivo affliggendo l’isola con un nuovo insopportabile atto di prevaricazione. Dietro questi colori ricordo ci sono persone, attività economiche e produttive. Oggi tutti gli indicatori consentono di mantenere il territorio in zona gialla, permettendo la prosecuzione di queste attività, già duramente provate dal perdurare della pandemia, e alle persone di continuare il proprio lavoro”.

“La collocazione in arancione – prosegue il Capo di Giunta – appare dunque immotivata, e come ho più volte detto, nemmeno è possibile individuare con certezza a quali dati si sia fatto riferimento per adottarla. I dati da noi trasmessi dopo essere stati tardivamente avvisati dal Ministero, quelli pubblicati da Agenas e il confronto con gli indicatori di altre regioni in zona gialla, confermano l'ingiustizia del provvedimento adottato, tanto più che sono stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l'indicatore RT non è mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione. Non vi è alcun sovraccarico dei servizi assistenziali. L'ultimo rapporto Gimbe conferma una situazione pienamente sotto controllo e in continuo miglioramento”.

“Il Ministro della Salute – spiega il Presidente -, con l'ordinanza impugnata ha quindi stabilito sussistesse la necessità e l'urgenza di collocare la Regione Sardegna in zona “arancione” e vi ha dato corso senza che in merito l'Amministrazione abbia potuto concretamente esprimersi o apportare i propri elementi di valutazione (che certo avrebbero consentito di pervenire a conclusioni differenti), applicando un D.P.C.M. pubblicato il venerdì della stessa settimana cui si riferivano i dati presi in considerazione. La Regione, ritenendo tale decisione ingiusta e ingiustificata, ha chiesto, con spirito di leale collaborazione, che il provvedimento venisse modificato, in ragione delle non corrette modalità di adozione del provvedimento e dell'insussistenza dei presupposti per l'applicazione delle misure in esso previste, ma senza esito. Ciò sebbene l'art. 2, comma 3, del D.P.C.M. 14.1.2021, attribuisca al Ministro della Salute il compito di aggiornare l'ordinanza adottata, a seguito di verifica settimanale del permanere dei presupposti che ne hanno giustificato l'adozione. Il Ministro non ha ritenuto di provvedere in tal senso e, dopo ore di discussione con gli organi tecnici sulle misure da adottare, ha deciso di tenere la Sardegna in zona arancione. La Lombardia, invece, nel giro di due settimane ha fatto il doppio salto dalla zona rossa a quella arancione a riprova dell'ampia discrezionalità del Ministro in materia”.

“La Regione Sardegna si è vista quindi costretta a chiedere l'annullamento dell'ordinanza impugnata all'intestato Tar – conclude Solinas -, con richiesta di urgenza e di intervento immediato inaudita altera parte. Richiesta motivata dal fatto che il procedimento ministeriale di rivisitazione della tipologia di colore da attribuire ha una cadenza settimanale, con la logica conseguenza che essendo decorsa la giornata di oggi senza comunicazione di rettifiche e/o cambiamenti, la Sardegna sarà obbligata ad almeno un’altra settimana forzata di chiusura “arancione” con grave ed irreparabile danno per l’intera collettività regionale. In diritto ciò che si contesta è il mancato coinvolgimento della Regione Sardegna, il difetto di istruttoria nel non prendere in esame i nuovi riscontri inviati sulle terapie intensive effettivamente occupate nelle settimane monitorate (in numero inferiore alla soglia minima richiesta) oltreché l'apertura di nuovi 30 posti in terapia intensiva”.

Ricevuto il ricorso, il Presidente della Sezione prima del Tar Sardegna, Dante D'Alessio, con decreto n. 00083/2021, ha ritenuto necessario acquisire dal Ministero della Salute, ai fini decisionali, “una sintetica relazione, con i relativi atti, contenente i seguenti chiarimenti:

- sulle ragioni che hanno determinato la permanenza della Regione Sardegna per un’altra settimana in zona arancione, anche nel confronto con i dati riguardanti le altre Regioni;

- sui criteri automatici, o con margini di discrezionalità, seguiti per l’assegnazione alle Regioni di una colorazione, anche in sede di aggiornamento (come quello che è stato fatto il 29 gennaio), nonché sulla valutazione (automatica o discrezionale) sul numero dei giorni minimi di valutazione favorevole necessari per il passaggio in una colorazione meno restrittiva;

- sulle valutazioni eventualmente fatte sui dati trasmessi dalla Regione Sardegna ai fini di ottenere il reinserimento in zona gialla, anche con riferimento all’attivazione dei nuovi posti di terapia intensiva”.

Il Tar ha dunque ordinato al Ministero di “fornire i chiarimenti richiesti e gli atti relativi entro le ore 15 di lunedì 1 febbraio. Ha consentito alle parti di depositare memorie integrative entro le ore 18 di lunedì 1 febbraio”. Ogni ulteriore determinazione sarà dunque presa una volta conclusa l’istruttoria disposta.

Elisabetta Caredda

01 febbraio 2021
© Riproduzione riservata

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