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In 30 anni costi triplicati, promesse non mantenute e lavori mai finiti. La storia dell’Ospedale San Marco di Catania 

L’idea di realizzare un nuovo ospedale risale infatti al 1986. Ma ad oggi la struttura è praticamente inagibile. Nonostante le promesse i lavori non sono mai finiti. Il costo complessivo dell’opera fra varianti, penali alle aziende costruttrici per mancato guadagno, si aggira ormai sui 245 milioni di euro, rispetto ai 94 previsti. E ora pare che i terreni dove poggia l’opera incompiuta siano pure paludosi e non in grado di sorreggere l’ospedale

28 FEB - L’Ospedale S. Marco viene da lontano. La sua fondazione risale al 1361 o al 1336. In tempi remoti era situato nella piazza Duomo della città (Foro Lunare) e, costretto a trasferirsi nel convento S. Lucia, ha affrontato il terremoto del 1693 trasferendosi prima in Piazza Stesicoro nel palazzo Tezzano e poi, in un momento di declino, nella Chiusa del Tindaro, quindi nel 1886 nell’attuale posizione di via Plebiscito. La vetustà delle strutture ottocentesche non sono  più da tempo garanzia di sicurezza per l’utente e il lavoratore.

L’idea di realizzare un nuovo ospedale cittadino a Librino nasce fin dal 1986 (progetto Prometeo) contestualmente ad un piano di decongestionamento del centro che prevedeva anche la costruzione dell’ospedale di Nesima (Nuovo Garibaldi) e del Cannizzaro. La prospettiva per la costruzione del nuovo Ospedale era stata messa a gara già alla fine degli anni ’80 e il 12/01/1990 la USL n.35 di Catania (alla quale è subentrata l’Azienda Ospedali Vittorio Emanuele – Ferrarotto – S. Bambino) procedeva alla aggiudicazione della gara al raggruppamento Cogefar-Impresit (oggi Impregilo).
A causa di controversie giudiziarie con la Cogefar-Impresit i lavori dell’ospedale, autorizzati per decreto regionale un anno dopo, non furono però mai iniziati.

Sono questi gli anni delle indagini sulle tangenti per gli appalti dell’ospedale Garibaldi che, partendo dall’ex presidente della Regione Siciliana Rino Nicolosi coinvolgono politici del calibro di Giuseppe Castiglione e Pino Firrarello. Per più di 10 anni il progetto rimane infatti bloccato tra conferenze dei servizi, commissari straordinari e la ricerca disperata di fondi. Intanto scadono i vincoli espropriativi per i terreni privati in cui sarebbe dovuto nascere l’Ospedale.

Si giunge così al 1995 epoca di aziende ospedaliere e la costituenda azienda V. Emanuele, Ferrarotto, S. Bambino (legge regionale 34 del l’11/4/1995) allora dotata di circa 1100 posti letto – 636 O.V.E, 238 Ferrarotto,154 S. Bambino e 100 S. Marta- , al fine di superare le suddette controversie chiese e ottenne dal Ministero dei Lavori pubblici la nomina di un Commissario straordinario ad hoc e insieme alle decisioni di una conferenza dei servizi tenutasi nel 1998, anche il Comune e la Provincia di Catania con le forze politiche dell’epoca e le forze sociali manifestarono la volontà di realizzare il nuovo ospedale.

Momento fondamentale per il futuro del nuovo ospedale è risultato anche l’Accordo di Programma per il settore degli investimenti sanitari siglato 30 aprile 2002 fra Regione Sicilia, Ministero della Salute e Ministero dell’Economia con il quale, nell’ambito di un miglioramento dell’assistenza offerta dal Servizio Sanitario Regionale, veniva prevista la creazione di tre Centri di Eccellenza, dei quali uno, il Centro di Eccellenza Ortopedico, da edificare nella zona di Librino in stretto collegamento funzionale con il nuovo ospedale San Marco. La legge finanziaria 2003 della Regione Sicilia ha individuato l’Azienda quale amministrazione appaltante incaricata della realizzazione del Centro di Eccellenza Ortopedico.
Nel 2003 l’Ospedale San Marco vede ridurre i posti letto dal progetto originario di 964 a soli (?) 570 posti letto.

