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Questi gli alimenti che proteggono la salute. Promossi uova, frutta a guscio, caffè e vegetali

di Maria Rita Montebelli

Dal congresso Nutrition 2018, in corso a Boston, arrivano una serie di studi che evidenziano l’effetto protettivo di una serie di alimenti per la salute. Dalle verdure anti-parkinsonismo, al caffè amico del fegato, ai latticini magri e fermentati contro il cancro del colon retto, alle uova contro il diabete

12 GIU - Il cibo non è solo ‘strumento’ di piacere e di sostentamento ma può diventare anche alleato della salute o fattore di rischio per una serie di malattie.
A puntualizzarne la funzione come alleato della salute, in particolare come scudo contro diabete, cancro, patologie neurodegenerative, hanno provveduto una serie di ricerche presentate in questi giorni a Boston al congresso Nutrition 2018, l’appuntamento annuale dell’American Society for Nutrition. Promossi a pieni voti, uova, frutta a guscio, caffè e vegetali.
 
Uova contro il diabete
Uno studio randomizzato durato 12 settimane e condotto su soggetti in sovrappeso/obesi con prediabete o diabete di tipo 2 già diagnosticato, suggerisce che le uova sono in grado di ridurre l’impatto dei fattori di rischio associati al diabete. I soggetti che consumavano uova tutti i giorni hanno presentato benefici sul compenso glicemico (valori di glicemia a digiuno e resistenza insulinica) e sul profilo lipidico, maggiori di quelli che consumavano un sostituto delle uova. Anche i timori di una ricaduta negativa sui livelli di colesterolo, si sono dimostrati privi di fondamento: i soggetti che consumavano quotidianamente le uova non hanno infatti mostrato un aumento dei livelli di colesterolo. Per contro, i livelli di apolipoproteina A1 (Apo A1) sono risultati significativamente maggiori alla fine dello studio, tra i consumatori di uova. Le uova sono un’importante fonte di proteine, vitamine, minerali, carotenoidi e lecitina.

Una noce (pecan) al giorno, riduce il rischio cardiovascolare
Quattro settimane di dieta arricchita con una piccola manciata di noci pecan sono bastate a determinare in un gruppo di adulti (dai 45 anni in su) in sovrappeso dei cambiamenti favorevoli di una serie di fattori di rischio cardio-metabolici (glicemia, resistenza insulinica, produzione di insulina da parte delle cellule beta), rispetto ad un gruppo di controllo. Presto per dire se il consumo di noci pecan possa essere in grado di ridurre il rischio di patologie cardiovascolari e di diabete di tipo 2 nei soggetti di mezz’età in sovrappeso/obesi, ma questi primi risultati sembrano incoraggianti.
 
I latticini riducono il rischio di cancro del colon retto
Una serie di evidenze scientifiche dimostrano che il consumo di latticini è inversamente correlato al rischio di cancro del colon retto. Un gruppo di ricercatori americani ha condotto un’analisi prospettica su un gruppo di 101.677 persone di età compresa tra i 54 e gli 83 anni, utilizzando i dati della coorte Prostate, Lung, Colorectal andOvarianCancer Screening Trial (PLCO), con un follow-up medio di 12,5 anni.  La ricerca ha permesso di stabilire che non tutti i latticini sono uguali nel ridurre il rischio di cancro del colon retto. Solo chi consuma latticini low-fat o fermentati (es. yogurt) si colloca nella fascia dei soggetti a bassissimo rischio di sviluppare cancro del colon.
Gli autori concludono dunque che solo il consumo di latticini a basso contenuto di grassi e fermentato ha un effetto protettivo contro il cancro del colon retto.

Funghi per combattere l’infiammazione
Due polisaccaridi, il PPEP-1 e il PPEP-2, contenuti nel fungo commestibilePleurotuseryngii (il cardoncello o carderello o ferlengo, dal caratteristico profumo di pasta di pane), sono in grado di inibire le risposte infiammatorie indotte da lipopolisaccaridi (LPS). E’ la prima volta che vengono dimostrate le proprietà anti-infiammatorie di questi polisaccaridi e questo suggerisce la possibilità di utilizzarli come supplementi dietetici per combattere le reazioni infiammatorie.
 
Il caffè amico del fegato
Il caffè è una delle bevande più consumate nel mondo e diversi studi ne hanno associato il consumo ad una riduzione della mortalità per tutte le cause e di mortalità per patologie specifiche, tra le quali quelle epatiche. Pochi studi hanno però finora studiato l’associazione tra consumo di caffè e ricoveri per patologie del fegato Uno studio condotto su oltre 14 mila persone (i partecipanti allo studio ARIC, AtherosclerosisRisk in Communities) di età compresa tra i 45 e i 64 anni, ha dimostrato che i consumatori di 3 o più tazze di caffè al giorno, presentano un minor rischio di ricoveri correlati a patologie del fegato ( la riduzione è del 21%), ma non di mortalità per problemi epatici, rispetto a chi non beve caffè.
 
Bacche e verdure contro il Parkinson
Uno studio di follow-up collegato ad una ricerca sui benefici che una dieta salute può avere nel ridurre il rischio di parkinsonismo (nell’ambito dello studio longitudinale Rush Memory and Aging Project), condotto su 706 persone seguite per una media di 4,6 anni, ha scoperto che il consumo di frutta e vegetali può ridurre effettivamente questo rischio. In particolare, il consumo di verdure a foglia larga, di crucifere, di vegetali gialli e di bacche (ma non di altri tipi di frutta) sembra in grado di ridurre il rischio di parkinsonismo e di rallentarne la progressione negli anziani.

Maria Rita Montebelli

12 giugno 2018
© Riproduzione riservata

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