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Infermieri di famiglia o comunità. Cisl Fp Veneto: “Siano calcolati extra turnover” 

Per il sindacato, l’attuale personale in servizio è già insufficiente a garantire l’attività odierna, gravata anche dalla necessità di recuperare le liste d’attesa che si sono allungate oltre i limiti sostenibili. “Stante l’importanza del tema, sarà indispensabile la massima condivisione di tutto il percorso anche attraverso il coinvolgimento dei sindacati a livello locale”, dice il segretario Cisl Fp Veneto Marj Pallaro.

di Endrius Salvalaggio 
02 OTT - Dopo la recente approvazione della delibera regionale del Veneto sui “Servizi di Infermieristica di famiglia o comunità”, che dà alla Regione del Veneto il primato nel disciplinare l’infermiere di famiglia o comunità nel suo genere, e pubblicata ora nel Bus, viene delineato il target di utenza, le modalità di accesso, i principali aspetti organizzativi e le finalità dell’infermiere di famiglia, fra la presa in carico delle cronicità verso pazienti che non aderiscono ai trattamenti, che sono incapaci di autocurarsi e persone fragili, con età pari o superiore a 65 anni. Nell’istituzione di questa nuova figura, il segretario generale regionale di Cisl Fp Veneto, Marj Pallaro vuole, però, ribadire alcuni concetti imprescindibili per la buona riuscita del Servizio di infermieristica di famiglia o comunità,

“Al netto del buon progetto sullo sviluppo dell’assistenza territoriale, che mette il Veneto una fra le regioni più all’avanguardia– spiega il segretario generale regionale di Cisl Fp Veneto – si prevede un infermiere di Famiglia o di Comunità (IFoC) ogni 15 infermieri del territorio orientati all’infermieristica di famiglia o di comunità. Noi riteniamo assolutamente indispensabile che questi professionisti, essendo per la maggior parte già dipendenti del SSr, non rientrino, come numeri e costi, negli attuali budget delle spese del personale ma siano sostituiti, e pertanto calcolati e autorizzati, come extra turnover”.

E questo perché per il sindacato, già l’attuale personale in servizio nei vari enti sanitari regionali veneti è insufficiente a garantire l’attività odierna gravata, inoltre, dalla necessità di recuperare le liste d’attesa che si sono allungate oltre i limiti sostenibili per effetto della pandemia e dall’aumento della richiesta di prestazioni.

Altro punto che il segretario Cisl Fp Veneto vuole evidenziare è che, come prevede il provvedimento, tra i 1.800 infermieri che parteciperanno alla formazione regionale sono compresi anche quegli infermieri oggi giorno si trovano in forme organizzative/aggregative della medicina generale, i quali non hanno però un rapporto di dipendenza con il SSr.

“E’ evidente che per rispondere al meglio al nuovo Servizio di infermieristica di famiglia o comunità – continua la sindacalista Marj Pallaro - e, per dare omogeneità formativa e operativa, il personale in questione non dovrà avere frammentazioni organizzative, ma dovrà essere dipendente dell’azienda sanitaria a cui afferisce il territorio. Questo anche al fine di “utilizzare” al meglio quei professionisti senior che, avendo fatto un percorso all’interno delle varie unità operative ospedaliere, hanno acquisito delle competenze sul campo che più e meglio possono essere messe a disposizione della presa in carico della cronicità, con il principio generale che ogni cambiamento organizzativo presuppone che tutti gli attori all’interno del sistema agiscano per il raggiungimento di obiettivi comuni e coerenti con il modello individuato”.

In conclusione, per Marj Pallaro, oltre a quanto previsto dal D.M. 77, dovranno essere individuate e vincolate delle risorse economiche aggiuntive e senza che questo vada a scapito dell’assistenza ospedaliera e della prevenzione.

“Stante l’importanza del tema, sarà indispensabile la massima condivisione di tutto il percorso anche attraverso il coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali a livello locale”, conclude il segretario generale regionale di Cisl Fp Veneto.

Endrius Salvalaggio

02 ottobre 2023
© Riproduzione riservata

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