Nel 2004 viene istituita la Fondazione Gesualdo Clementi con lo scopo di far nascere il polo di eccellenza ortopedico accanto all’Ospedale San Marco.
Vengono nominati membri del consiglio di amministrazione Antonio Scavone, allora assessore dei Lavori pubblici del Comune di Catania, il rettore Ferdinando Latteri e Ambrogio Mazzeo, direttore generale dell’azienda Ove. Nel 2005 infine un nuovo decreto regionale, seguito ad una variante al piano regolatore approvata dal consiglio comunale di Catania, autorizza la variazione della destinazione dei terreni interessati all’esproprio da zona verde rurale a servizi generali. Il costo dell’esproprio si aggira intorno ai 5 milioni di euro. I terreni espropriati appartengono all’Editore del quotidiano catanese “La Sicilia” e della TV privata “Telecolor”.

Il 26 gennaio 2006 l’Azienda Ospedaliera provvede ad emanare il bando di gara per la realizzazione del San Marco e del polo ortopedico, l’importo complessivo della realizzazione dell’opera è intanto lievitato a ben 141,5 milioni di euro (dagli equivalenti 94 milioni di Euro del 1995) e l’appalto viene infine sottoscritto il 28 luglio 2008.

Pertanto l’impegno dell’Azienda nei seguenti anni era mirato all’esperimento delle procedure previste dalla normativa regionale sui lavori pubblici (legge regionale n. 7 del 2002) e precisamente nei seguenti ambiti:

1) la realizzazione del nuovo Ospedale San Marco: secondo gli indirizzi già approvati il nuovo ospedale doveva essere realizzato secondo una struttura a poliblocco con piastra tecnica di servizi. In tal modo, accanto a uno sviluppo verticale delle degenze, sarebbe stato privilegiata una distribuzione in orizzontale, a livello del piano piastra, dei principali servizi di diagnosi destinati agli utenti non ricoverati. La superficie totale dell’area sarà di 230.500 mq dei quali 95.000 circa destinati allo sviluppo dell’Ospedale.

Nel nuovo ospedale S. Marco sarebbero dovute sorgere quattro aree di attività:
a) l’Area Chirurgica, con 196 posti letto suddivisi tra le discipline di Cardiochirurgia, Cardiochirurgia Pediatrica, Chirurgia Generale, Chirurgia Maxillo-Facciale, Chirurgia Pediatrica, Chirurgia Toracica, Chirurgia Vascolare, Oculistica, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia, Otorinolaringoiatria e Urologia;

b) l’Area Medica, con 202 posti letto suddivisi tra le discipline di Angiologia, Cardiologia, Cardiologia Pediatrica, Dermatologia, Ematologia e Trapianto, Gastroenterologia, Malattie Infettive, Medicina Generale, Talassemia, Nefrologia e Dialisi, Neonatologia, Neurologia, Oncologia e Pediatria;

c) l’Area Critica, con 84 posti letto suddivisi tra le discipline di Rianimazione, Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, Trauma Centre, Stroke Unit, UTIC e UTIN;

d) l’Area Riabilitativa, con 40 posti letto suddivisi tra le discipline di Lungodegenza Riabilitativa e Medicina Fisica e Riabilitazione.

e) 15 posti letto sarebbero stati dedicati alla Psichiatria e 23 posti letto alla Libera Professione.

