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Il direttore sanitario della AO di Padova: “Specializzandi pericolosi, hanno una vita sociale molto attiva e hanno favorito la diffusione del virus”. Ed è bufera

La tesi sostenuta dal dottor Daniele Donato, espressa in diretta web, ha suscitato reazioni durissime da parte dell’Anaao Giovani, della Cgil, di diverse associazioni di specializzandi e dai giovani PD che in coro dicono: “Non siamo untori”. Donato aveva detto che "tra le persone che lavorano in Azienda ospedaliera, sono stati gli specializzandi che ci hanno messo in difficoltà. Nei loro momenti liberi socializzano e 22 di loro si sono infettati e non a causa del contatto con i pazienti”. La replica: “Parole inaccettabili, specializzandi in corsia senza DPI”.


02 MAG - Si sta sviluppando una polemica durissima tra il mondo degli specializzandi e il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera di Padova Daniele Donato. Tutto si scatena a seguito di alcune frasi di Donato pronunciate nei giorni scorsi durante un webinar della Società italiana di chirurgia plastica (vedi video). In quell’intervento il direttore sanitario stigmatizza comportamenti poco prudenti degli specializzandi al di fuori del contesto assistenziale che a suo avviso avrebbero portato alla diffusione del virus in ospedale.
 
Nel video Donato dice che gli specializzandi “escono di casa e hanno una vita sociale molto attiva. Sono questi i soggetti che nel momento in cui si inseriscono nell’ospedale creano maggior pericolo. Tra le persone che lavorano in Azienda ospedaliera, sono stati gli specializzandi che ci hanno messo in difficoltà. Nel momento in cui erano in ospedale e dovevano seguire tutte le misure di barriera erano estremamente precisi e monitorati, ma nel momento in cui si trovavano nella sala loro dedicata per mangiare un panino assieme o per usare il computer al di fuori dell’area ospedaliera questi comunque hanno trovato dei momenti di contatto e di comunione che hanno favorito la trasmissione del virus. Abbiamo avuto 22 specializzandi diventati positivi ma non a causa di una trasmissione da parte dei pazienti ma a causa di quei momenti di socializzazione al fuori dell’area assistenziale”.
 

 
 
Per Anaao Giovani e Associazione ALS le parole di Donato “lasciano attoniti” e chiedono pertanto “immediate scuse agli oltre 1.600 specializzandi che quotidianamente lavorano presso l'Azienda Ospedaliera dell'Università di Padova e che per giorni hanno svolto la loro funzione senza tutti i Dispositivi di Protezione Individuale”.
 
“Auspichiamo inoltre – continuano - una seria ispezione alla struttura per verificare i percorsi, le procedure di affiancamento e formazione del personale, il ricorso o meno a Dispositivi di Protezione adeguati”.
 
Per Anaao e Als, infine, “i medici in formazione specialistica, in questa situazione emergenziale per il Servizio Sanitario Nazionale, stanno dimostrando senso del dovere, capacità professionali e spirito di abnegazione per il lavoro svolto”.
 
“Solidarietà e rispetto” agli specializzandi “per l’enorme e difficile battaglia che stanno combattendo a favore della comunità” anche dalIa Funzione pubblica Cgil e dalla Cgil Medici che sottolineano come sia “sotto gli occhi di tutti il contributo fondamentale dato da medici specializzandi al funzionamento delle strutture sanitarie in questa fase di emergenza, contributo che in taluni casi è stato dato mettendo a rischio la stessa salute degli specializzandi visto che alcuni di loro hanno contratto il virus”.
 
“Questo è il momento dell’unità di tutto il mondo sanitario, ci aspetta una fase 2 difficilissima e il covid non è finito”, conclude il sindacato.
 
Dura anche la presa di posizione di Stefano Manai, responsabile formazione medica del PD che giudica “inaccettabili” le parole di Donato. Anche per Manai, Donato “dovrebbe subito scusarsi con questa classe di professionisti che porta avanti interi reparti negli ospedali, sono loro il pilastro portante del nostro SSN, sono loro che fanno turni massacranti per sopperire alla mancanza di personale”.
 
“Gli Specializzandi – prosegue - spesso non ricevono le giuste tutele e vengono trattati come medici di categoria B, come è successo in Umbria dove si sono visti privati del bonus”. “Non dobbiamo accusarli Dott. Donando, dobbiamo dirgli grazie”, conclude Manai.
 
Per gli specializzando della sezione di Padova dell’associazione “Chi si cura di te?”, infine “è inaccettabile in un momento simile voler scaricare le responsabilità di interi blocchi della dirigenza sanitaria e politica del paese sulla proverbiale ultima ruota del carro”.
 
“Fin dall’inizio dell’emergenza – sottolineano - ci siamo trovati a dover lavorare senza linee guida chiare, spesso in mancanza dei dispositivi di protezione individuali idonei, senza adeguato addestramento nel loro utilizzo, abbiamo visto in molti casi stravolgere se non annullare l’attività formativa a cui avremmo diritto, pur continuando a pagare per la stessa, spesso siamo stati lasciati a casa, e infine, ciliegina sulla torta, ci vediamo accusare di essere noi i pericolosi untori responsabili di questa pandemia per via della nostra “vita sociale””.
 
“Invitiamo il Direttore Sanitario dell’A.O. Padova a visitare i reparti, le sale chirurgiche, i servizi dove svolgiamo il nostro lavoro e a verificare la veridicità delle proprie gravissime. Chiediamo, inoltre, con fermezza una presa di posizione da parte delle Università di Padova cui siamo iscritti, ma anche della Regione, responsabile della Sanità, che ristabilisca la verità in questa pessima storia. Chiediamo di essere considerati a tutti gli effetti lavoratori e lavoratrici del SSN e il rispetto del nostro lavoro. Siamo medici, non untori!”, concludono.
 
“Siamo esterrefatti da una tale accusa - commenta poi Andrea Frascati, presidente di MeSPad Specializzandi Padova - e credo che il Direttore Sanitario di AOPD dovrebbe vergognarsi e scusarsi pubblicamente con tutti gli Specializzandi che ogni giorno permettono il funzionamento dell’Azienda che il dr. Donato dirige. Forse sarebbe da chiedersi perché la Direzione di AOPD non ha assunto sufficienti specialisti per gestire l’emergenza COVID invece che godere della gratuita e volontaria professionalità degli Specializzandi. Forse sarebbe anche da chiedersi perché la Direzione non ha risposto alle nostre mail del 22 febbraio e dell’11 marzo in cui chiedevamo disposizioni, e davamo la nostra piena disponibilità nel collaborare alla gestione dell’emergenza.”
 
“Pretendiamo delle scuse pubbliche ed il dovuto riconoscimento del lavoro quotidiano da concretizzarsi in un incontro urgente. Se al contrario, la Direzione ritenesse la nostra presenza pericolosa e dannosa per l’Azienda sanitaria, noi per primi provvederemo a sospendere al più presto i servizi che giornalmente eroghiamo a beneficio dei pazienti e dell’intero Servizio Sanitario Regionale”, conclude Frascati.

 

02 maggio 2020
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