Oristano. Temussi a Bosa per discutere ed affrontare le criticità della sanità del territorio

Oristano. Temussi a Bosa per discutere ed affrontare le criticità della sanità del territorio

Oristano. Temussi a Bosa per discutere ed affrontare le criticità della sanità del territorio
Carenza di personale sanitario, in particolare medico, ma anche la riattivazione del servizio di medicina con riconversione del reparto Covid e attivazione del servizio di chirurgia. Questi solo alcuni dei temi trattati ieri mattina a Bosa nell’incontro svolto all’ospedale Mastino e successivamente con il primo cittadino. Casula: “Porterò avanti la deliberazione approvata ad unanimità dal Consiglio comunale per il riconoscemento di sede disagiata per l’ospedale Mastino”.

Giornata di incontri, ieri nella cittadina di Bosa, per discutere ed affrontare le criticità della sanità del territorio. Protagonisti del confronto il sindaco Piero Franco Casula, e il Commissario straordinario Ares-ATS, Massimo Temussi, che presso l’ospedale ‘A.G.Mastino’ di Bosa ha anche incontrato il direttore sanitario Sergio Pili, il Consigliere regionale (Psd’az) Alfonso Marras ed il personale medico/sanitario della struttura. In particolare, problema dell’ospedale bosano è la carenza di risorse umane, anche per la riorganizzazione dei reparti in procinto della loro graduale riapertura. “C’è una situazione emergenziale riferita alla carenza di medici, che richiama chiaramente a forti impegni e a forti responsabilità da assumersi nell’immediato futuro”, ha spiegato Casula riferendo al nostro giornale in merito al confronto in ospedale.

Sindaco e Commissario Ares hanno poi proseguito il confronto al di fuori della struttura ospedaliera. “Il dott. Temussi – afferma Casula – mi ha fatto il quadro di quelli che sono stati gli argomenti trattati. E’ stato chiesto al responsabile della medicina di organizzare la riconversione del reparto Covid che attualmente è presente presso il presidio ospedaliero di Bosa e riportarla all’origine, al servizio di medicina, con i tempi necessari affinché, oltre al trasferimento di questi pazienti presso altre strutture perché continuino a ricevere l’assistenza sanitaria dovuta o alle dimissioni in caso di guarigione, ci sia contemporaneamente anche la turnazione di ferie del personale che da lungo tempo non può godere dei congedi. Su questo ovviamente il responsabile della medicina dovrà stabilire dei tempi e dei modi”.

“Ancora – prosegue il primo cittadino -, in concomitanza si cercherà di attivare il servizio di chirurgia. Diciamo che questo periodo estivo rappresenterà una fase di transizione dove si spera di riuscire, e ci sono tutte le basi per poterlo fare e attuare, a riattivare la chirurgia con l’obiettivo di un servizio week surgery, e mantenere così anche il Pronto soccorso insieme al servizio di anestesia che garantirà questo tipo di interventi nelle sale operatorie. Dott. Temussi mi ha anche accennato  che si è concluso l’iter per l’acquisto e il montaggio a Bosa della Tac a 128 strati, e che sarà garantito inoltre l’acquisto di una ulteriore colonna per gli apparecchi endoscopici, per un potenziamento degli stessi”.

“Dal punto di visto politico che mi riveste in qualità di ruolo – sottolinea Casula , non ho tuttavia nascosto al Commissario la mia forte preoccupazione di questa situazione emergenziale dovuta alla carenza quantunque del personale, in particolare riferito a quello dei medici. Ho pertanto a lui ribadito il fatto di rimanere fortemente critico in questo momento, e di prendermi del tempo per comprendere bene quali sono i cambiamenti a cui si andrà incontro e quella che sarà la rimodulazione dei servizi in funzione proprio della situazione attualmente presente. Ciò, considerato anche che il Pronto soccorso dovrà andare ad essere gestito dall’ Areus, dell’emergenza-urgenza”.

“Per quanto riguarda invece i servizi territoriali – rileva il Sindaco -, le forti preoccupazioni continuano a rimanere nei servizi di pediatria. A tal riguardo, il dott. Temussi ha detto che al momento non ci sono i numeri perchè Bosa sia riconosciuta come sede vacante per tale servizio. La legge che prevede l’attivazione della pediatria parla di 600 bambini da 0 a 6 anni, la nostra comunità ne conta 300. Abbiamo dunque chiesto al Commissario Ares, ma anche al Direttore generale dell’assessorato sanità, Marcello Tidore, e all’Assessore Mario Nieddu, contattati telefonicamente, di cercare di fare il massimo affinché Bosa possa vedersi riconosciuto il servizio di pediatria. Nel mentre il dott. Temussi ha preso l’impegno perché questo servizio attualmente presente in Comuni limitrofi, possa essere esteso sino a noi aprendo possibilmente un ambulatorio presso il nostro nosocomio. Questa ovviamente sarà una soluzione tampone in attesa di un eventuale riconoscimento di Bosa quale sede vacante della pediatria, in deroga rispetto ai numeri che sono chiesti dalla legge nazionale”.

“Criticità infine ci sarebbero anche per tutti gli altri servizi territoriali riferiti all’area dell’infanzia e degli anziani, la logopedia, la psichiatria infantile ecc., che oggi sono carenti – conclude Casula -. Anche queste attività sanitarie necessitano di un forte impegno da parte delle istituzioni perchè vengano garantiti, e serve una programmazione seria che ci dia finalmente delle risposte certe e non solo delle parole. Confidiamo che tutti questi obiettivi si riescano a raggiungere nel breve periodo, ma al momento la situazione è questa. Per quanto riguarda in ultimo il servizio ospedaliero, persisterò a portare avanti e rivendicare la deliberazione approvata ad unanimità dal Consiglio comunale che chiede di riconoscere l’ospedale di Bosa come ospedale di sede disagiata”.

Elisabetta Caredda

Elisabetta Caredda

08 Giugno 2021

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