2) la realizzazione del Centro di Eccellenza Ortopedico, Gesualdo Clementi: tale struttura doveva essere caratterizzata per un’offerta di servizi comprendente i diversi settori specialistici dell’Ortopedia e della Traumatologia: l’area di Ortotraumatologia, il Dipartimento delle Ortopedie Specialistiche, il Dipartimento di Reumatologia e il Dipartimento di Riabilitazione (con circa 160 posti letto), con il collegamento funzionale della nuova struttura con l’Ospedale San Marco. Il punto di raccordo doveva essere costituito dal Pronto Soccorso con il Trauma Center una struttura altamente specialistica in grado di assicurare un tempestivo e idoneo intervento alle più impegnative situazioni legate ai traumi. Il centro eccellenza purtroppo è stato eliminato dalla progettualità originale. Una legge regionale del 2009 a firma dell’Assessore Massimo Russo (quando il cantiere del nuovo San Marco era già avviato) ha sciolto le Fondazioni responsabili dei centri di eccellenza. La vicenda finì anche in un’interrogazione parlamentare al ministero della Salute. Parziale risposta fu quella del sottosegretario al Ministero della Salute Francesca Martini all’interpellanza Palumbo che addebitò la riduzione al congelamento dei posti per acuti, non attivati dal Governo regionale a causa del Piano di rientro per il contenimento dei costi della sanità, e allo “scioglimento (L.R. 5 del 2009) delle fondazioni preposte a detti centri di eccellenza demandando alle aziende titolari del finanziamento la gestione dei centri in costruzione”. Quanto al finanziamento, il sottosegretario  precisò che “si era in attesa della elaborazione della variante da parte dell’Azienda ospedaliera universitaria, che sarebbe stata trasmessa all’Assessorato e quindi al Ministero”.

3) Il nuovo Ospedale San Marco doveva  possedere*, per un totale di 570 posti letto (degli originali 964), i servizi e le specialità verso i quali maggiormente si esprime da parte dell’utenza un’elevata domanda di assistenza e rispetto ai quali è elevato il ricorso a strutture sanitarie extraregionali.
Il percorso di realizzazione del nuovo Ospedale San Marco vide la conclusione della gara con aggiudicazione dei lavori ad Uniter Consorzio Stabile** (il progetto esecutivo, presentato da Uniter Consorzio Stabile che si aggiudicò l’appalto -un raggruppamento di aziende che vede come capofila la Tecnis S.p.A. del dr. Mimmo Costanzo e dell’ing. Concetto Bosco che ha al suo attivo progetti come la realizzazione di parcheggi a piazza Verga e in viale Africa e della  metropolitana tratto piazza Giovanni XXIII - Stesicoro e Borgo-Nesima-****, fu approvato in via definitiva dall’Azienda ospedaliera Universitaria Vittorio Emanuele – Ferrarotto – S. Bambino di Catania dopo che l’Assessorato regionale alla Sanità notificò il Decreto Dirigenziale del 31 gennaio 2008 con il quale il ministero della Salute mise a finanziamento la realizzazione delle due opere), e l'avvio dei lavori con la posa della prima pietra avvenuta il 5 dicembre 2008 (l’intera opera verrà realizzata in soli 38 mesi – cioè ottobre 2011-  disse allora il dr. Ambrogio Mazzeo Direttore Generale dell’azienda) alla presenza di numerose autorità politiche, civili, militari e religiose.

Alla cerimonia presero parte il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio, il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, l’Assessore alla Sanità, Massimo Russo, il Presidente della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, i vertici dell’Azienda ospedaliera universitaria Vittorio Emanuele di Catania,  il Rettore dell’Università di Catania, Antonino Recca, i massimi responsabili del Consorzio Stabile Uniter,  numerosi deputati regionali e nazionali,  autorità militari e civili.

