La Regione Sardegna non ha mai dimenticato di esprimere gratitudine agli operatori sanitari per lo spirito di servizio e l’umanità con cui hanno combattuto e combattono in prima linea la battaglia contro il Covid nell’isola. La gratitudine si sarebbe dovuta manifestare anche attraverso l’assegnazione di un bonus per il quale la stessa Regione, con l’approvazione della delibera del 30 settembre 2020, si impegnava a destinare sino a 14,8 milioni di euro. Ma ad oggi di quel riconoscimento i medici e gli operator sanitari del comparto non hanno ancora visto un euro.
La delibera prevede interventi per riconoscere a tutto il personale dipendente a tempo indeterminato e determinato del SSR impiegato nell'attività di contrasto all'emergenza Covid-19, che ha operato nell'arco temporale che va dal 9 marzo al 31 dicembre 2020, la remunerazione delle condizioni di lavoro; e per i mesi che vanno dal 9 marzo al 31 maggio 2020, i fondi incentivanti. A tal proposito l’esecutivo aveva approvato le linee di indirizzo, in applicazione delle quali, le aziende del SSR avrebbero dovuto effettuare una ricognizione del proprio personale interessato e predisporre un Piano per la remunerazione “da sottoporre all'autorizzazione della direzione generale della sanità entro 30 giorni dalla pubblicazione della stessa deliberazione, dandone adeguata informazione preventiva alle organizzazioni sindacali”.
“È incredibile che a fronte di una delibera che stanzia 14,8 milioni di euro a favore del personale sanitario impegnato nell'emergenza Covid – tuona il capogruppo PD Gianfranco Ganau, sentito da Quotidiano Sanità -, a distanza di ben cinque mesi dalla sua adozione, non un solo euro sia arrivato a medici, infermieri e personale sanitario. Ricordo le entusiastiche dichiarazioni del Presidente Solinas e dell'Assessore Nieddu all'atto di approvazione della delibera. Oggi dovrebbero solo vergognarsi per i ritardi nell'applicazione, chiedere scusa e spiegarne le ragioni. Riprenderò immediatamente la questione domani stesso assieme all’ordine del giorno previsto per la seduta della Commissione consiliare Salute e politiche sociali, di cui sono componente”.
Il gruppo consiliare PD, insieme a quello dei Progressisti e ancora, il gruppo di Liberi e uguali Sardigna, con l’ordine del giorno n. 36, avevano peraltro anche proposto l’iniziativa del riconoscimento di una indennità giornaliera legata ai rischi del Covid-19 al personale sanitario, approvato ad unanimità il 15 luglio 2020 dal Consiglio regionale.
Per la Segretaria del Consiglio regionale, Carla Cuccu (M5S), sentita anch’essa dal nostro giornale e depositaria di alcuni interventi a riguardo: "Il 5 giugno 2020 presentavo l'interpellanza n° 119 con cui, richiamando la mia stessa interrogazione n° 443 dell’ 11 maggio 2020, chiedevo se il Presidente della regione e l'Assessore alla Sanità avessero individuato e a quanto ammontassero le risorse regionali necessarie per assegnare un riconoscimento economico agli operatori sanitari coinvolti, a vario titolo, nella emergenza epidemiologica da covid-19; ciò, riconoscendo loro una retribuzione anche per i festivi infrasettimanali come previsto dall'articolo 29, comma 6, del CCNL 2016/2018 relativo al personale del comparto sanitario”.
“Con soddisfazione – prosegue la consigliera – apprendevo della deliberazione n° 49/12 del 30 settembre 2020, con cui vengono riconosciuti gli incentivi in favore del personale dipendente delle aziende del SSR impiegato nelle attività di contrasto all'emergenza epidemiologica covid-19. Tuttavia, mi rincresce sapere che ad oggi non siano stati corrisposti. Questo grave ed incomprensibile ritardo nel dare seguito al riconoscimento economico per l'immane lavoro di tutto il comparto sanitario, quindi medici, infermieri, OSS, tecnici ed altre professioni sanitarie coinvolte, sempre in prima fila e per troppo tempo lasciati completamente soli, svilisce e demotiva gli stessi operatori. Non dare seguito a quanto promesso – conclude Cuccu – significa tradire la fiducia di chi svolge un servizio essenziale ed imprescindibile per l'intera collettività mortificando lo Zelo e l'abnegazione del loro servizio”.
Elisabetta Caredda