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Farmaci. Come cambia la spesa. Trend in diminuzione anche negli Usa. Ma presto risalirà

di Laura Berardi

Tanti i brevetti di farmaci “di marca” scaduti negli ultimi anni, che vuol dire che sul mercato oggi ci sono generici altrettanto efficaci a un costo minore. Tuttavia, i brevetti in scadenza nel futuro prossimo sono meno e i farmaci diventano sempre più specifici e difficili da riprodurre. IMS Health spiega come e perché cambia la spesa. IL RAPPORTO

21 MAR - La spesa dei farmaci da prescrizione sotto brevetto è rallentata negli ultimi anni per via del sempre maggiore utilizzo dei generici a costo minore. Ma secondo gli ultimi dati dell’IMS Institute for Healthcare Informatics – multinazionale che supporta l'industria farmaceutica, che ha pubblicato un rapporto che stima i trend dei costi per i costi della Sanità fino al 2016 – nel 2012 negli Stati Uniti questa spesa è effettivamente diminuita, per la prima volta dal 1957.
 
Non si tratta di un crollo vero e proprio, visto che la spesa è scesa di un solo punto percentuale, ma sicuramente è un dato che fa riflettere. E soprattutto, che secondo gli esperti non è destinato a durare. Seppure gli Stati Uniti non abbiano certo mai avuto problemi di vendite di medicinali, infatti, alcuni esperti sono sicuri che il boom nell’uso di generici nasconda in realtà un problema molto più grande per governo, società assicuratrici e le altre istituzioni che pagano il conto dei medicinali da prescrizione: il crescente costo di medicinali specifici,  complessi e innovativi per trattare cancro, artrite reumatoide e altre malattie.
Express Scripts, catena di grossisti americana, ha riportato che tra i pazienti assicurati la spesa che riguarda medicinali specialistici come i farmaci biologici contro cancro o malattie ereditarie è infatti aumentata nel 2012 del 18,4%, ed è arrivata a contare circa un quarto di tutti i farmaci venduti sotto prescrizione. E non solo, anche il loro costo è aumentato nello stesso anno, arrivando alla cifra record di oltre 200 mila dollari a paziente, secondo Forbes. “Quella della bassa spesa è un’era incantata destinata a finire”, ha infatti commentato Paul B. Ginsburg, presidente del Center for Studying Health System Change, un gruppo di ricerca super partes che studia i trend che riguardano la sanità. “Quando si parla di questo argomento con gli assicuratori sanitari si potrebbe dire che questa sia la loro maggiore preoccupazione: la crescita nel mercato della farmacologia più specialistica e costosa”.
 
Secondo l’esperto, le forze che hanno contenuto i costi negli ultimi anni sono infatti destinate a sparire. Per moltissimi farmaci di marca il brevetto è scaduto proprio in tempi recenti e questo ha aperto la strada ad alternative di farmaci generici low-cost. Ma nel futuro più prossimo molti meno medicinali perderanno il brevetto, e la sempre maggiore specificità e complessità di questi fa sì che non si sappia se e quando sarà possibile ottenere anche per essi delle alternative a basso costo.
L’uso di generici potrebbe poi anche avvicinarsi a un punto di saturazione: se nel 2012 l’84% di tutte le ricette è stata evasa con farmaci generici – la percentuale più alta di sempre secondo IMS Health – questo numero probabilmente non supererà mai l’86 o l’87 per cento.
 
Nonostante il rallentamento e addirittura la diminuzione della spesa dell’ultimo anno, quando guardano al futuro, sia i Repubblicani che i Democratici hanno paura che i crescenti costi della salute potranno in un futuro non molto lontano occupare la grande maggioranza del budget di spesa federale, lasciando le cure di base scoperte e dunque lasciando molti statunitensi senza copertura sanitaria. Sebbene i medicinali non siano la maggiore causa dell’aumento dei costi della sanità, infatti, questi sono responsabili di circa il 15% del totale della spesa sanitaria.
Sebbene infatti a usufruire di ognuno di questi farmaci biologici o di nuova generazione non siano moltissimi pazienti, presi tutti insieme questi pesano sul budget. “Se non facciamo qualcosa al più presto, finiremo per non riuscire a sostenere questa spesa”, ha spiegato Judith P. Clark, direttore di Medicaid Mississipi, la sezione di questo stato del programma di assistenza sanitaria federale dedicato alle famiglie a basso reddito. E tutto ciò incide anche sulla quota di spesa out-of-pocket che i pazienti sono costretti a pagare per avere cure.
 
Tutto considerato, secondo le stime di IMS Health la spesa per i farmaci è destinata a crescere di più del 4% nel 2014, sia per la riduzione di farmaci che perdono il loro brevetto, sia perché dovrà essere applicata la nuova legge federale sulla sanità del Governo Obama, che ha visto aumentare il numero di persone assicurate. Successivamente, la crescita supererà il 2% nel 2015, e di nuovo quasi il 4% nel 2016.
Quel che è certo è che in qualche modo si tenterà di tenere a freno i costi dei farmaci specialistici. Ma chiaramente la preoccupazione è che questo problema potrebbe mettere a rischio l’accesso alle cure. Il risultato potrebbe infatti essere – come già lasciano intendere alcuni assicuratori – che si chiederà ai pazienti di provare prima trattamenti più vecchi e meno costosi, o che si richiederanno approvazioni specifiche per le terapie più innovative. Cosa che, come si può immaginare, non gioverà affatto ai malati.
 
Laura Berardi

21 marzo 2013
© Riproduzione riservata

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