“Con la cerimonia di oggi - dichiarò il presidente della Regione, Raffaele Lombardo - si avvicina il raggiungimento di quel sogno che prevedeva la realizzazione di tre grandi ospedali, il Cannizzaro, il nuovo Garibaldi a Nesima ed il San Marco a Librino, in punti strategici della periferia della città. La realizzazione dell’ospedale San Marco e del Centro di eccellenza ortopedico, come accaduto con il Cannizzaro ed il nuovo Garibaldi, consentirà di decongestionare il centro della città e  assicurerà una facile fruizione ai cittadini, perché realizzato vicino alle grandi arterie stradali. Ci apprestiamo a raggiungere un obiettivo importantissimo che  dovrà essere raggiunto anche dalle altre città siciliane. L’imponente struttura - concluse Lombardo -  è il segno di una nuova sanità che non si misura in numero di posti letto o in numero di aziende sanitarie: una sanità che possa rispondere meglio alla domanda di salute che viene dalla gente”.

“Sono venuto qui con la cazzuola per costruire e non con le forbici per tagliare -  dichiarò l’assessore alla Sanità, Massimo Russo - i tagli li faremo solo agli sprechi. Stiamo costruendo una nuova sanità attenta soltanto ai bisogni dei cittadini. Quest’opera catanese deve rappresentare un esempio da seguire in tutta la Sicilia perché si può fare una buona sanità con costi contenuti a patto che i progetti vengano portati avanti con criteri innovativi e con la massima trasparenza. Il progetto, seppur pensato alcuni anni fa, va nella direzione del piano di rientro, con un numero di posti letto commisurati al reale bisogno. Mi auguro si capisca, una volta per tutte, che al cittadino interessa ricevere prestazioni sanitarie adeguate, efficaci, rapide e sicure: la polemica pretestuosa sul numero dei posti letto che dovremo tagliare - ha concluso Russo - interessa soltanto a quella parte di politica che vuole governare il sistema alla vecchia maniera”.

“E’ nostra intenzione – spiegò Ambrogio Mazzeo, direttore generale dell’azienda Ospedaliera - di consolidare il ruolo del nuovo ospedale S. Marco anche nel settore della ricerca, rafforzando le importanti collaborazioni già avviate con il CNR, l’Istituto Superiore di Sanità e l’industria pubblica e privata. Inoltre la prevista integrazione funzionale fra l’ospedale di alta specialità S. Marco  e il Centro di Eccellenza Ortopedico non potrà che avere una proiezione che va al di là dei confini regionali”.

Il progetto, approvato per un importo complessivo di 168 milioni di euro, per il 90 per cento era coperto dai fondi del ministero della Sanità e per il dieci per cento dalla regione Sicilia. Il piano prevedeva inizialmente, come già detto,  1229 posti letto poi passati a 800 e infine a 460 in virtù delle continue riforme di riassetto della rete ospedaliera che si sono susseguite negli anni.

Tuttavia all’ottobre 2008, la posa della prima pietra, si era concretizzata nella semplice "pulizia" del terreno dagli arbusti.
La Sicilia il 29 aprile 2012 con grande ottimismo, spiegava come «l’ospedale San Marco crescesse bene e velocemente».
«Entro la primavera 2014 potremmo avere l’inaugurazione, questo è l’impegno della Regione» spiegò a Live Sicilia nel 2013 l’allora assessore all’Energia Nicola Marino***, durante un sopralluogo al cantiere, insieme a Giuseppe Digiacomo, deputato del Partito democratico e presidente della Commissione sanità all’Ars. Trascorsi oltre 400 giorni da quella visita, Digiacomo non ha nessuna notizia né pare abbia avuto modo di chiederle: «Non sono aggiornato sulla vicenda – spiega - e non ho avuto tempo di capire gli sviluppi nonostante la cosa mi interessi molto».

“Le previsioni ci dicono primavera 2015 – spiegò Antonio Lazzara, direttore sanitario dell’azienda Policlinico, a Meridio News il 3/11/2014 - I lavori proseguono anche se c’è stato un rallentamento degli stessi da parte della ditta esecutrice, causati anche da alcuni furti nell’area cantiere”. “Problemi tecnici, abbiamo avuto una proroga per la consegna dei lavori” fanno sapere dall’ufficio stampa della Tecnis, società capogruppo per l’esecuzione dell’opera, «consegneremo – proseguono - tutto nei tempi previsti». Senza però precisare la data.

