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Psoriasi. La patologia affligge oltre 2 milioni di italiani. Arriva il decalogo per l’estate


Le persone che hanno psoriasi lieve-moderata spesso sottovalutano la patologia o non la riconoscono e non si curano in maniera appropriata. Per migliorare la qualità della vita dei pazienti arrivano oggi le 10 regole stilate da A.DI.PSO in collaborazione con LEO Pharma.

23 APR - Si chiama psoriasi lieve-moderata ma le sue ripercussioni possono essere anche molto pesanti: i circa 2 milioni di italiani che ne sono affetti, devono affrontare trattamenti topici lunghi e laboriosi, disagio sociale, isolamento e qualità di vita compromessa. Per fortuna in soccorso di queste persone sono già arrivati i derivati della vitamina D, più pratici e meglio tollerati dei farmaci finora utilizzati. Ma non solo. Per alleviare questi problemi arriva oggi un decalogo – stilato dall’ Associazione per la Difesa degli Psoriasici – con i consigli per affrontare l'estate, nonché una campagna di sensibilizzazione composta di due video, da oggi online su www.momentinfo.net, che raccontano come un paziente oggi possa affrontare tutte le situazioni della vita quotidiana.
 
La patologia
La psoriasi, malattia della pelle di origine genetica, ad andamento cronico e recidivante, colpisce il 3-4% della popolazione adulta e si manifesta con la comparsa di chiazze rossastre e rotondeggianti, che possono interessare tutte le parti del corpo. In Italia, nel 2012, soffrire di questa malattia cronica della pelle significa ancora scontrarsi con tabù e discriminazioni. «Sguardi fissi, esitazioni, atteggiamenti e comportamenti anomali degli altri condizionano negativamente la vita di relazione e quindi influiscono sull’identità sociale”, ha affermato Mara Maccarone, presidente di A.DI.PSO. “Il disagio sociale porta come conseguenza la diminuzione dell’autostima e quindi la persona con psoriasi diventa più vulnerabile emotivamente e più soggetta ad ansia, depressione e stress”. La scarsa informazione aggrava la condizione dei pazienti, spesso emarginati per la credenza, errata ma diffusa, che la loro patologia sia contagiosa.
Inoltre i pazienti, specie quelli affetti dalle forme lievi-moderate, tendono a non riconoscere la patologia o la sottovalutano, non curandola o trattandola con farmaci non adeguati o prodotti non indicati, come le creme cosmetiche. “Le forme più lievi di questa patologia portano il paziente a non rivolgersi al dermatologo e a non valutare con la dovuta cautela il problema, senza considerare, invece, che la malattia può dare origine a serie comorbilità, come il diabete”, ha spiegato Gianfranco Altomare, docente di Dermatologia all'Università di Milano e Responsabile della Dermatologia dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. “Anche una psoriasi lieve o moderata può celare una patologia articolare o problemi a livello metabolico”.
 
Il trattamento
I trattamenti topici comunemente utilizzati offrono ai pazienti solo un controllo a breve termine del problema e possono implicare la necessità di cospargersi il corpo, per tutta la notte o più volte al giorno, con prodotti dall’odore sgradevole, come il catrame, o che macchiano la pelle e i vestiti. Ma un punto di svolta nella possibilità di condurre una vita normale sono oggi i trattamenti topici come calcipotriolo, un derivato della vitamina D che, associato o meno a betametasone, e in formulazione gel si è dimostrato più efficace, rapido e meglio tollerato rispetto alle terapie convenzionali, con il vantaggio di una sola applicazione quotidiana ed un rapido assorbimento.
“Il calcipotriolo si è rivelato in grado di mantenere i risultati a lungo termine, nell’arco di un anno, e con un buon profilo di sicurezza in combinazione con betametasone, nell’arco di quattro settimane permette di ottenere una riduzione di circa il 75% dell'estensione delle lesioni cutanee e nella formulazione in gel, di facile somministrazione e da usare una sola volta al giorno, favorisce il paziente nel raggiungimento di una maggiore efficacia terapeutica”. A spiegarlo Sergio Chimenti, docente di Dermatologia e Venereologia al Policlinico Tor Vergata di Roma.
La mancanza di efficacia a lungo termine dei trattamenti tradizionali, infatti, unita alla loro scarsa maneggevolezza, scoraggia i pazienti e ostacola la loro adesione alla terapia: si stima che una quota compresa tra il 39 e il 73% dei pazienti con psoriasi lieve-moderata non utilizzi le medicazioni prescritte per via del tempo necessario per applicarle e per la natura sgradevole dei prodotti.
In questo modo si instaura un circolo vizioso che peggiora notevolmente la qualità di vita aggravando il senso di isolamento e l’impatto psicologico complessivo della malattia. “Lo sguardo percepito su di sé è condizionante e porta a nascondersi e isolarsi, a evitare tutte quelle situazioni che comportano uno stare in mezzo agli altri e che implicano un contatto fisico”, ha commentato lo psicologo e psicoterapeuta Raffaele Villani. “Frequenti sono i casi in cui ad alcune persone con psoriasi è stato proibito di usare il camerino di un negozio proprio per questa condizione. Anche la frequentazione delle piscine è un problema rilevante per questo tipo di pazienti, che spesso si ritrovano a scrutare gli eventuali sguardi degli altri, creandosi ulteriori preoccupazioni e ansie e vanificando dunque il piacere di fare qualcosa per sé, come un’ora di attività fisica».
 
La campagna
Ecco perché per favorire la consapevolezza sulla psoriasi, A.DI.PSO., con il supporto di LEO Pharma, promuove una campagna di sensibilizzazione: due video (guardali in fondo alla pagina), accessibili da oggi attraverso il sito www.momentinfo.net, combattono gli stereotipi sulla psoriasi raccontando come un paziente oggi possa affrontare tutte le condizioni della vita quotidiana, come fare un bagno in piscina o andare dal barbiere. A seguire una serie di incontri di informazione aperti al pubblico dei quali verrà pubblicato il calendario sul sito di campagna.
È stato inoltre redatto un decalogo per gestire la patologia nella bella stagione, quando scoprirsi non solo è necessario, ma dovrebbe essere anche piacevole. Alle persone con psoriasi si consiglia, ad esempio, di preferire abiti larghi, leggeri e in fibre naturali, in modo che la pelle sia sempre asciutta, ed evitare di indossare costumi prodotti con materiali e coloranti non testati.
L’informazione e il supporto psicologico, insieme alla disponibilità di terapie efficaci e pratici come il gel sono risorse fondamentali per aiutare i pazienti ad affrontare la loro condizione. Tra le iniziative promosse da A.DI.PSO. vi sono corsi di Auto-Aiuto per i pazienti organizzati da psicologi locali, e incontri tra medici e pazienti nel corso dei quali i pazienti rivolgono al medico i loro dubbi, incertezze e preoccupazioni sulle scelte terapeutiche da attuare, migliorando la conoscenza della malattia e il livello di collaborazione con i medici.
 





23 aprile 2012
© Riproduzione riservata

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