Nello stesso novembre 2014 la deputata M5S del Catanese, Gianina Ciancio, interrogava l’assessore Borsellino in merito ai ‘nuovi’ tempi di consegna. La risposta all’interrogazione arriva il 18 giugno 2015". “Il contenuto? - aggiunge Ciancio - Ovviamente altri ritardi. La scusa? Un’altra perizia di variante riguardante la centrale termo-cogenerativa della struttura”, questo è il ‘verdetto’ contenuto nella risposta inviata dall’assessorato. Consegna dei lavori che avrebbe dovuto avvenire entro il 31 maggio 2015. Stiamo parlando dello stesso assessore che nel giugno del 2013 riferiva in aula: “ Per quanto concerne i tempi di realizzazione, i lavori eseguiti risultano in linea con il nuovo crono programma di perizia e l’ultimazione dei lavori, giusta atto aggiuntivo, è prevista per il 30 marzo 2014" e che "i lavori sono in avanzatissima fase di esecuzione". “Oggi ci viene comunicato – continua la parlamentare M5S - che non solo il termine ultimo di maggio non è stato rispettato, ma che la ditta chiede almeno altri sei mesi per completare ed ultimare la struttura che dovrebbe andare a sostituire i presidi etnei Ferrarotto, Santa Marta e Santo bambino”.

L’impresa Tecnis viene inquisita dalla Procura di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sull’uso di cemento depotenziato come possibile causa del crollo del viadotto Himera sull’autostrada Catania – Palermo.

Ad aggiornare la tabella di marcia è Paolo Cantaro, direttore generale dell'azienda ospedaliera Policlinico. La stessa che dovrebbe gestire la mega struttura a lavori ultimati. «Sulla base di un atto deliberativo che abbiamo assunto - spiega il dirigente a Meridio News il 16 /9/2015 - sono state concesse alla ditta 230 giornate di lavoro utili a partire dalla conclusione di una conferenza dei servizi che si svolgerà a fine mese a Palermo». «C'è un disegno di legge parlamentare agli atti per affidare la gestione all'azienda sanitaria provinciale di Catania - replica Cantaro - ma non rientra nei miei compiti fare il programmatore. Penso però che con i giusti finanziamenti anche noi saremmo in grado di gestirlo». La strada che porta all'affidamento all'Asp sembra già tracciata: «Il profilo della struttura ha già importanti pezzi collegati con la medicina territoriale che viene curata dall'azienda provinciale».
A precisa domanda, durante  l’incontro del 8 gennaio 2016, in merito alla possibilità che all’impresa Tecnis (capofila dell’ATI UNITER) venga non riconosciuta la possibilità di proseguire la realizzazione dell’ospedale San Marco, a seguito dell’inchiesta in corso a Palermo, lo stesso Direttore Generale dichiara “Sarei veramente in grave imbarazzo, perché non vi è una seconda impresa che ha partecipato alla gara di appalto”.

Nell’insieme ad oggi il costo complessivo dell’opera fra varianti, penali alle aziende costruttrici per mancato guadagno si aggira sui 245 milioni di euro.
Al posto del centro di eccellenza  il nuovo polo sanitario sarà dotato di un parcheggio da centinaia di posti auto, un asilo nido, alcuni negozi compreso un parrucchiere. Il tutto, secondo le dichiarazioni dei progettisti, per rendere meno traumatica la permanenza di familiari e pazienti nei periodi di ricovero all’interno della struttura.

Per l’editore del quotidiano “La Sicilia”, ed ex presidente della FIEG, Mario Ciancio Sanfilippo, il nuovo ospedale, comunque vada a finire è già stato un ottimo affare: una parte dei terreni su cui sorge il cantiere del San Marco erano di sua proprietà (circa 80 ettari) e per decenni erano rimasti accatastati come “verde rurale”. Per permettere la costruzione dell’ospedale, nel 2005 una modifica del piano regolatore  trasformò la destinazione d’uso di tutta l’area a ridosso della tangenziale in “servizi generali”. Un colpo di bacchetta magica che permise a Ciancio di vendere agrumeti a 8 milioni di euro e, soprattutto, di costruire un enorme centro commerciale a poche centinaia di metri dal nuovo ospedale. Qualcuno suggerisce che i terreni siano paludosi e non sicuri per garantire la stabilità delle fondamenta di una struttura ospedaliera come il San Marco. Mah?!
Ovviamente nessun commento. Ognuno tragga liberamente le proprie conclusioni.
 
Pietro Pata
Segretario Regionale ANAAO-ASSOMED SICILIA
 
Riccardo Rapisardi
Consigliere Nazionale ANAAO-ASSOMED
 
NOTE
* la riprogettazione con la perizia di variante vengono pagate a parte e l’Azienda sborserà qualcosa come 3.232.001,71 euro ancora per la realizzazione del nuovo Ospedale.

**Il 5 aprile 2007, l’appalto veniva aggiudicato all’UNITER Consorzio Stabile di Catania. Le operazioni di gara vengono affidate ad una Commissione composta tra gli altri dal sig. Gerardo Lo Giudice, segretario, e dal dott. Angelo Bonaccorso quale Presidente. La legge impedirebbe la somministrazione di emolumenti per i componenti della Commissione che già appartengono all’Amministrazione ma l’Azienda, Armando Giacalone direttore generale, lo ignora e così vengono riconosciuti agli stessi circa 180.000,00 euro. Per essere più precisi, al Presidente della Commissione saranno corrisposti emolumenti per euro 107.927,40 mentre al segretario soltanto 71.951,00 euro. Interverrà la Corte dei Conti che dichiarerà illegittimi, in quanto indebiti, quegli emolumenti e così nel 2011 l’Azienda annullerà quelle delibere con cui erano stati concessi  dando mandato agli uffici di recuperare le somme. Siamo al 6 marzo 2011, ma vedi caso il dott. Bonaccorso era andato in pensione giusto nel dicembre precedente, del 2010, quando l’Azienda ben conosceva la pendenza presso il Giudice contabile dell’indebita corresponsione di quelle somme. Ed anzi, meno di un mese dopo, e cioè nell’aprile del 2011, lo stesso Bonaccorso chiede la monetizzazione per circa 21.000,00 euro di ferie non godute. E l’Azienda anziché compensare che fa? Paga!

***Il 3 aprile del 2013 l’allora assessore regionale Nicolò Marino, dopo aver affermato che l’Ospedale era da considerarsi tra i più economici realizzati in Italia essendo costato 874,00 euro al mq.

**** Soggetto affidatario progettazione e costruzione: Uniter cs a rl
Progetto architettonico: Studio Valle progettazioni srl, prof. ing. Giliberto Valle, arch. Tommaso Valle
Progetto strutture: Studio Sia Get srl, ing. Renato Grecuzzo, ing. Concetto Costa
Progetto impianti cogenerazione, hvac, gas, antincendio: prof. ing. Francesco Patania
Coordinatore per la progettazione: ing. Renato Grecuzzo
Coordinatore per l’esecuzione: ing. Silvio Torre
Responsabile unico del procedimento: ing. Angelo Spampinato
Direzione dei lavori: ing. Pietro Nicolosi
Direttore tecnico e responsabile di commessa: ing. Daniele Naty
Direttore di cantiere: ing. Carmelo Leone
Responsabile del servizio di prevenzione e protezione: ing. Carmelo Leone
Subappaltatori: Cag srl


28 febbraio 2016
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